Open Art
Prato
viale della Repubblica, 24
0574 538003 FAX 0574 537808
WEB
Paul Jenkins
dal 11/11/2005 al 31/1/2006
Tutti i giorni 10.30-12.30 e 16.00-20.00 escluso Domenica, Lunedi' e Festivi

Segnalato da

Galleria Open Art



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Paul Jenkins



 
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11/11/2005

Paul Jenkins

Open Art, Prato

Il viaggio. La mostra comprende opere su tela e carta realizzate dal 1954 al 2003, incluse Marsh (1954), Rosetta Stone (1955), Phenomena High Octane (1960), Phenomena Heaven Shield (1966), Phenomena Tibet Landscape (1974), Phenomena Sun Shade (1985) e Phenomena on Night Watch (2003)


comunicato stampa

Il viaggio. Opere 1954-2003

Nell'ambito della rassegna di mostre sui grandi protagonisti dell'arte contemporanea nella seconda metà del XX secolo, in corso alla Galleria Open Art di Prato, non poteva mancare una mostra dedicata al grande artista Paul Jenkins.

Ad oltre cinquant'anni dalla prima mostra personale, a Parigi (Jenkins è nato nel 1923 a Kansas City, Missouri), il processo di evoluzione pittorica in Jenkins si è arricchito negli anni di un uso gestuale e del colore, all'interno di una potente suggestione spaziale. Le opere di Jenkins, definite nel 1959 "composizioni di luce" dal critico d'arte parigino Pierre Restany, sono state paragonate a quelle di Velasquez e degli Illuministi spagnoli, mentre il critico d'arte americano Kenneth B. Sawyer (1956) le ha accostate a quelle della Scuola veneziana.

Durante gli anni da studente presso la Art Students League di New York dal 1948 al 1952, dove tra gli altri aveva come insegnanti Yasuo Kuniyoshi e Morris Kantor, la produzione artistica di Jenkins spazia da opere ad olio, realizzate su tela, a quelle ad inchiostro su carta. Durante questi anni conosce Mark Rothko (1951) e Jackson Pollock (1952), con i quali stringe rapporti di amicizia. In qualità di studente, a New York frequenta il Frick Museum, dove ammira opere di Goya, Rembrandt, Turner, Georges de la Tour, Vermeer, Bellini e Holbein. Introdotto agli insegnamenti di G. I. Gurdjieff attraverso l'opera In cerca del Miracoloso, di P. D. Ouspensky, Jenkins prende coscienza dei concetti di Gurdjieff relative all'arte obiettiva: teoria che lo colpisce profondamente ma che ben presto respinge.

Nel 1953 intraprende un viaggio in Europa. Approda a Genova, poi si reca a Napoli per qualche tempo ed infine in Sicilia, a Taormina, dove si ferma parecchi mesi e produce una serie di opere su tela. Di qui si sposta a Siviglia per assistere alla celebre processione di Pasqua, e di qui a Madrid, dove rimane assai impressionato dal Museo del Prado. Prima di tornare in Italia, a Roma, compie un viaggio a Parigi, dove decide di stabilirsi, ed incontra Jean Dubuffet, Michel Tapié, Pierre Restany, Hundertwasser, Etienne Martin, Mark Tobey, Kenneth B. Sawyer e gli artisti americani che qui si sono stabiliti. Il mercante d'arte di Seattle, Zoe Dusanne, che aveva incontrato a Parigi nel 1953, gli organizza la prima personale negli Stati Uniti, nel 1955. Intanto a Parigi, nel 1954, aveva incontrato anche Martha Jackson e nella sua galleria, a New York, Jenkins esporrà le sue opere nel 1956, nell'ambito di una mostra personale.

Dopo la sua prima mostra personale presso lo studio di Paul Facchetti, a Parigi, e presso quello di Zoe Dusanne, a Seattle, Jenkins torna a New York, dividendosi tra questa città e Parigi. A New York conosce Willem de Kooning (che più tardi, nel 1963, gli cederà il loft), Franz Kline, Ad Reinhardt, Phillip Guston, l'editore George Wittenborn, Robert Motherwell, Conrad Marca-Relli e Nicolas Carone, oltre allo scultore Philip Pavia, fondatore del Club degli Artisti e destinato a diventare un grande amico di Jenkins. Negli anni Cinquanta incontra Alberto Burri a New York, Eduardo Paolozzi a Parigi e Lucio Fontana a Venezia. In Italia, le prime mostre collettive che includono opere di Jenkins si tengono in varie città: Genova, Milano e Torino... e, nel 2000-2001, presso la Basilica Palladiana di Vicenza.

Durante il suo primo viaggio in Europa, Jenkins aveva avuto modo di ammirare gli affreschi di Pompei e, a Parigi, le opere di Wols, la luce emanata dai pastelli di Odilon Redon e la struttura e i colori luminosi delle ébauches di Gustave Moreau. Attraverso l'uso di inchiostro di china su carta e di olio e smalto su tela, Jenkins sviluppa la tecnica della colatura di colore, per il quale diventerà famoso. Nella seconda metà degli anni Cinquanta, istituzioni come il Whitney Museum of American Art di New York e il Seattle Art Museum, insieme a collezionisti come Peggy Guggenheim e Joseph Hirshhorn, acquistano alcune delle sue opere. Al 1956 risale la prima mostra di Jenkins a Londra, dove continua ad esporre anche oggi con una mostra alla Redfern Gallery di opere su tela a partire dagli anni Cinquanta. Nel 1958, Jiro Yoshihara lo invita a collaborare con il gruppo Gutai di Osaka e, nel 1964, trascorre diversi mesi in questa città. Nel 1959 comincia ad interessarsi alle opera di Kant e Goethe; in particolare, agli esperimenti di Goethe con il prisma e il fuoco.

Negli anni Sessanta, utilizzando un coltello d'avorio per orientare le colate di colore su carta o su tela, giunge a differenti cicli di opere che definisce Phenomena, seguite da una frase poetica o da parole-chiave. Martha Jackson produce un film sull'artista al lavoro, The Ivory Knife, che a Venezia, nel 1964, riceve il Golden Eagle Award. Un altro aspetto del suo lavoro artistico, poco conosciuto ma coltivato per molti anni, è la scultura con materiali diversi. Un'opera di grandi dimensioni realizzata in acciaio, Meditation Mandala Sundial, è in mostra permanente nello sculture garden dell'Hofstra Museum, nei pressi della città di New York. Nel 1987, il suo dramma in musica Shaman to the Prism Seen viene presentato per cinque sere consecutive all'Opera di Parigi nella Salle Favart. Per l'occasione, Jenkins dipinge due opere su vasta scala e numerosi pannelli verticali per il palcoscenico. Nel 1988 dipinge alcune scene in colore su seta per uno spettacolo nella Grande sala del Popolo di Pechino, oltre che una serie di stendardi per la Grande Muraglia.

L'estate scorsa, Paul Jenkins ha esposto un ciclo speciale di dipinti nell'antica abbazia cistercense (risalente al XII secolo) di Silvacane, non lontano da Aix-en-Provence (luglio-settembre 2005). Da settembre a novembre 2005, il Palais des Beaux-Arts di Lille ospiterà una mostra delle sue opere principali (Oeuvres Majeures).

La mostra di Prato comprenderà opere su tela e carta realizzate dal 1954 al 2003, incluse Marsh (1954), Rosetta Stone (1955), Phenomena High Octane (1960), Phenomena Heaven Shield (1966), Phenomena Tibet Landscape (1974), Phenomena Sun Shade (1985) e Phenomena on Night Watch (2003)

Immagine: Paul Jenkins, "Taino Eye", 1957, olio su tela, cm.96,5 x 96,5

Catalogo a cura di Bruno Corà

Inaugurazione: Sabato 12 Novembre 2005 alle ore 17:00

Galleria Open Art
Viale della Repubblica 24 - Prato
Orario: 10:30 - 12:30 / 16:00 - 20:00 escluso Lunedì e Festivi

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