Palazzo Reale
Milano
piazza Duomo, 12
02 0202, 02 88451 FAX 02 88450104
WEB
Antonio Donghi 1897-1963
dal 25/3/2007 al 12/5/2007
intero euro 8; euro 6 ridotto; ridotto speciale euro 4,50

Segnalato da

Ufficio Stampa Comune di Milano




 
calendario eventi  :: 




25/3/2007

Antonio Donghi 1897-1963

Palazzo Reale, Milano

Attraverso circa 90 opere tra olii, pastelli e disegni, la mostra ripercorre l'intero cammino dell'artista romano, esponente di quel "realismo magico" che alla fine degli anni '20 si ricollego' direttamente alla tradizione figurativa della classicita' rinascimentale. Dalle opere giovanili alle indagini sul paesaggio e la pittura di genere svolte nel dopoguerra, fino alla produzione degli ultimi anni. Opere provenienti da collezioni pubbliche e private.


comunicato stampa

Il Comune di Milano e la Banca di Roma, proprietaria di una importante Collezione di Donghi, promuovono a Milano nelle sale di Palazzo Reale dal 27 marzo al 13 maggio 2007 una grande mostra monografica dell’artista "Antonio Donghi. 1897-1963"a seguito del grande successo di pubblico e di critica riscosso dalla esposizione romana che si è tenuta al Complesso del Vittoriano fino al 18 marzo.

Dopo quattordici anni dalla ultima rassegna (Spoleto e Roma 1993), la Mostra dedicata ad uno fra i pittori italiani più originali del XX secolo, vuole presentare al grande pubblico la personalità di un pittore esponente di quel "realismo magico" che alla fine degli anni '20 si ricollega direttamente alla tradizione figurativa della classicità rinascimentale italiana approdando ad una rappresentazione meticolosamente realistica del mondo quotidiano fissato attraverso un linguaggio raffinato, immerso in un’atmosfera sospesa tra attonita immobilità ed incanto rarefatto.

L’esposizione "Antonio Donghi. 1897- 1963" sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è promossa dal Comune di Milano - Assessorato alla Cultura – unitamente alla Banca di Roma, Capitalia Gruppo Bancario.

La rassegna, a cura di Maria Teresa Benedetti e Valerio Rivosecchi, è coordinata da Alessandro Nicosia e M. Cristina Bettini ed è prodotta e realizzata da Palazzo Reale – Milano e ComunicareOrganizzando.


La mostra

Attraverso circa 90 opere tra olii, pastelli e disegni, la Mostra "Antonio Donghi. 1897-1963" ripercorrerà l’intero cammino dell’artista romano, dalle opere giovanili ai capolavori degli anni Venti e Trenta, dalle sottili indagini sul paesaggio e la pittura di genere svolte negli anni del dopoguerra, fino alla produzione degli ultimi anni.

Rispetto alla tappa romana la Mostra di Palazzo Reale si avvale dell’aggiunta di un nucleo di dipinti estremamente importanti. Fra le opere esposte, provenienti da collezioni pubbliche e private, scelte con l’intento di individuare i vari momenti dell’attività del maestro, spicca come corpus principale della Mostra l’intera collezione Donghi di proprietà di Banca di Romacomposta da 22 olii, 4 disegni e 2 pastelli. Un’importante raccolta frutto del profondo legame tra la Banca, il suo territorio di origine e un artista romano tra i protagonisti della pittura del XX secolo.

Fra le novità della Mostra a Milano: al capolavoro costituito dal Circo equestre (1927), che esprime, nella sincronia sintetica delle due figure, la summa di una sublimata teatralità, si aggiunge la prosa intensamente poetica de L’attesa (1933), insieme alla concentrata, sottile femminilità di Margherita (1936), gentilmente concessa dalla Galleria Civica d’Arte Moderna di Milano.

Casualità, fortuna e, soprattutto, il tempestivo intervento di un’autorevole coppia di visitatori, hanno indotto un collezionista colto nell’atto di riconoscere, fra i documenti in mostra, la riproduzione di un quadro di sua proprietà, a mettersi in contatto con i curatori. Si è giunti così al prestito del Cacciatore (1938), dipinto mai più esposto dal 1940, la cui ubicazione era fino ad oggi ignota. Allo stesso generoso signore va un grazie per la preziosa tela Strumenti musicali con vaso di fiori (1936) e per Vaso di fiori (1939), che arricchiscono la serie di testimonianze donghiane di ispirazione quattrocentesca.

Limoni, (1924), quadro esposto da Anton Giulio Bragaglia nello stesso anno in una mostra rivelatrice della personalità dell’artista, insieme a un inedito Tazzine (1928), nutrono mirabilmente il nucleo delle nature morte; il Ritratto equestre del Duce (1937) costituisce una curiosità storica e dimostra come il pittore fosse più a suo agio nel rendere un magnifico paesaggio, che nel raffigurare, nei modi celebrativi richiesti, la figura del condottiero.

Infine, viene esposto un paesaggio - Strada di Lucchesia - tra i più interessanti dell’ultimo periodo.

Dall’esordio nella Roma di "Valori Plastici" e della "Terza Saletta" del Caffè Aragno, alle mostre presso la "Casa d’Arte Bragaglia", alle esperienze americane a New York e Pittsburgh, la vicenda di Donghi si snoda pacatamente, al ritmo di pochi quadri all’anno, eseguiti con certosina pazienza, sostenuta da una forte intensità interiore.

Filo conduttore dell’esposizione il mondo personale dell’artista, popolato da saltimbanchi, giocolieri, canzonettiste, cantanti e attricette da avanspettacolo, e poi "attori" inconsapevoli quali cacciatori, pescatori, fanciulle, giovani amanti, accarezzati da una luce fissa e assorta; un universo in apparenza quotidiano ma, in realtà, specchio di una realtà "altra", straniante, magica, quasi allucinata. Il realismo pittorico si fa ovunque esasperatamente preciso sia nella resa levigata dei particolari che nella definizione geometricamente esatta delle coordinate spaziali.

Le immagini nitide e terse della produzione pittorica di Donghi si sedimentano nella memoria e provocano dei fulminanti effetti di déjà-vu per una particolare tecnica di composizione utilizzata dall’artista in tutto il suo lavoro dal 1923 al 1963. Può sembrare che il pittore abbia dipinto "pochi" quadri in tutta la sua lunga carriera. Dal suo studio escono otto-dieci quadri all’anno ma l’accuratezza del lavoro non è l’unica ragione di questa scarsa produzione. Come sottolinea Valerio Rivosecchi, la causa principale sta nel particolare "montaggio" delle immagini con cui Donghi compone i suoi quadri includendo elementi come paesaggi o nature morte che acquistano autonomia propria in altre opere. Questa originale "ars combinatoria" si può estendere anche ai pochi volti, ai pochi modelli, ai travestimenti che ritornano nei suoi dipinti con una ieraticità a tratti inquietante. Sono visi regolari, inscrivibili in un ovale, forme ideali per una pittura fortemente attratta dalle armonie delle forme geometriche. Volti ricorrenti sono l’amatissima sorella Bianca, il fratello Renato, il cognato, il marchese Lauro de Bosis, amico poeta che muore in un volo suicida su Roma.

E’ sempre l’abito a connotare il ruolo del personaggio ritratto: pagliacci, spose, arlecchini, massaie, si impongono allo sguardo dello spettatore nella monumentale classicità delle loro vesti impeccabili nelle pieghe e nei panneggi. Bisogna ricordare che Donghi, figlio di un commerciante di stoffe, possiede un guardaroba composto da abiti destinati a vestire i suoi modelli. Con quale premuroso amore, l’artista si sofferma sulla luminosità che costruisce la materia pittorica delle calze, delle vesti di seta, delle tovaglie, dei cappotti di fustagno. Lo stesso amore sognante con cui costruisce i nudi assorti, le nature morte, i paesaggi al di fuori del tempo e dello spazio, dove i colori si fanno brillanti come vernici, levigati come porcellane, smaltati con una lucentezza di fiamminga memoria. "L’arte del Donghi, severa e paziente, da un fondamento veristico si eleva ad una visione del volume, in cui finisce per irrigidirsi il senso vivo della materia e del colore. Giovandosi dell’esperienza cubista, il Donghi ha cercato di raggiungere una specie di 'concretezza astratta’, una superrealtà che svela nel suo apparente verismo un germe di reale trasformazione fantastica." (Cesare Brandi).

Rari i disegni realizzati da Donghi, ben rappresentati in mostra da disegni riferiti ad opere in seguito realizzate ad olio e, ancora, splendidi i ritratti esposti. Scrive in un articolo del 1940 Luigi Bartolini: "Donghi fa delle satire, in pittura, senza saperlo. Il suo realismo è il vertice del realismo e vince ogni macchina fotografica. Desiderate un bel ritratto, liscio, pulito, assomigliante…? Andate da Donghi. Ma qui è l’illusione; qui sta il trucco; è qui, ossia nel secondo momento di riflessione che voi, osservatore intelligente di quadri, venite ad accorgervi di quanto sia, quantunque sembri vicina, eppure lontana, dalla fotografia la bella arte del Donghi. Da ogni suo quadro ad olio trasuda uno spiritino che, a volte, a me, se l’ho visto bene, è sembrato diabolico diabolicissimo in quanto il vero diavolo, il vero demone – per dirla con Socrate – è quello che sta nascosto… E’ dunque il Donghi un pittore, a differenza di Van Ostade, di immobilità. Il modello che posa per Donghi deve veramente posare… E’ il poeta dei particolari. La sua pittura giunge a commuovere gli intelligenti più che non giunga a commuovere i disattenti mediocri… Morale della favola: io vorrei possedere un quadro di Donghi e non mi farei fare un ritratto se non da lui, desiderando un quadro che mi somigli, nei pregi e nei fisici difetti, in bene ed in male, col mio carattere e con quello del pittore che non soprraffà il mio ma che, lentamente, per così dire, giuoca dietro le quinte del palcoscenico del modello".

Catalogo: Skira

Organizzazione e realizzazione:
Palazzo Reale – Milano e ComunicareOrganizzando

Per Informazioni: tel. 02/875672
http://www.comune.milano.it//PalazzoReale
http://www.bancadiroma.it

Per la stampa:
Ufficio Stampa Comunicare Organizzando:
Novella Mirri, tel. 06/32652596; cell. 335/6077971; ufficiostampa@novellamirri.it

Ufficio Stampa Comune di Milano:
Galleria Vittorio Emanuele, 11/12 – 20121 – Milano
Tel. +39 02 884.50150 – fax +39 02 884.50568 comunicazione.ufficiostampa@comune.milano.it

Ufficio Stampa Capitalia:
Mario Calderoni, tel. 06/6707371; 06/67072771; e-mail: ufficiostampa@capitalia.it

Inaugurazione: lunedì 26 marzo alle ore 17.30

Palazzo Reale, Milano, Piazza Duomo 12
Biglietti d’ingresso:
€ 8,00 intero; ridotto € 6,00; ridotto speciale € 4,50
Orari d’apertura:
dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle ore 19.30
giovedì dalle ore 9.30 alle ore 22.30
lunedì dalle ore 14.30 alle ore 19.30
La biglietteria chiude un'ora prima

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