Galleria Aike dell'Arco
Palermo
via Siracusa, 9
091 6261234
WEB
Effetto Stalker
dal 4/11/2007 al 14/1/2008

Segnalato da

Galleria dell'Arco




 
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4/11/2007

Effetto Stalker

Galleria Aike dell'Arco, Palermo

Andrea Galvani, Margherita Morgantin, Sara Rossi ed Eli Stetrz espongono video e fotografie che danno voce ad interpretazioni emotive o mentali del paesaggio ed escludono ogni approccio documentaristico o realistico. Il paesaggio naturale e/o urbano ingloba riferimenti onirici, poetici, letterari e scientifici. A cura di Helga Marsala.


comunicato stampa

Collettiva

a cura di Helga Marsala

Andrea Galvani (Verona, 1973) – fotografia
Margherita Morgantin (Venezia, 1971) – video, disegno
Sara Rossi (Milano, 1970) – fotografia
Eli Stertz (New York, 1980) – fotografia, video

“Che si avverino i loro desideri,
che possano crederci e che possano ridere delle loro passioni;
infatti ciò che chiamiamo passione in realtà non è energia spirituale,
ma solo attrito tra l’animo e il mondo esterno”.
(Stalker, Andrej Tarkovskij, 1979)

La galleria dell’Arco presenta il primo di una serie di appuntamenti dedicati al tema del paesaggio: quattro protagonisti di rilievo della scena artistica nazionale ed internazionale - Andrea Galvani, Margherita Morgantin, Sara Rossi, Eli Stetrz - espongono opere video e fotografiche (linguaggi strettamente connessi all’immaginario cinematografico), con cui dar voce ad interpretazioni emotive o mentali del paesaggio. Galvani presenta due fotogrammi selezionati in esclusiva dall’ultimo progetto L’intelligenza del male, esposto in anteprima europea presso la galleria Circuit di Losanna, lo scorso giugno. Inediti i progetti di Stertz, Rossi e Morgantin, gli ultimi due ambientati in Sicilia.

Il percorso espositivo si snoda così attraverso opere che stabiliscono col paesaggio una relazione interiore, fortemente evocativa, che esclude approcci documentaristici o realistici. Il paesaggio naturale e/o urbano diventa qui mindscape o dreamscape, inglobando riferimenti onirici, poetici, letterari, scientifici. Ne deriva un’attitudine alienante, perfino surreale, riconducibile allo sguardo alterante dell’artista e agli stessi luoghi osservati, da cui emanano forze sotterranee.

Si assiste in qualche modo ad un processo alchemico, un’operazione magica che fa del luogo attraversato un enorme laboratorio metamorfico, e al contempo l’oggetto stesso di una modificazione inattesa: l’artista compie un’immersione tra le maglie segrete dell’universo, attuando una corrispondenza “laterale” tra l’io e il cosmo, il sé e il fuori. Il miraggio di un “paesaggio impossibile” si esplica così attraverso una ri-scrittura del paesaggio stesso, a partire da angolazioni, elementi e riferimenti “altri”.

L’ Effetto Stalker con cui gioca il titolo si allaccia chiaramente al celebre lungometraggio di Andrej Tarkovskij i cui due protagonisti, uno scrittore e uno scienziato, compiono un percorso che conduce verso un luogo indefinito, la Zona, territorio alieno, misteriosamente modificato da strane forze cosmiche, in cui la realizzazione di ogni desiderio sotterraneo diventa possibile. Ad accompagnarli, nel viaggio verso questa terra impropria, è uno stalker, una guida esperta col compito di salvaguardare l’impervio cammino dei due. Il viaggio verso la Zona diventa intrigante metafora della discesa in fondo all’inconscio, perseguendo le forze creative e il potenziale desiderante dell’io. Le parole dello stalker risuonano, ieratiche e rivelatrici, nel silenzio inquieto di un paesaggio fantasma: ”…non so cosa succeda qui in assenza dell’uomo, ma appena arriva qualcuno tutto si comincia a muovere, le vecchie trappole scompaiono, ne appaiono di nuove, posti prima sicuri diventano impraticabili e il cammino si fa ora semplice e facile, ora intricato fino all’inverosimile. E’ la Zona… forse a certi potrà sembrare capricciosa… ma in ogni momento è come l’abbiamo creata noi, come il nostro stato d’animo (…) Quello che succede non dipende dalla zona, dipende da noi…”

Parole chiave come attraversamento, passaggio, desiderio, metamorfosi caratterizzano dunque questa accezione di paesaggio: la traccia dell’intervento umano, la presenza di una messa in scena, l’approccio performativo o fortemente emozionale trasformano il paesaggio vissuto (e non contemplato) in una piattaforma cinematografica che interconnette realtà ed illusione, luogo concreto e luogo mentale.


Gli artisti

Se Andrea Galvani affida i suoi universi simbolici ad una astrazione decostruttiva che genera inganni percettivi e lucide alterazioni territoriali, Sara Rossi intesse favole intime annegate in atmosfere rarefatte, liquide, nuclei fantastici collocati fuori dal tempo. La ricerca di Margherita Morgantin si focalizza intorno al “racconto” di luoghi esterni ed estremi – spazi naturali o urbani, spesso “di confine” – trasfigurati da uno sguardo intimo che segna la traccia di una presenza umana. Combina video e fotografia Eli Stertz, inseguendo paesaggi che oscillano con elegante ambiguità tra reale e immaginario: riferimenti letterari, cinematografici, mitologici incontrano il potere creativo di luoghi ed elementi naturali modificati.
(helga marsala)

Immagine: Andrea Galvani

Opening 5 novembre 2007

Galleria Arco
Via Siracusa, 9 - Palermo
Ingresso libero

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