Galleria Forni
Bologna
via Farini, 26
051 231589 FAX 051 268097
WEB
Doppia personale
dal 21/10/2005 al 17/11/2005
051 231589 FAX 051 268097
WEB
Segnalato da

Silvia Mainardi




 
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21/10/2005

Doppia personale

Galleria Forni, Bologna

Giuseppe Bergomi e Giorgio Tonelli. Sebbene i due artisti utilizzino due diversi mezzi espressivi, il primo la scultura e il secondo la pittura, il loro linguaggio risulta il medesimo, pulito e misurato, frutto di un lavoro lento e meticoloso mirato a depurare l'immagine da qualsiasi particolare superfluo.


comunicato stampa

Giuseppe Bergomi e Giorgio Tonelli

Bergomi e Tonelli espongono insieme e non per la prima volta (l'ultima alla Galleria Sala Parés di Barcellona). L'idea di una mostra a due nasce non solo dalla condivisione della stessa terra d'origine (entrambi nati a Brescia, Bergomi nel '53 e Tonelli nel '42), non solo dalla profonda amicizia che li lega da tempo, ma anche dalla condivisione di intenti che da sempre avvicina il loro lavoro.

Sebbene utilizzino due diversi mezzi espressivi, Bergomi la scultura e Tonelli la pittura, e nonostante rappresentino due diverse porzioni di realtà, l'uno la figura e l'altro prevalentemente il paesaggio, l'ineccepibile realismo che caratterizza il lavoro di entrambi rivela profonde affinità. Il linguaggio è il medesimo, pulito e misurato, frutto di un lavoro lento e meticoloso mirato a depurare l'immagine da qualsiasi particolare superfluo.

Vittorio Sgarbi così analizza l'opera di Bergomi (testo tratto dalla monografia Giuseppe Bergomi. Scultore edita da La Quadra nel 2002).

"Riproducendola Bergomi depura parzialmente la figura, elimina le scorie più intense del vissuto ma senza rinnegarle del tutto, piuttosto appianandole fino a far perder loro il senso del "difetto di vita". Parallelamente le espressioni si bloccano, diventano attonite, quasi imbalsamate, come in uno stato di soprannaturale ipnosi che niente sarebbe capace d'infrangere. (...) Bergomi non vuole giungere all'idealizzazione, alla falsificazione del dato di partenza; non vuole, cioè, rompere il rapporto con la vitalità originaria del soggetto, lo vuole modificare ma non recidere. (...) ... Bergomi intende stabilire uno stadio intermedio fra realtà e idealizzazione, uno stato di parziale sublimazione in cui la realtà si confonde con la nostra vita ma mai al punto di poterci identificare con essa. (...) Assoluto e quotidiano trovano, dunque, il modo di compenetrarsi, senza confondersi del tutto in qualcosa di nuovo ma senza poter più fare a meno l'uno dell'altro. E' in questa ambiguità che consiste il fascino interiore delle figure di Bergomi, in questa loro apparente, illusiva familiarità che poi ci accorgiamo essere distanza impalpabile, sottile estranizazione della nostra vita. Allo stato di sublimazione delle figure corrisponde il nostro stato di sospensione nel distinguere il simile dal vero, in un primo momento causa di disorientamento ma, poi, motivo di intense suggestioni liriche. Donne come Alma col lenzuolo o Il busto di Alma, sono divinità casalinghe "Veneri" in pantofole con le quali non è però possibile stabilire, malgrado l'apparente disponibilità, un'eccessiva confidenza. C'è sempre un po' di freddezza in loro che annulla il richiamo che ci provocano le loro labbra, le loro fattezze morbide ed eleganti. In fondo sono sempre divinità, anche se scese in terra e calatesi in vesti mortali, anche se scoperte all'improvviso davanti alla toelette. E' da questo processo, dalla sublimazione della realtà di cui ogni opera d'arte diventa manifestazione, che nasce il classicismo di Bergomi. (...)"

Queste la parole di Lea Mattarella per descrivere l'opera di Tonelli "... Tonelli non seduce travestendo, non infiocchetta nè infioretta, non orna nè abbellisce. Anzi. Elimina. Ammazza il superfluo, ritaglia il suo universo lavorando esclusivamente su forme e luci. Ama la geometria di un frammento di cielo terso, la perfetta, lucida rotondità d'acciaio di un silos, la nitidezza di un'ombra che fa da controcanto a un edificio dorato, la sagoma di una fabbrica che si staglia scura all'imbrunire. Per catturare lo sguardo, farlo soffermare a lungo su questo mondo che ia incastrato in maniera così abile, Tonelli sceglie la nitidezza, l'impassibilità, la limpidezza. Ti fa ascoltare il silenzio. (...) Tonelli si incontra per un attimo con la realtà e da lì crea la sua astrazione. (....) Tonelli fa dell'immobilità una forza irresistibile.

Catalogo della mostra introdotto da un dialogo fra Bergomi, Tonelli, Lea Mattarella e Marco Di Capua

Immagine: Bergomi, Nudo con spugna, 2001, bronzo, cm185

Inaugurazione: 22 ottobre 2005, ore 18

Galleria Forni
Via Farini, 26 - Bologna
Info:forni@galleriaforni.it

Orari di apertura: 9,30-13 e 16-19,30, chiuso lunedì mattina e festivi. Ingresso libero.

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