La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale
Firenze
via de Coverelli, 27r
055 284435 FAX 055 284435
WEB
4me
dal 21/1/2006 al 1/2/2006
Dal Martedi' al Sabato ore 16-19.30 e su appuntamento

Segnalato da

La Corte




 
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21/1/2006

4me

La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale, Firenze

'For me' o il dono dell'artista a se stesso, la ricerca di un'identita', di un'individualita' espressiva, di un diverso modo di osservare la realta'. Ma anche 'forme' ricercate e improvvisamente trovate oltre la razionalita'. Qui gli artisti sono 4, con 4 concezioni dell'arte e diversi progetti formali: Marta Luppi, Manuela Mancioppi, Andrea Marini e Alessandro Secci con dipinti, fotografie, sculture e installazioni.


comunicato stampa

Mostra collettiva

a cura di Fiorella Nicosia

“For me" o il dono dell’artista a se stesso, la ricerca di un’identita', di un’individualita' espressiva, di un diverso modo di stare al mondo, di osservare la realta' e di immaginare le cose. For me ma anche FORME ricercate, scoperte, improvvisamente trovate oltre la razionalita', oltre la rappresentazione o l’interpretazione. Forme colte sul ciglio di una strada, dietro un finestrino sfuggente, accumulate, moltiplicate, gettate in un angolo, sognate in una notte di insonnia, viste sullo schermo di un Pc, ideate e lasciate fluire dallo scorrere delle mani sulla materia. Ogni artista cerca la sua forma, scavando nella propria sensibilita' visiva e poetica alla ricerca di un personale sguardo e di un’idea emozionale e autocosciente.

Nell’eterna questione tra “forma significante" ed “espressione emotiva", nel conflitto sempre aperto tra progettazione e istinto creativo e nella logica binaria modernista di forma/contenuto o di astrazione/figurazione, si puo' giungere infine a rintracciare la vera essenza dell’arte, suggerita da molti artisti contemporanei: quella della forma come visione “privata", come sintesi visiva e semantica del proprio personale immaginario che si offre “in dono" agli spettatori, alla gente comune, all’umanita', ma soprattutto a se stessi, come condizione necessaria e personale di comprensione del mondo.

Qui gli artisti sono 4: quattro concezioni dell’arte, quattro diversi progetti di forme -che con un ulteriore gioco di senso linguistico abbiamo definto “Fourme"- che alterano il reale in un senso riflessivo e autentico. Ciascuno, per creare il proprio mondo morfologico e semantico, ha ribaltato l’equilibrio visivo, ha superato l’idealismo della materia e la regolarita' dello spazio tradizionale.

Addentrandoci nell’universo di Marta Luppi incontriamo forme colorate a mano leggera o a tinte piu' intense, come apparizioni istantanee di immagini catturate dagli occhi, da un punto di vista “particolare" e sottratte alla realta' in una rielaborazione immaginata. In un ideale percorso quasi biomorfico, ritmico, sensoriale, le piccole scatolette dipinte si rivelano come fotogrammi di un mondo scelto, frammentato, selezionato dal proprio sguardo sensibile, attento, presente nel catturare cio' che emotivamente ha gia' trovato dentro di se'. L’artista non cerca, trova, diceva Picasso parlando di se stesso. Lo sviluppo creativo di Marta e' appunto quello di trovare, scegliere, “isolare" che, come scrisse Deleuze, significa <>. Territorio comune ai quattro artisti e' proprio questo senso di opporre il “figurale" al figurativo (per dirla ancora con Deleuze), evitando i due estremi dell’astratto (come forma pura) e della figurazione (come narrazione), giungendo alla forma come dilatazione di se stessi.

Anche il corpo esibisce la sua non figurativita', il suo essere presente, riconoscibile ma quasi irreale, spirituale, “senz’organi", come quello del video skynsky di Manuela Mancioppi che nella sua collaborazione con l’artista-compositore Ongakuaw (aka Andrea Ferrara) si attribuisce lo pseudonimo di ZoMM. Nei frammenti di pelle che irrompono come geometriche finestre da cui osservare e spiare l’organicita' del corpo inafferabile, costantemente mobile, quasi invisibile, intravediamo un sogno, una riflessione esistenziale ad occhi chiusi sullo sfondo di sottili nuvole che passano. Il sogno e' ancora una volta un fotogramma, un frammento, un istante catturato dall’occhio digitale. Le parti isolate del corpo, il capezzolo e l’ombelico, costanti concettuali del lavoro della Mancioppi, si fanno metafora di un’idea dell’essere, della sua ambigua forma di organismo unico e complementare, esterno e interno, estroflesso e interiore, maschile e femminile.

La parte per il tutto, un tutto armonico che e' l’esterno e l’interno del corpo come pieno e vuoto delle scatole da cui spiare un mondo “oltre". La ricerca della forma diventa, dunque, desiderio di nuova nascita, di metamorfosi corporea e trasformazione poetica per una diversa visione del reale. Come le affascinanti sculture-creature di Andrea Marini che si autogenerano e prolificano in intere famiglie di organismi nuovi che stanno a meta' tra il mondo vegetale e quello animale, tra l’umano e l’artificiale, tra una vita biologica primordiale e un’esistenza post human, in cui il tecnologico ha lasciato spazio alla manipolazione naturale, spontanea e poetica della forma.

Gli “agglomerati" di esseri biomorfici, chiusi nelle loro dimore-alveoli, nei loro bozzoli vitrei come membrane di placenta, come feti racchiusi in incubatrici protettive si moltiplicano in un divenire quasi vivente, dove la materia si confonde con la vita, l’arte con la scienza. L’artista-creatore si trova, cosi', nella condizione di osservare, analizzare, interpretare il reale per denunciarlo, criticarlo o distaccarsene attraverso una propria sintesi ideale. La realta' delle Superfici e dei Multipli di Alessandro Secci e' quella dell’accumulo, dello scarto, della moltiplicazione ossessiva delle cose, degli esseri, degli oggetti che circondano la nostra quotidianita', rendendoci anonimi, indifferenti, uniformi e “monocromi", nel pensiero e nelle azioni. I suoi piccoli omini, come i fazzolettini di carta usa e getta, sono metafora della nostra condizione umana fragile, indotta, artificiale, frammentata, assemblata, pronta all’uso e all’autodistruzione.

Opening: Domenica 22 gennaio ore 11

Galleria La Corte
via de’Coverelli, 27r - Firenze
Orari: Dal Martedi' al Sabato ore 16/19.30 e su appuntamento

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