Inge Morath
Carmen Alves
Cabelo
Rochelle Costi
Jose'Damasceno
Fernanda Gomes
Ernesto Neto
Edgard de Souza
Ana Maria Tavares
Peter Weiermair
In mostra alla Villa delle Rose per la prima volta in Italia otto artisti brasiliani contemporanei da Ernesto Neto, gia' piuttosto conosciuto in Europa, fino alle nuove leve come Carmen Alves. In contemporanea si inaugura alla GAM un'importante retrospettiva dedicata alla fotografa Inge Morath e curata da Peter Weiermair.
(Alla ricerca dell'identità )
In questi ultimi anni l'interesse si è focalizzato sempre di più sull'arte brasiliana. Prima di tutto
sulla tensione tra le strategie concettuali dell'arte contemporanea internazionale ed il
linguaggio derivato dalla cultura e dalla storia regionale del Brasile; questo dualismo ha
portato ad un risultato affascinante che consiste da un lato in una ricerca delle tracce della
tradizione e delle tecniche del passato, dall'altro nella definizione di un'identità dei giovani
artisti nel panorama internazionale.
Em busca da identidade presenta per la prima volta in Italia otto artisti brasiliani
contemporanei da Ernesto Neto, già piuttosto conosciuto in Europa, fino alle nuove leve come
Carmen Alves.
La qualità artistica ed il potenziale innovativo all'interno di un contesto internazionale sono
stati i principali criteri che hanno contribuito alla scelta di questi artisti. L'attenzione non è
posta soltanto sulla pittura, ma domina la tridimensionalità come ad esempio nei disegni di
Cabelo realizzati su tessuto, o in quelli di Carmen Alves su carta soffice stratificata. E'
decisivo il rapporto sensuale tra l'oggetto e lo spettatore che diventa partecipe dell'opera. La
riflessione sul corpo, sulla sensualità e sessualità come aggancio con il mondo esterno riveste
un ruolo centrale nell'arte brasiliana. Questi oggetti affascinanti, che fungono da "tres
d'union" tra l'arte ed il suo pubblico, sono di vari generi, vanno dai tessuti di Ernesto Neto
che, estesi e gonfiati, spaziano dal soffitto al pavimento, riportando colorazioni particolari
dovute all'utilizzo di spezie aromatiche, alle sculture di Edgard de Souza, che sono metafore
dell'elemento corporeo; dalle costruzioni dialettiche di Damasceno, che mette in contrasto
sistemi costruttivi con materiali quotidiani, alle sculture minimaliste di Fernanda Gomes, che
attira l'attenzione con materiali di scarto con i quali crea atmosfere particolari; dalle
installazioni tecnologiche di Ana Maria Tavares, all'interessante ricerca di Rochelle Costi, che
trae dagli spazi interni delle case degli immigranti nuovi spunti di riflessione artistica.
Il catalogo che accompagna la mostra contiene una raccolta di immagini e di testi, le
testimonianze degli artisti ed otto ritratti fotografici realizzati da Vicente de Mello, oltre ad
una analisi storico-artistica del contesto culturale degli otto autori in esposizione redatta da
Lisette Lagnado, che .si sofferma sul "tentativo degli artisti brasiliani di far corrispondere la
dimensione analitica con quella sensuale ed intuitiva. Questi due opposti si sono manifestati
nell'arte brasiliana dall'epoca barocca: da una parte l'organico ed il corporale, dall'altra il
geometrico ed il matematico-costruttivo. Ci si serve del caos contro l'ordine, della costruzione
contro la decostruzione".
Da sottolineare è la prossima partecipazione di Ernesto Neto alla 49a Biennale di Venezia.
Artisti: Carmen Alves, Cabelo, Rochelle Costi, Jose'Damasceno, Fernanda Gomes, Ernesto Neto, Edgard de Souza, Ana Maria Tavares
A cura di: Peter Weiermair
Immagine: Cabelo, Untlited, 2000
Inaugurazione: martedì 5 giugno 2001, ore 19.30
Orario: 15-19; sabato e domenica: 10-19; chiuso il lunedì
Ingresso: L. 4000
Villa delle Rose, Via Saragozza 228-230, 40135 Bologna
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Inge Morath - ritratti
Si inaugurerà alla GAM un'importante
retrospettiva dedicata alla fotografa Inge Morath e curata da
Peter Weiermair.
Le opere in mostra riflettono la ricerca dell'artista sull'uomo; i
suoi personaggi appartengono all'élite culturale e sociale di tutto
il mondo, ma soprattutto di quella occidentale dalla metà del
Novecento ad oggi. I partner di Inge Morath, solitamente artisti,
si sentono a loro agio grazie alla sua capacità di stabilire con
loro un rapporto d'intimità e d'amicizia evitando di inquadrarli in
schemi interpretativi precostituiti, o di costruire una "messa in
scena" di fronte all'obiettivo. Una fotografia mai stilizzata né
astratta, che utilizza l'intera gamma dei grigi senza contrasti
netti, tesa ad estrapolare momenti densi e pregnanti dal flusso
della vita. I ritratti di Inge Morath sono la rappresentazione di un
dialogo in cui gli interlocutori si esprimono senza bisogno di
parole, i protagonisti sono immortalati in un contesto per nulla
sterile, ma anzi ricco di significati sottesi, che dona alle immagini
la capacità di mostrare le caratteristiche di ogni individuo.
Inge Morath, nata a Graz nel 1923, sposata nel 1962 con lo
scrittore americano Arthur Miller, vive in Connecticut, USA;
dopo il suo primo lavoro come giornalista a Vienna si trasferì
a Parigi con il fotografo Ernst Haas e cominciò a lavorare per
l'agenzia fotografica Magnum. Da allora ha pubblicato molti
libri dei suoi lavori e le sue fotografie sono state esposte in
molti famosi musei. Nel 1991 è stata la prima a ricevere il
"Österreichische Staatspreis für Fotografie".
Curatore: Peter Weiermair
Inaugurazione: Martedì 5 giugno, ore 18
Orario: 10-18, festivi e prefestivi 10-19. Chiuso il lunedì
Ingresso: L. 8.000; ridotto L. 4.000
Galleria d'Arte Moderna
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Ufficio stampa GAM: tel. 051 502859; fax 051 371032