Quel che resta del vuoto. In mostra le sculture in ferro, simbolici moduli di quell’unita' di misura che permette all'artista di tracciare le coordinate dello sviluppo dello spazio, e due grandi interventi realizzati a fusaggine su tela bianca.
Quel che resta del vuoto
A cura di Loredana Rea
Martedi' 23 maggio 2006, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Rosella Restante. Quel che resta del vuoto, curata da Loredana Rea.
La mostra, e' il sesto e ultimo appuntamento di Appunti quotidiani, ciclo tematico di approfondimento, ideato dai critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea.
Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sei artisti - Rosella Restante, Giovanni Liberatore, Renzo Bellanca, Marco D’Emilia, Stefano Giovannone, Rita Mele - differenti per formazione, scelte operative, metodologie espressive e progettualita' di lavoro, si confrontano su un terreno comune, il quotidiano impegno nell’ampio e multiforme territorio della sperimentazione contemporanea. L’intento critico e' quello di riflettere sul presente, per cogliere le motivazioni profonde del fare arte e ipotizzare verso dove si stanno incanalando la sperimentazione creativa e le problematiche progettuali di oggi.
Rosella Restante ha elaborato una installazione concettualmente complessa ma ricercatamente elementare nella sua concretizzazione, che si pone come emblematica riflessione sulle differenti concezioni della nascita della materia. Il dualismo intrinseco al pensiero occidentale, contrapposizione spesso drammatica, spinge, la ricerca di Restante ad una trasmigrazione nello “SPAZIO-VUOTO"? del pensiero orientale, nel tentativo di una conciliazione , segretamente consegnata all’osservazione del reale.
Pochi sono gli elementi che la compongono: nel minimale bianco e nero della galleria, si inseriscono due grandi interventi realizzati a fusaggine su tela bianca, mentre al centro sono poste tre emergenze scultoree. Sulle tele, tese a ricoprire completamente le pareti prescelte, lascia apparire segni neri che l’artista definisce “la sottile meraviglia nell’oscurita' misteriosa", evocano l’intrecciarsi dei rami di alberi frondosi, il fruscio sommesso delle foglie che vibrano al vento, la luce del sole che si insinua negli interstizi per disegnare altre forme, fatte di immagini semplificate, fino quasi a diventare schemi simbolici, pittogrammi orientali, che pure combinandosi conducono inevitabilmente alla familiarita' con le cose, alla somiglianza.
Le sculture in ferro, simbolici moduli di quell’unita' di misura che le permette di tracciare le coordinate dello sviluppo dello spazio, sono sia proiezioni di luce sulla parete, sia sedili che non possono essere fruiti come a sottolineare emblematiche assenze.
A dominare e' uno studiatissimo senso del vuoto, che non si presenta pero' nella vacuita' del nulla ma nella pienezza vitale che da' origine a tutte le forme del mondo, offrendo alla creativita' sempre nuovi stimoli.
A Studio Arte Fuori Centro per questa sua nuova personale romana, Rosella Restante infatti ha costruito uno spazio poeticamente vuoto, in cui ogni cosa, anche i segni piu' piccoli, sempre irrevocabili e ben assestati, contiene e allo stesso tempo rinvia alla pienezza della realta' esterna, perche' cio' che interessa l’artista non e' la rappresentazione, ne' la restituzione mimetica del reale, ma la possibilita' di cogliere il senso che lo anima, identificandosi con esso per superare l’inquietante precarieta' che lo pervade.
Studio Arte Fuori Centro
via Ercole Bombelli, 22 - Roma