Spazio P21/Galleria Enrico Fornello
Prato
Via Paolini, 21
0574 462719 FAX 0574 471869
WEB
Isabel Banal
dal 7/9/2007 al 23/10/2007
Orario apertura mar-sab. 11-13 e 15-20

Segnalato da

Galleria Enrico Fornello




 
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7/9/2007

Isabel Banal

Spazio P21/Galleria Enrico Fornello, Prato

L'artista ha realizzato 9 piccole sculture da cui ha tratto un alto quantitativo di copie, poi disseminate sul pavimento della galleria. Nonostante il loro numero, queste bianche sculture che replicano se stesse tendono a disabitare lo spazio piu' che ad occuparlo.


comunicato stampa

Personale

a cura di Saretto Cincinelli

Dopo la personale di Andrea Nacciarriti (a cura di Marinella Paderni) e l'ouverture su Petter Johannisson (a cura di Stefania Palumbo), la galleria Enrico Fornello propone nello Spazio P21 la prima personale italiana di Isabel Banal (a cura di Saretto Cincinelli)

L'artista, che vive e lavora a Barcellona, ha già proposto nel nostro paese, alcune opere, nel contesto di mostre collettive come Scenari di transito alla Fortezza da basso a Firenze e Catastrofi minime al Man di Nuoro: opere impegnative ed esemplari, sicuramente capaci di risvegliare, in chi le ha viste, la traccia o la memoria di un gesto poetico inconfondibile. Quello di Isabel Banal, infatti, è un lavoro che pur in continua apertura mantiene un fertile legame con le proprie radici: la tensione fra mondo naturale e mondo urbano, tra natura e artificio, la dimensione esplicitamente antimonumentale delle opere, la chiarezza della sintassi, e il ricorso ad oggetti anodini prelevati dal quotidiano, dal mondo del consumo o dell'infanzia, proposti nella loro nudità, lontani da qualsiasi enfasi o dominante marcatamente metaforica, caratterizzano, sin dagli esordi, la sua ricerca.

In questa occasione l'artista non si è limitata a impaginare magistralmente oggetti o frammenti preesistenti ma ha realizzato anche 9 piccole sculture da cui ha tratto un alto quantitativo di copie, poi disseminate sul pavimento della galleria. Nonostante il loro numero, queste bianche sculture che replicano se stesse tendono a disabitare lo spazio più che ad occuparlo: alte una decina di centimetri e prive di ogni piedistallo capace di elevarle, rifiutano ogni vis a vis con lo spettatore, sottraendosi timidamente ad un incontro annunciato. Come presenze scorte dall'alto di un edifico, sviano ostinatamente la nostra attenzione; sembrano realizzate per essere viste dai nostri piedi più che dai nostri occhi: impossibile percepirle singolarmente a meno di raccoglierle o, avvicinarsi al suolo, ponendosi, finalmente, in sintonia con la richiesta d'attenzione che l'opera, nel suo darsi-ritraendosi, discretamente ci rivolge. Semplicemente e momentaneamente accostati gli uni agli altri ma non saldati da alcun vincolo plastico, i personaggi di Isabel Banal, persi nella loro solitudine assiale, vivono per se stessi, tenuti assieme unicamente dall'invisibile collante di un'opera che fa della nuda ostensione dei propri materiali costitutivi un tratto stilistico essenziale. Vera e propria "fabula muta", "salvata nel piccolo" come un presepe profano, l'opera si offre come "controcanto" di un mondo "irrigidito nel monumentale" (Agamben) e nello spettacolare.

Inaugurazione sabato 08 settembre 2007 ore 18

Spazio P21/Galleria Enrico Fornello
Via Paolini, 21 - Prato
Orario apertura mar-sab. 11-13 e 15-20
Ingresso libero

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