Associazione Culturale Satura
Genova
piazza Stella, 5/1
010 2468284 FAX 010 6046652
WEB
Sei mostre
dal 26/5/2006 al 13/6/2006
dal martedi' al sabato ore 16,30 - 19,00; chiuso lunedi' e festivi

Segnalato da

Satura Gallery




 
calendario eventi  :: 




26/5/2006

Sei mostre

Associazione Culturale Satura, Genova

Verranno presentate sei personali degli artisti Pierre Amiel, Maurizio Morandi, Lee Bon Gyu, Franco Repetto, Johan F. Luan, Roberto Ricci.


comunicato stampa

Pierre Amiel, Maurizio Morandi, Lee Bon Gyu, Franco Repetto, Johan F. Luan, Roberto Ricci

Pierre Amiel
A cura di Mario Napoli

“La mia pittura e' “astratta" poiche' non ha alcun richiamo diretto al figurativo; infatti si pone a meta' strada tra le due forme espressive.

Attraverso i colori ed il movimento io cerco:
di suscitare una “forte emozione" piacevole o sconcertante, serena o opprimente, proiezione pittorica della mia sensibilita' nei confronti della vita;
di suscitare l’oblio del presente materiale per un’immersione in un mondo emozionale personale e unico.

Dal punto di vista visivo nessun elemento concreto deve turbare l’immaginario ed e' per questo che la mia firma e' apposta sul retro della tela.
Tutte le tele hanno un titolo perche' ci vuole… Per il pittore e' la chiave emozionale dello stato che egli stava vivendo nell’atto di concepire l’opera.
Lo spettatore deve astrarsi dai titoli, prevale la sua sensibilita' ed e' l’emozione che egli prova che gli permettera' di raggiungere il pittore e i suoi riferimenti". (Pierre Amiel)

“La prima volta che ho visto i quadri di Pierre Amiel, in una galleria di Londra, sono rimasta molto colpita dal suo stile completamente nuovo e inusuale, dall'estrema facilita' nel passare da tele pacate e armoniose, dove si puo' percepire l'origine orientale dell' artista, a tele dove sembra che il sole abbia infuocato i colori. L' aspetto piu' interessante e' che il quadro non ha confini. I paesaggi astratti che compaiono sulla tela improvvisamente pervadono lo spazio e sembrano non finire mai. In particolare un' installazione chiamata 'Patagonia' in una piccola stanza della galleria: tele grandi come le pareti della stanza ritraevano i paesaggi di neve, ghiacci e iceberg, dilatati come se fossero davanti ai nostri occhi e il suono dei gabbiani registrato sul luogo faceva da accompagnamento musicale. Ho sempre sognato di andare in Patagonia e quel giorno ero li'. “(Susanna Rossini).

Inaugurazione: sabato 27 maggio 2006 ore 17,00 - sala maggiore

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Maurizio Morandi

Gli istanti in bianco e nero

A cura di Viola Lilith Russi

Come scatti fotografici, frammenti di memoria, quaderni di vita, gli acrilici dell’artista di Gallarate Maurizio Morandi ridisegnano il tempo “in bianco e nero" dei mitici anni ’50 e ’60.
Ad emergere sospesi, immortalati, catturati nel loro istante di trionfo, sono i ritagli giornalistici e cinematografici delle immagini impresse sulla “pellicola dei sogni" di Morandi.
Fotogrammi da “Il delitto perfetto", “Pleasantville", “Il grande Lebowski", l’attimo fuggente dei ciclisti in corsa o il salto di un giovanotto sulla sua smagliante auto da corsa, sono i colpi di fulmine dell’artista verso un orizzonte passato ma vivo, mitizzato quanto vibrante di una vociante comunicativita'.

La curiosa percezione di un “fermo-immagine" nelle opere di Morandi, e' infatti vivificata dal sentore che qualcosa debba accadere; che ad un tratto i personaggi, dipinti con impeccabile perfezione, continuino a fare cio' che si erano ripromessi, prima di essere immortalati per sempre nel vissuto e nell’occhio dell’artista.

Ci si aspetta allora di sentire il ruggire di un motore o la tenue e rassicurante colonna sonora di una calda giornata di ferie “anni 60". Per un attimo tutto si anima, sugli sfondi colorati che Morandi dona alle immagini come accesa testimonianza di un presente emotivo che dialoga con la propria storia.

Inaugurazione: sabato 27 maggio 2006 ore 17,00 - sala prima

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Lee Bon Gyu
A cura di Monica Michelotti

Nella scultura di Lee Bon Gyu emergono forme geometriche perfette, fondali illuminati da acque cristalline e trasparenti, pietre galleggianti non sottoposte al peso della gravita'. Tanti piccoli cubi ricostruiscono forme diverse, speroni rocciosi, ali d'uccello, simboli di organi genitali maschili e femminili. Le superfici del marmo vengono riempite o svuotate da punti a volte piccoli ed invisibili e altre volte molto evidenti, essi sono simili ad una sinfonia musicale, dove si possono udire note acute e lievi. All'interno di una forma geometrica si trovano spaccature, ferite, dove la luce esterna sembra lasciare intravedere la parte interna, nascosta e misteriosa della materia. Le fratture volute dell'artista ci mostrano come nel lavoro creativo, qualunque sia la gioia del creare, c’e' sempre un elemento importante di sofferenza.

Lee Bon Gyu gioca con il marmo, ed e' un modo sia di esplorare che di controllare la realta' e' un modo di scoprire le potenzialita' e i limiti del materiale. Giocare come sognare, e' un modo di elaborare una fantasia che puo' essere conscia o inconscia. Gioco e arte, hanno entrambi bisogno dell'immaginazione. Lee Bon Gyu attraverso le sue sculture, cerca di comunicare con gli altri e provocare nel pubblico un interesse. L'essenza del suo lavoro scultoreo, sta nel suo linguaggio espressivo autentico, semplice con soluzioni nuove. Tutti i bambini e tutti gli adulti giocano, pero' pochi diventano artisti. Auguro a Lee Bon Gyu che la strada intrapresa, gli porti buoni frutti e sappia donare un messaggio espressivo forte, per tradurre il suo sogno in realta'.

Inaugurazione: sabato 27 maggio 2006 ore 17,00 - sala pozzo

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Franco Repetto
A cura di Mario Napoli

Intendo macchine che con la loro azione non producano nulla fuorche' suggestioni. Sculture attive che, con moti silenti e sonori, sappiano evocare ed incuriosire. Il movimento dona carattere e corpo agli spazi circoscritti che, sino a poco prima, apparivano immobili ed invisibili". (Franco Repetto)

Attraverso il linguaggio plastico-tridimensionale, l’opera scultorea non ha piu' il distaccato compito di descrivere e far bella mostra di se' attraverso l’abilita' del suo autore, bensi' di suggerire, evocare, indurre al pensiero.
L’osservatore, attraverso il filtro delle sue sensibilita' e tradizioni, e' invitato ad “andare oltre" alla semplice contemplazione e adottare una visione piu' contemporanea, creando lui stesso con l’opera una sorta di intimo ed autonomo dialogo.
Per far si' che cio' avvenga, e' indispensabile una disponibilita' attiva all’ascolto, alla ricezione, alla rielaborazione e ad un elementare “distacco" dalla tradizionale visione della scultura e da come essa veniva generalmente e genericamente prefigurata.
Intendo le mie opere come spunti, mai come preziosi, virtuosi, compiaciuti ed immobili oggetti
fisici preposti all’arredo.

Franco Repetto nasce a Genova nel 1954. Si diploma al Liceo Artistico Statale della sua citta'. Dal 1972 si dedica costantemente alla scultura, iniziando l’attivita' espositiva nel 1973. Nel 1974 si trasferisce a Firenze, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti (Scuola di Scultura), diplomandosi nel 1978. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Attualmente insegna Figura e Ornato Modellato presso il Liceo Artistico Nicolo' Barbino di Genova ed e' docente di Plastica Ornamentale e Tecniche della Scultura presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. francorepetto@libero.it

Inaugurazione: sabato 27 maggio 2006 ore 17,00 - sala colonna

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Johan F. Luan
A cura di Alessandra Gagliano Candela

Un piccolo uomo di cera ruota lentamente su se stesso. Dietro di lui una mappa, sulla quale e' disegnata la sagoma di un paesaggio dell’Ottocento, “Dopo la pesca" di Antonio Varni, barche e figure su una spiaggia.

L’installazione di Johan F.Luan (Cile) unisce in se' elementi diversi che si ricollegano all’idea del paesaggio, congiungendo le tecniche attraverso la traccia del segno, di un disegno che supera l’idea della bidimensionalita' per entrare nello spazio reale.

E’ il luogo ideale la meta di questa sua ricerca senza fine che si conclude in se stesso? Il viaggio circolare dell’uomo di cera attrae lo sguardo e, nel seguire il suo percorso, l’occhio vaga alle sue spalle riconoscendo i tratti della citta' reale, il segno dell’opera passata, sfiora e supera la superficie delle cose, crea un ponte attraverso il tempo.

Il segno sicuro ripercorre un quadro piu' antico, la mappa offerta e' quella dell’esistere, di un qui ed ora che si inserisce nel flusso della storia. Un viaggio che l’artista ha compiuto a ritroso e nel quale molte saranno le sorprese future.

Inaugurazione: sabato 27 maggio 2006 ore 17,00 - sala cisterna

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Roberto Ricci
A cura di Mario Napoli

Da memorie del passato, schizzi, pastelli, oli su tela, nasce questa presentazione che attraverso l'elaborazione digitale di quelle immagini e la successiva stampa su tela propone una serie di lavori incentrati sulla figura femminile.

Il linguaggio espressivo si sviluppa in un percorso in cui la figura, costituisce la base di trasfigurazioni ed esplorazioni che si articolano in una contrapposizione di campi cromatici, facendo emergere enigmatiche suggestioni figurative.

I corpi, nella loro apparente fisicita', fanno vibrare l'atmosfera in cui sono immersi in un gioco di segni e di colori mantenendone inalterata la loro plasticita'.

Caso e volonta' confluiscono in una contaminazione di figure e colori che in una ricerca continua di interpretazione dell'immagine lasciano affiorare il mondo fantastico dell'immaginario.

Inaugurazione: sabato 27 maggio 2006 ore 17,00 - sala portico

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Immagine: Pierre Amiel

Satura
piazza Stella 5/1 - Genova

Orari: dal martedi' al sabato ore 16,30 - 19,00; chiuso lunedi' e festivi

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