L'artista ha raccolto con devozione nel corso della sua vita migliaia di foto segnaletiche. La mostra ne raccoglie una piccola parte e le dispiega in un sillabario eterogeneo.
Least wanted - A century of american mugshots
Sottrazione d’archivio. Mark Michaelson ha raccolto con devozione e passione nel corso della sua vita migliaia di foto segnaletiche dai Bureau of Idendification americani tutt’altro che per collezionismo, ma per dar vita a un’operazione mistica fondata sulla poetica del ritratto e delle sue mille sfaccettature, psicologiche, sociali, evocative e simboliche. La mostra ne raccoglie una piccola parte e le dispiega in un sillabario eterogeneo.
E’ del 10 settembre 1854 il primo documento di fotografia giudiziaria segnato anche dalle forti pressioni scientifiche che ruotavano attorno all’uomo. “L’inventario fotografico delle espressioni del volto, come possibile misura delle passioni, legittime o criminali dell’uomo, fu un’ipotesi rigorosamente sostenuta e accanitamente difesa da medici e fisiologi, psichiatri e giuristi, artisti e commissari di polizia'' (Ando Gilardi, Storia sociale della Fotografia ). Nel 1922 Duchamp ne oggettualizza la dimensione estetica facendosi ricercare per $ 2000 sotto l’dentità di Rrose Sélavy. Il suo mugshot apre alla contemporaneità, e dopo di lui Dalì e Warhol.
Questa sottrazione d’archivio, non frutto delle distrazioni umane colte da Amelie Poulain intorno alle macchine automatiche, ne aumenta il valore di documentazione, ma anche ne esalta l’alterità, fatta di bambini impauriti, di uomini e donne senza mete di vita, persi e rincorsi in strade senza fine, emaciati, incompresi, sprezzanti, talvolta indifesi, abbandonati da ogni sguardo e da ogni calore, perdenti, spauriti, ma straordinariamente vivi e penetranti. Loro erano lì, colti nell’attimo meccanico e impercettibile di uno scatto, ed ora fortunatamente rivivono, rivitalizzati nelle loro potenze evocatrici che fanno dissolvere i loro minimi reati , le loro debolezze e indicibili angosce.
Questa sottrazione d’archivio, necessita di uno sguardo silenzioso e dignitoso, la loro venustà è impenetrabile, il loro esserci non fa voltare nessuna pagina, i loro volti non sono immagini ma una misura continuamente aperta sull’infinito della natura umana.Il loro sguardo ci viene restituito, loro non ne avranno mai memoria.
Least Wanted è stata recentemente esposta alla Steven Kasher Gallery di New York e a Roma presso la House of Love and Dissent. Proseguirà per Parigi, Berlino e Tel Aviv.
Catalogo in galleria.
Studio Fontaine
via Cardinal La Fontaine, 98/a - Viterbo
Ingresso libero