Museo Leonardiano
Vinci (FI)
piazza dei Guidi (Palazzina Uzielli)
0571 933251 FAX 0571 567930
WEB
Jiangsu Modern Chinese Ink Painting
dal 16/10/2006 al 6/1/2007
9.30 - 19.00 (ottobre), 9.30 - 18.00 (novembre - gennaio)
050 36985

Segnalato da

Matilde Meucci - Ufficio Stampa




 
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16/10/2006

Jiangsu Modern Chinese Ink Painting

Museo Leonardiano, Vinci (FI)

Arte contemporanea dalla Cina. Opere di Nie Weigu, Zhou Jingxin, Cui Jian, Zhu Jianzhong, Liang Yuan e Zhu Doping.


comunicato stampa

Arte contemporanea dalla Cina

Nell'ambito degli scambi interculturali instaurati dalla Regione Toscana con la Cina, il Museo Leonardiano, ospitera', nelle sale adibite alle esposizioni temporanee, le opere di una ventina di artisti provenienti dalla provincia dello Jiangsu.

Un'occasione particolare per affacciarsi sulla complessa realta' dell'arte contemporanea cinese. I lavori presentati, una selezione di circa cinquanta dipinti, permetteranno di osservare le evoluzioni contemporanee della tecnica relativa alla pittura ad inchiostro e acqua, un'arte antica che diventa in questo caso spazio di confronto e di sperimentazione con gli stili occidentali e con la tradizione, una elaborazione di modi di visione differenti.

Attraverso gli artisti scelti, rappresentativi della produzione artistica della regione e in specifico delle ricerche svolte dall'Accademia d'arte di Nanchino (Nanjing), -alcuni dei quali gia' affermati a livello internazionale-, si proporra' un percorso possibile nell'attualita' culturale cinese. L'iniziativa e' organizzata dal Museo Leonardiano di Vinci in collaborazione con il Governo della Provincia dello Jiangsu e con la Regione Toscana.

La pittura a inchiostro in Cina (Filippo Salviati, Facolta' di Studi Orientali, Universita' 'La Sapienza', Roma)

Agli artisti cinesi sono bastati tre semplici strumenti, pennello, inchiostro e carta, per dare piena espressione al proprio genio e creare cosi', nel corso dei secoli, assoluti capolavori: prima con le sperimentazioni condotte nel campo della calligrafia, sin dal IV secolo, poi con la realizzazione di pitture soprattutto a soggetto paesaggistico, a partire dal X-XI secolo. La pittura a inchiostro, monocroma o che prevedesse l'utilizzo del colore, puo' dunque essere considerata come la tecnica maggiormente rappresentativa dell'intera produzione artistica cinese, utilizzata nei secoli dagli artisti-letterati per produrre capolavori indiscussi che la zelante cura di illustri collezionisti del passato, tra cui molti imperatori, ha permesso giungessero anche a noi moderni. E proprio gli imperatori sono stati tra i piu' autorevoli mecenati che, sin dall'epoca Song (960-1279) hanno promosso la costituzione delle Accademie, antesignane delle moderne scuole d'arte, per garantire una adeguata formazione professionale degli artisti-letterati, basata non solo su un meticoloso apprendimento delle tecniche pittoriche ma anche su uno scrupoloso studio dei maestri del passato al fine di trasmettere alle generazioni successive, grazie alla realizzazione di copie delle opere piu' importanti, la sapienza di riconosciuti maestri.

Con il venir meno, all'inizio del secolo XX e con la fine della dinastia Qing (1644-1911), della istituzione di governo imperiale che aveva per oltre un millennio garantito la coltivazione e sopravvivenza della pittura a inchiostro, questa antica tecnica conobbe momenti di profonda crisi, sparendo addirittura, fino alla fine degli anni Trenta, dall'insegnamento nelle scuole d'arte. Le subentro' la pittura a olio, estranea alla tradizione cinese e introdotta per la prima volta nel paese dai missionari gesuiti nel secolo XVIII, tecnica che stava conoscendo un momento di particolare successo grazie alla diffusione promossa in Cina da artisti come Xu Beihong (1895-1953) e Lin Fengmian (1900-1991), sostenitori della necessita' di riformare l'arte cinese e renderla piu' permeabile agli influssi della cultura artistica europea, come parte del processo di svecchiamento e modernizzazione che la Cina stava conoscendo in quel periodo. Non miglior sorte tocco' alla pittura a inchiostro negli anni successivi, soprattutto durante il periodo maoista, quando la pittura a olio, che garantiva una migliore adesione ai principi del realismo socialista propugnati dai teorici della rivoluzione, scalzo' nuovamente la tradizionale tecnica, considerata adesso -insieme a coloro che la praticavano- come retrograda espressione della vecchia societa' confuciana, di quel passato feudale dal quale la 'nuova Cina' desiderava ardentemente liberarsi. La 'riabilitazione' avvenne comunque ancora una volta ad opera di Mao, quando la pittura a inchiostro, purche' limitata nei soggetti a quelli di sapore piu' schiettamente popolare, fu ritenuta in grado di assurgere al livello di guohua, 'pittura nazionale', rappresentativa cioe' dell'anima del popolo cinese nel suo insieme e non piu' degli ideali di una ristretta cerchia di persone, i wenren o letterati del passato.

L'ultimo dei grandi rischi corso dalla pittura a inchiostro e' storia recente, anzi attuale. A partire dagli anni Ottanta la Cina e' infatti stata protagonista di un processo di modernizzazione, industrializzazione e apertura a influssi culturali esterni che non ha precedenti nella storia del paese e che ha interessato da vicino anche l'evoluzione delle arti. La modernita' incalza, trasforma radicalmente il volto della Cina, proiettata nei suoi scenari urbani verso soluzioni avveniristiche che non lasciano spazio a nostalgie del passato: anche gli artisti, specie quelli dell'ultima generazione, sperimentano nuove soluzioni espressive e linguaggi ricorrendo ai mezzi offerti dalla tecnologia attuale -fotografia digitale, video, computer-art- o utilizzando forme espressive mediate dalle avanguardie artistiche occidentali, quali la performance e le installazioni. Eppure, come questa mostra vinciana ben dimostra, pennello, carta e inchiostro sopravvivono ancora nella pratica artistica cinese odierna: nonostante le numerose vicissitudini, essi costituiscono ancora gli strumenti prediletti da una folta schiera di artisti che ad essi si rivolgono non per un gusto retrogrado o volonta' 'passatista', non per un tenace abbarbicamento alla tradizione che si opponga all'avanzare della modernizzazione, come gia' fu nelle prime decadi del secolo XX: ma perche' questi strumenti, solo in apparenza limitati, contengono ancora in se' una potenzialita' che gli artisti cinesi non possono ignorare e che anzi continuano a esplorare con tenacia, dedizione, passione. Del resto, quando si esaminino con attenzione i capolavori del passato realizzati con la tecnica della pittura a inchiostro, non e' difficile scorgere in essi una sensibilita' estetica vicina al nostro sentire, percepibile nella ricerca della immediatezza e essenzialita', specie nelle calligrafie o pitture di paesaggio ove con pochi tratti e giocando sulle infinite sfumature e tonalita' dell'inchiostro gli artisti del passato seppero infondere straordinaria vitalita' alle loro composizioni, sapendo delineare con sapienza e in pochi tratti figure umane, animali, paesaggi di grandiosa bellezza. In queste opere si sente vibrare quel principio che ha caratterizzato una parte importante dell'esperienza artistica moderna e contemporanea occidentale: il massimo dell'espressione con il minimo del tratto, principio germinato dalla calligrafia, dalla celebrazione dunque del tratto, del segno, della sua potenza espressiva. Se poi si guardi a figure chiave del passato, come il monaco buddhista del secolo VIII, Haisu, celebre per la sua calligrafia in 'corsivo selvaggio' indecifrabile anche agli occhi dei piu' esperti, il quale nei momenti di assoluta creativita' artistica gettava il pennello per intingere la lunga chioma di capelli nell'inchiostro e con essa tracciare le proprie artistiche calligrafie, non si puo' fare a meno di ravvisare in lui un antesignano della moderna action painting e un gusto per la performance che riaffiora proprio nell'opera di molti artisti cinesi contemporanei.

Le opere presentate in mostra offrono una buona panoramica della varieta' di soggetti e trattazione degli stessi nella pratica attuale della pittura a inchiostro. Espliciti richiami alla essenzialita' della pittura monocroma e alla celebrazione del tratto quasi calligrafico sono evidenti nelle composizioni dal sapore astratto di Nie Weigu, mentre il tema del paesaggio, caro a tanti artisti del passato, viene reinterpretato in chiave moderna nei dipinti di Zhou Jingxin, Cui Jian, Zhu Jianzhong, Liang Yuan e Zhu Doping: le pitture su ventaglio di quest'ultimo costituiscono inoltre una esplicita citazione di uno dei supporti pittorici tradizionali maggiormente diffusi nella Cina classica a partire dall'epoca Song. Di sapore piu' moderno, vuoi per i ricercati effetti coloristici come anche per la trattazione dei soggetti, ci appaiono le opere di Jin Weihong, Qin Xiuping o Zhou Jumin: in esse la lezione appresa dall'Occidente traspare con maggior forza, senza tuttavia che lo spirito di immediatezza e la forza espressiva tipici della pittura cinese siano sacrificati. Esemplificativi della produzione pittorica del Novecento che ha trovato massima espressione nelle opere di artisti del calibro di Qi Baishi (1864-1957) sono inoltre i dipinti di Gao Made e Gai Maosen: all'estremo opposto, per ricchezza di dettagli e utilizzo del colore, possono collocarsi le opere di Hu Ningna, ove il virtuosismo con cui sono realizzate ci fa quasi dimenticare il fatto che ci si trova di fronte a dipinti realizzati non a olio ma con la tradizionalissima tecnica della pittura a inchiostro.

Per Informazioni
Ufficio Turistico Intercomunale, Vinci
Tel.0571 568012
terredelrinascimento@comune.vinci.fi.it

Museo Leonardiano di Vinci
Palazzina Uzielli - Vinci (FI)
Orario: 9.30 - 19.00 (ottobre), 9.30 - 18.00 (novembre - gennaio)
Ingresso La mostra si visita con il biglietto del Museo Leonardiano (intero euro 5; ridotto euro 3.50; ridotto speciale euro 2,00)

IN ARCHIVIO [5]
Cecco Bonanotte per Vinci
dal 17/6/2011 al 5/11/2011

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