Boutique Borsalino
Paris
Rue de Drenelle 6

Matilde Domestico
dal 4/10/2005 al 29/10/2005

Segnalato da

Edoardo Di Mauro



 
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4/10/2005

Matilde Domestico

Boutique Borsalino, Paris

Bonjour Douceur! L'ossessione formale dell'artista e' centrata su un oggetto d'uso comune come la tazza, che rimanda ai riti della quotidianita' ed e' un manufatto costantemente presente nella nostra vita di tutti i giorni.


comunicato stampa

Bonjour Douceur!

A cura di Edoardo Di Mauro ed Elena Masoero.

Prosegue alla Boutique Borsalino di Rue de Grenelle 6, Parigi, il fortunato ciclo di personali, iniziato nel febbraio 2004, dedicato ad esponenti dell'ultima generazione artistica italiana. Dopo Paola Gandini, Corrado Bonomi, Enrico Bartolucci, Vittorio Valente & Walter Vallini, Guia Besana, è ora il turno di Matilde Domestico, mentre a febbraio sarà la volta di Enrico De Paris.

La personale di Matilde Domestico, a cura di Edoardo Di Mauro ed Elena Masoero in collaborazione con Massimo Tretola, è intitolata "Bonjour Douceur" .

L'allestimento si inaugura martedì 4 ottobre 2005 dalle 18.30 alle 21.30 e prosegue fino al 29 ottobre tutti i giorni , esclusi domenica e lunedì, orari 11 - 14, 15 - 19.

Il 28 ottobre a partire dalle 18 si terrà una festa di chiusura con performance dell'artista.
Nell'ambito dell'inaugurazione saranno offerte ai visitatori opere di cioccolato realizzate da Matilde Domestico.

Le opere dell'artista sono state prodotte grazie al contributo di I.P.A. Industria Porcellane s.p.a. Usmate (Mi) , della Pasticceria Bertotto di Sergio Bassi corso Svizzera 38 /e Torino e della Galleria Campidoglio.
Info 335/73.12.205 335/63.98.351


La Boutique Borsalino di Parigi prosegue nel suo ciclo di presentazioni di personalità italiane dell’ultima generazione artistica, un’iniziativa che sempre più attenzione sta suscitando nell’esigente pubblico di questa metropoli per il connubio, fin qui perfettamente azzeccato, stabilitosi tra due ambiti creativi di eccellenza come arte e moda , che qui riescono a porre in relazione le punte più avanzate della loro progettualità, in termini sia di idea che di concreta oggettivazione della stessa.

Ora è il turno della personale di Matilde Domestico, intitolata “Bonjour Douceur !”. La Domestico è un’originale esponente di un’area artistica ritenuta dal sottoscritto tra le più significative del nostro panorama, un’insieme di individualità non accorpate in un vero e proprio gruppo ma in cui si può senza dubbio rinvenire una comune ispirazione, per le quali si potrebbe usare, per comodità di catalogazione, indispensabile in questi tempi frenetici, un termine come “oggettualismo concettuale” o, ancor meglio “concettualismo ironico”.

Nell’Italia artistica dei primi ’90, sulla scia di esperienze gia manifestatesi negli anni immediatamente precedenti, prendono corpo due aree centrate sulla proposta di opere legate al recupero concettuale del rapporto tra idea ed oggetto, da collocarsi su uno sfondo caratterizzato dalla presenza invasiva, nel bene e nel male, delle nuove tecnologie.

Da un lato avremo una serie di autori, beneficiati all’inizio di un ampio quanto artificiale consenso ad oggi in buona parte scemato, che sostanzialmente si limiteranno a riproporre una patinata ma sterile ripresa delle esperienze più radicali degli anni ’60 e ’70, dall’altro un nucleo assai più originale, all’inizio ignorato ma oggi in netta ripresa, che si connetterà idealmente ai migliori aspetti della nostra tradizione di avanguardia artistica, con un uso ironico di oggetti d’uso comune assemblati con l’ausilio delle tecniche più varie ed in grado di gettare uno sguardo caustico ed irriverente sulle molte contraddizioni della nostra società postmoderna.

Matilde Domestico, attiva fin dai primi anni’90, è un autrice in possesso di una poetica assolutamente originale, raffinata e, soprattutto, dotata di un inconfondibile marchio di riconoscibilità, elemento fondamentale in un epoca di evidente omologazione estetica, questo anche in virtù, credo, della apparente semplicità dei materiali usati abbinati ad tecnica assemblatoria dotata di una inesausta fantasia nel proporre sempre inedite soluzioni ed accostamenti arditi e spiazzanti .

L’ossessione formale dell’artista è centrata sull’ uso eclettico e multiforme di un oggetto d’uso comune come la tazza, che rimanda ai riti della quotidianità e dell’immaginario infantile ed è, al tempo stesso, manufatto costantemente presente nella nostra vita di tutti i giorni ed oggetto talvolta di culto nonchè materiale da collezione.

Matilde Domestico predilige, per il suo inesauribile repertorio di assemblaggi, l’uso di tazze lievemente deformate all’origine, gli scarti di produzione, talvolta addirittura il materiale primario della lavorazione, i cosiddetti “sfridi”, con cui dà vita ad opere che di pari si situano tra la dimensione del soprammobile per giungere a quella dell’installazione di ampie dimensioni che non di rado si cimenta con l’ambiente esterno, metropolitano o naturale.

L’oggetto è spesso presentato nella sua nuda “secondarietà” di ready-made, talvolta si avvale della “primarietà” dell’intervento manuale dell’artista, ed è sempre sorretto dall’ausilio del linguaggio, adoperato in chiave ironica, capace di giocare con le assonanze fonetiche legate alla denotazione dell’opera, ad esempio con titoli quali “Colonnazze”, o, per citare un lavoro presente in mostra, “Dondotazze”.

Si può ben dire, senza timore di smentita, come l’apparentemente semplice e disarmante lavoro della Domestico sia in realtà, ad una attenta fruizione, in grado di sintetizzare esemplarmente il clima di questa lunga stagione di passaggio tardo novecentesca.

Infatti, da un lato abbiamo l’inevitabile ed intelligente citazione delle esperienze delle avanguardie storiche, in particolare del dadaismo e della stagione pop, dall’altro un rimando a quella intima poetica del quotidiano che è certo una delle urgenze espressive dell’oggi, per quanto spesso esternata con modalità piatte e banali, ed ancora un concettualismo ironico e sagace, che si dipana con l’accostamento tra le installazioni ed i giochi linguistici correlati, figlio della migliore tradizione italiana e, per questo, in grado di confrontarsi con un orizzonte estetico, nel bene e nel male, globalizzato. tradizione italiana e, per questo, in grado di confrontarsi con un orizzonte estetico, nel bene e nel male, globalizzato.

Nello specifico dell’installazione presso la Boutique Borsalino Matilde Domestico presenta una serie di lavori indicativi della sua linea più recente, dove un elemento gastronomicamente simbolico come il cioccolato viene abbinato, in vari modi e maniere, alle onnipresenti tazze, a creare un contrasto cromatico chiaroscurale ma non solo. Infatti altri elementi inseriti nelle numerose installazioni presenti alterano l’apparente soavità e piacevolezza dell’insieme, provocando negli idilliaci quadretti sensazioni di perturbazione e soffusa sgradevolezza.

Questo effetto è ottenuto con l’immissione di soggetti animali metaforici come le formiche, alcune realizzate in cioccolato, che si introducono come non graditi ospiti tra gli anfratti di tazzine, zollette di zucchero e piattini. La mostra vive quindi di ambivalenze e contrasti : tra dolce ed amaro, bianco e marrone, rilassatezza e repulsione.

Tra le opere che, ad oggi, si preannunciano esposte “Servizio al tavolo” è un’installazione che rispecchia in pieno lo spirito dell’artista ed è costituita da una colonna di piattini impilati sormontati da una teiera la quale, a sua volta, versa del cioccolato su alcuni contenitori disposti sopra un tavolino, ma vanno citate anche le ironiche “Dondotazze”, e “Formica operaia”, costituita da una fila di formiche realizzate in resina, senza dimenticare l’opera che dovrebbe rappresentare l’oggetto centrale della performance finale, cioè le “Tettazze”, seni di porcellana dove i capezzoli sono realizzati con succhiotti rivestiti di fine cioccolato.

Così come è stato alcuni mesi fa per un artista oggettuale di rango come Vittorio Valente, che realizzò in diretta delle suggestive installazioni al silicone sui cappelli, anche in questo caso non manca un omaggio alla Borsalino, con la proposta di due copricapi prodotti nel rispetto della loro morfologia originale, adoperando quindi gli appositi stampi, uno in candida ceramica, l’altro in cioccolato, in conformità con la dicotomia e la sottile ambiguità linguistica che caratterizza questa stimolante personale.

Edoardo Di Mauro, settembre 2005.

Inaugurazione: 5 ottobre, ore 18.30 - 21.30

Boutique Borsalino di Rue de Grenelle 6 - Parigi
Orari: tutti i giorni, esclusi domenica e lunedi'
h 11 - 14, 15 - 19.

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