Museo d'Arte Contemporanea di Lissone MAC
Lissone (MB)
viale Padania, 6
039 2145174 FAX 039 461523
WEB
Gino Meloni
dal 18/11/2005 al 29/1/2006
da Martedi' a Venerdi' h. 15.00-19.00, Sabato e Domenica h. 10-12 e 15-19. Lunedi' chiuso

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Museo d'Arte Contemporanea



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Gino Meloni



 
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18/11/2005

Gino Meloni

Museo d'Arte Contemporanea di Lissone MAC, Lissone (MB)

Informale europeo. Una mostra che concentra l'attenzione su un periodo specifico della ricerca dell'artista: 15 anni a cavallo tra i '50 e i '60, durante i quali Meloni nei suoi dipinti abbandona una figurazione esplicita per sviluppare una ricerca di carattere informale evidenziando contatti e riferimenti con l'esperienza storica europea.


comunicato stampa

Informale europeo

Il centenario della nascita di Gino Meloni (Varese 1905 - Lissone 1989) non poteva passare inosservato per il nuovo Museo d’arte contemporanea di Lissone - recente è il riconoscimento della sua valenza museale da parte della Regione Lombardia - anche se in passato varie sono state le occasioni di proporne l’opera. Ha preso così forma una mostra che non cerca questa volta di percorrerne tutto l’iter creativo ma concentra l’attenzione su un periodo specifico della sua ricerca che interessa una quindicina d’anni a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, durante i quali egli abbandona una figurazione esplicita per sviluppare una ricerca di carattere informale.

Proprio in questi anni egli propone e poi segue attivamente l’organizzazione del Premio Lissone, che richiama nella città brianzola i grandi maestri dell’informale europeo, le cui opere costituiscono il nucleo fondamentale della collezione del Museo lissonese. Sono inoltre gli anni in cui la critica internazionale (fra i più acuti osservatori della sua opera di quegli anni vanno ricordati Will Grohmann e Marcel Brion) si sofferma con più attenzione sulla sua opera evidenziandone la modernità e rapportandola alle esperienze più importanti dell’informale europeo.

La ricerca delle opere da presentare ha portato ad esplorare importanti collezioni storiche private lombarde che hanno raccolto le opere di Meloni accanto a quelle dei grandi maestri di quegli anni. Si sono così selezionati una cinquantina di lavori che raccontano il divenire di questa ricerca che parte dalla dissoluzione dell’immagine per muoversi successivamente in ambito materico prima e in funzione della pura rappresentazione di atmosfere e trasparenze poi.

Punto di partenza sono alcune opere in cui egli racconta Venezia, una sua particolare Venezia fatta di grandi colori e di materia che si trasfigurano dentro una logica narrativa che trascende le forme, ma rivive lo spirito di una storia visiva che si immerge nella luce dell’arte bizantina. E, a seguire, si percorrono le terre della Brianza attraverso grandi macchie di colori, a volte costruite o complicate da un segno disordinato che poi si compatta nell’insieme dell’immagine. Per giungere a immagini assolute dove una presenza, fatta spesso di colori ma qualche volta di solo nero, costruisce atmosfere che vibrano per se stesse e che, anche se non rimandano a sensazioni visive già frequentate, riescono a sollecitare l’emozione di chi le accosta.

Il percorso informale di Gino Meloni evidenzia in particolare contatti e riferimenti con l’esperienza storica europea, riferibile soprattutto a Fautrier e Hartung e in alcuni momenti a De Stael, e si sviluppa poi in modo del tutto personale negando da un lato la forma anche nei suoi risvolti di pura materia e riscoprendo dall’altra le suggestioni coloristiche della natura che costituiscono un primo recupero del rapporto con il mondo reale.

Nel suo divenire l’opera di Gino Meloni ha ottenuto importanti riscontri, tra i quali vanno segnalate presenze significative alle Biennali di Venezia (nel 1956 e nel 1964 gli viene assegnata una sala personale, ma già vi aveva partecipato, sempre con un gruppo di opere, nel 1948, 1952 e 1954) che hanno sollecitato anche un interesse internazionale che si è sostanziato in mostre presentate in Germania allo Städtisches Museum Morsbroich di Leverkusen (1957), negli Stati Uniti nella prestigiosa Alexander Jolas Gallery di New York (1960) e in Francia alla Galerie Pierre Domec di Parigi (1963) e poi con una serie di altre rassegne in Svizzera, Austria, Belgio (e ancora Germania) nei quindici anni successivi.

Lungo è l’elenco delle esposizioni personali in Italia, soprattutto a Milano (vi espone per la prima volta alla Galleria Mazzucchelli nel 1939) dove è seguito da galleristi avveduti come Gino Ghiringhelli, ma soprattutto Guido Le Noci, e poi Giovanni Fumagalli. e Alberto Montrasio (a Monza).

Fra le esposizioni in spazi pubblici sono da ricordare l’antologica alla Rotonda della Besana, ordinata da Marco Valsecchi nel 1971, e le retrospettive a Lissone nel 1980 a cura di Mario De Micheli e nel 1985 a cura di Luciano Caramel, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1988 a cura di De Micheli. E, dopo la morte, le rassegne alla Permanente di Milano (1995, antologica a cura di De Micheli), al Circolo della Stampa (2000, a cura di Elena Pontiggia), alla Galleria d’Arte Contemporanea di San Donato Milanese (2002, a cura di Angela Madesani), alla Civica Galleria d'Arte Contemporanea di Lissone (2002, a cura di Flaminio Gualdoni), alla Galleria Civica E. Mariani di Seregno (2005, a cura di Flavio Arensi).

La mostra “Gino Meloni informale europeo”, curata da Luigi Cavadini, direttore artistico del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, si avvale dei patrocini della Regione Lombardia - Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, della Provincia di Milano e della Provincia di Varese ed è accompagnata da un catalogo che mette a fuoco con opere e testi lo specifico momento di ricerca informale dell’artista e si completa con la mostra “Gino Meloni. Opere grafiche” proposta negli spazi della Biblioteca Civica per iniziativa della Famiglia Artistica Lissonese.

Conferenza stampa: venerdì 18 novembre, ore 11,00 (sede Museo)

Inaugurazione: sabato 19 novembre, ore 18,30

Museo d'Arte Contemporanea
V.le Padania 6 - Lissone (Mi)

Orari: da martedì a venerdì: 15,00- 19,00; sabato e domenica: 10,00 - 12,00 / 15,00 - 19,0 chiuso lunedì, Natale, Santo Stefano e Capodanno.

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