PicaGallery
Napoli
vico Vetriera, 16
081 416942
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Amato Rak
dal 30/10/2007 al 15/11/2007

Segnalato da

Picagallery



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Amato Rak



 
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30/10/2007

Amato Rak

PicaGallery, Napoli

A mare mostrum. I pezzi esposti variano da sculture di media pezzatura in bronzo, a piccole steli con valve di frutti di mare trattate con inserti vari come oro o corallo o vetro o argento, a oggetti realizzati in rete metallica rivestite in materiale similcotto.


comunicato stampa

A mare mostrum

Specchio di piaceri di ricordi di ansie di paure Il Mare è immagine e immaginario possiamo burlarci di un impalpabile Ozono o di un pessimistico Immaginario ma non di una nera Immagine oleosa peraltro (e sarà d’altro) tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare riflettere elencare descrivere numerare Presentare e Rappresentare ciò che si presenta possibilità di Costruire l’immagine condividerne un fare diffuso e non solo un Prodotto diffuso ma un riuso mai un abuso.

Amato Rak - picaGallery

Amato Rak espone forme e oggetti come gusci, relitti di spiaggia e surreali elaborazioni compositive, realizzate tanto con un uso raffinato di resti e rifiuti marini, quanto con materiali e tecniche del modellato tradizionale. I pezzi esposti variano da sculture di media pezzatura in bronzo, a piccole steli con valve di frutti di mare trattate con inserti vari come oro o corallo o vetro o argento, a oggetti realizzati in rete metallica (zincata e di alluminio) rivestite in materiale similcotto (resine). Una poetica basata sulla “necessità di un fare diffuso” al di là del mito del singolo artista.

Appunti gusci, resti, inattendibili associazioni, segni prodotti da un qualcuno assente. osservatori di un qualcosa “appeso ad una parete”: irriconoscibile, deformato, consumato e impreziosito da prodotti e sottoprodotti di cui non si capisce la necessità. necessità di immissione in un mercato in cui comunque ci si scambiano perline e taroccature lucenti. chi le fa? chi le produce? perché? bisogna comunicare con un “fare” in cui il singolo produttore “riproduca” la necessità del “suo fare”; non la necessità del suo essere consumatore. comunicare paesano del passa parola. complesso e semplice da omero alle barzellette. spaesante da internet ai salotti in piazza (di cui le piccole gallerie possono far parte) e non in tv comunicare la necessità di auto produrre forme, segni, strumenti o immagini, ovvero di attestare il proprio essere “individui sociali” ma la forma prodotta, per esistere, deve ricadere nella trappola della comunicazione: deve essere appetibile, sempre riproducibile, senza padri, ma firmata.

d’altro sarà un grido vuoto di sonoro, che può stimolare emozioni ilari o indifferenza o depressione. a volte, curiosità. 12 "mensole" della dimensione di circa 12x36 cm. rappresentanti resti fisici o immaginifici si susseguono sulle pareti della mostra le "mensole" sono realizzate in rete metallica (zincata e di alluminio) rivestite in materiale simil cotto (resine); su ognuna delle mensole insiste una piccola stele con un guscio di ostrica variamente trattato (piccoli inserti preziosi di corallo, perline, vetro, argento, oro)

Titoli: delle mensole sotto resti del pranzo di natale 2005 elaborati nel 2006-007: 500 di resto, resti di un ombra metrica, resto composito di cappio, Seguono: resto strombettante di architettura, abbottonati al resto, radicando i resti, un resto pubico, un resto androgino restando di spalle, resto di vesta, resto di seno, esibendo resti di buatte Nella mostra sono presenti inoltre pezzi singoli e compositi in fusione metallica e tecniche miste di cui si riportano alcune immagini e titoli:

Amato Rak
Nato a Roma vive e lavora a Napoli. Formatosi artisticamente sotto la guida di Giuseppe Antonello Leone e Maria Padula, ha studiato presso il liceo artistico di Napoli con docenti come Colucci, Tatafiore, Lippi, di Stefano, Pirozzi ed altri. Attivo a Napoli sin dagli Anni Sessanta ha partecipato a gruppi come l’Operativo Sud 64 in contatto con Luca Castellano ed ha collaborato con opere grafiche a giornali e riviste. Laureato con lode alla facoltà di architettura di Napoli ha svolto attività professionale operando anche nell’ambito dell’architettura d’interni e nella progettazione di oggetti con segnalazioni e premi (segnalazione al concorso internazionale di Cava dei Tirreni del 1969, primo premio alla biennale d'arte di Gubbio del 1970, progetti, concorsi di architettura, pubblicazioni, brevetti). La sua ricerca riguarda forme e segni indagati nella loro origine e dinamica, in una iterazione tra conoscenza e osservazione, strettamente connessa alla sua attività didattica - dalla scuola all’università. Negli ultimi anni si è dedicato a mostre collettive - Scanno, Cennina, Spoleto, Montella, Napoli, e mostra itinerante 13x17.

Vernissage: 31 ottobre 2007

Picagallery
via Vetriera 16, 80132 Napoli
Ingresso libero

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Fabrizio Stenti
dal 3/4/2012 al 3/4/2012

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