Villa Rufolo
Ravello (SA)
piazza Duomo
089 857657, 089 858422
WEB
Maria Mulas
dal 14/12/2007 al 14/1/2008
10 - 18

Segnalato da

Giovanna Dell'Isola




 
calendario eventi  :: 




14/12/2007

Maria Mulas

Villa Rufolo, Ravello (SA)

Ravello. In mostra gli scatti che la fotografa ha realizzato nella cittadina durante il suo soggiorno di qualche anno fa. Si tratta di scatti fotografici unici per la capacita' che l'artista ha avuto di rimpaginare il paesaggio, di costruire una sequenza interrotta di immagini che sollecitano lo sguardo oltre il visibile.


comunicato stampa

A cura di Massimo Bignardi

Presso Villa Rufolo, viene inaugurata la mostra Maria Mulas Ravello, patrocinata dalla Regione Campania, dalla Comunità Montana Penisola Amalfitana, dal Comune di Ravello e dalla Fondazione Ravello. Promossa dalla COTUR Costa d’Amalfi e dalle Edizioni Bruno Mansi di Ravello, l’esposizione è stata curata da Massimo Bignardi che ha ordinato, nelle sale della celebre Villa che ispirò Wagner, le opere che Maria Mulas, tra i grandi interpreti della fotografia contemporanea, ha realizzato a Ravello nel suo soggiorno di qualche anno fa. Si tratta di ‘scatti fotografici’ unici per la capacità che l’artista ha avuto di rimpaginare il paesaggio, di costruire una sequenza interrotta di immagini che sollecitano lo sguardo oltre il visibile.

“Oggi Maria Mulas – rileva Paolo Imperato, sindaco di Ravello, – ci offre un ulteriore sguardo su Ravello, un angolo dal quale è possibile scorgere prospettive suggerite da nuove visioni: una Ravello che, se pur ferma nell’istante del fotogramma, è resa eterna dalla preziosità di un racconto che l’artista ha saputo tessere facendo leva sul paesaggio, sulla storia, sui frammenti di civiltà che hanno segnato lo sviluppo nei secoli, sul colore che, dai giardini di Villa Rufolo, sfuma in alto, oltre la volta azzurra del cielo.”

“L’inconciliabilità di due polarità – scrive Massimo Bignardi nel saggio del volume che accompagna la mostra –, il metafisico paesaggio terreno e la realtà del cielo, sembra essere il dato che impronta la serie di scatti che Maria Mulas ha realizzato nel suo breve soggiorno ravellese di qualche anno fa e che oggi Bruno Mansi ha voluto raccogliere in questa mostra. I tempi di posa di una Ravello immersa nella diafana luce di una primavera che tarda ad arrivare, con atmosfere ancora raffreddate da velature azzurre se non viola, sono scanditi dalle emozioni che spingono l’artista verso la soglia del magico, collazionando gli istanti nei quali fermenta il lievito creativo che preme sulla mente, sobilla la visione, provoca la curiosità e dispone l’animo all’incontro con lo spazio tangibile delle cose: così lo sguardo e la realtà, il corpo e lo spazio si fondono in un’unica azione. [...]

Maria Mulas, in questi scatti ravellesi, ha dapprima sostato nella molteplicità dello spazio, nel suo dividersi e frazionarsi tra il piano e i repentini salti orchestrati dai volumi, poi ha concesso quanto più poteva alla forza di un dettato compositivo che le chiedeva di mantenere fede alla sua necessità di costruire un intervallo tra lo scatto e lo sviluppo, un intervallo, scrive Giorgio Bonomi in una lettera del 1994, «che ti permette di liberarti dell’emotività del cominciamento (lo scatto) per poi esprimerti con un’altra, più matura, emotività (la stampa)». Il risultato apre una nuova strada al nostro sguardo indigeno, impigritosi, nel tempo, in quella imagerie così rigonfia di decadentismo e fatalismo, incline a privatizzare il dialogo con figure appartate, pronte a nascondersi all’inquietudine di un secolo, tralasciando l’origine più vera e terrena di questi luoghi, impregnati – suggeriscono alcune delle opere qui raccolte – da una sensuale ‘frenesia’ che altera le passioni, piegandole sul corpo della natura quale dichiarazione di un desiderio.”

“Sarebbe stato facile fare delle immagini normali – confida l’artista nell’intervista realizzata da Pasquale Ruocco –, troppo semplice. Così tutti possono fare fotografie. Il mio intento è quello di reinventare le cose. Per me l'immagine non nasce dalla macchina ma dalla testa. Le immagini normali, da cartolina, mi annoiano anche se sono perfette. Il perché dei colori poi... li uso per cercare delle cose, per cercare la verità.”

Catalogo (collana Fotografare il Mediterraneo) M. Bignardi, Maria Mulas Ravello, con un’intervista all’artista e apparati biografici di Pasquale Ruocco; pp. 80 ampiamente illustrate a colori, Bruno Mansi Edizioni, Ravello, 2007

Maria Mulas, trasferitasi a Milano nel 1956, inizia la sua esperienza di fotografa a metà degli anni Sessanta: tra il 1965 ed il 1976 realizza in particolare fotografie di teatro e ritratti alle quali affianca una ricerca sui riti ‘sociali’. Nel 1976 la galleria Il Diaframma di Milano ospita la sua prima mostra personale: in questa occasione espone una serie di ritratti improntati da una forte critica sociale; nel 1979 alla galleria Il Milione presenta una serie di ritratti di intellettuali ed artisti internazionali.

Con Lea Vergine e su incarico del Comune di Milano conduce una ricerca sulla generazione di artiste che operano nelle file delle avanguardie riprendendole nei loro studi come: Sonia Delaunay, Meret Oppenheim, Bice Lazzari, Marcella Can ed altre. Immagini che saranno poi esposte a Palazzo Reale di Milano ed al Palazzo delle Esposizioni di Roma, in occasione della mostra “L’altra metà dell’avanguardia”, curata da Lea Vergine.

A partire dagli anni Ottanta Maria Mulas allarga il suo campo d’indagine all’architettura e al paesaggio con l’intenzione di reinventare la realtà: esemplare di quest’atteggiamento è la mostra del 1982 tenutasi presso l’Unione Culturale di Palazzo Carignano di Torino, dove espone grandi pannelli nei quali ‘ridefinisce’ l’ambiente attraverso scomposizioni, sovrapposizioni e giustapposizioni spiazzanti ed ambigue. Nel 1984 espone alla Scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia il Quartetto, con ritratti, diventati poi celebri, di Beuys, Fabro, Cucchi e Nauman; di poco più tarda è la mostra “Maria Mulas: Fotografia 1970-1980”, allestita nello spazio espositivo del Mercante in Fiera di Parma. Nel 1988 presso la galleria Il Milione di Milano espone una serie di ritratti nei quali l’artista, come sempre, cerca di fissare sulla pellicola l’intreccio stretto del rapporto ‘carattere/comportamento’, questo senza l’ausilio di un obiettivo che deforma o modifica i soggetti. Nel 1989 espone nel Chiostro dello Juvarra a Torino; nel 1990 alla Galleria d’Arte Moderna di Paternò, Galleria d’Arte Moderna di Bologna dove presenta la serie Vis à Vis; alla Cascina Grande di Rozzano (MI) con l’antologica “Maria Mulas: ritratti di artisti di ieri e oggi”; nel 1991 al Palazzo dei Diamanti e Padiglione d’Arte contemporanea di Ferrara, con “Maria Mulas 1970-1990 – Scritture della luce”; inoltre pubblica un calendario per le Edizioni A.D.O.N.A.I. con i ritratti di 13 artiste.

Nel 1992 tiene presso l’Associazione Scenidea di Salerno la mostra “Donne di teatro e teatro di donne”; al Castello Pasquini di Castiglioncello “Settantacinque ritratti più uno”. Nel 1995 nell’ambito della Biennale di Venezia partecipa alla mostra, organizzata dall’Istituto Artistico dei fratelli Alinari di Firenze, dal titolo “1895-1995 L’io e il suo doppio”, curata di Italo Zannier; sempre per la Biennale espone la serie I dinosauri e le rose. L’anno seguente tiene una personale presso la galleria Il Milione di Milano dove presenta Scomposizioni; mentre, nel 1998 al Palazzo dell’Arengario di Milano, la serie Miraggi; nel 2001 è invitata alla mostra “Al di là delle cose: visioni di quattro fotografi. Tentella, Agosti, Mulas, Alimonti” tenutasi al Museo Pecci di Prato, mentre la galleria Patrizia Poggi di Ravenna, organizza la personale dal titolo “Maria Mulas. Luce su Misura”. Del 2002 è l’antologica “Maria Mulas. Ritratti/Architettura” organizzata dal Museo d’Arte Contemporanea di Tortoli (Nuoro) e la personale “Dialogo con Maria Mulas. La fotografia come Arte” tenuta al Centro Culturale Santa Maria di Cremona. Nel 2003 presenta le Metamorfosi nelle personali allestite presso Belforte Arte Contemporanea di Livorno e lo studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea di Milano, mentre nel 2006 alla Fondazione Zappettini di Milano, ove presenta “E chinarsi e guardare obliquamente”.

Tra le ultime mostre si segnalano la personale tenuta presso il Chiostro Arte Contemporanea di Saronno e “Maria Mulas - vario, senza tema in si bemolle minore” allestita di recente dalla galleria Varart di Firenze. Le sue opere sono in vari musei d’arte moderna internazionali, quali quelli di Sidney, Pechino, Edimburgo. Maria Mulas è autrice di importanti libri fotografici, tra questi si segnalano: Milano vista da…(1973), Hans Richter (1976), Annotazioni sul linguaggio di Hans Richter (1978) e Sul linguaggio organico di Henry Moore (1977).

Inaugurazione 15 dicembre ore 19

Villa Rufolo
Piazza Duomo, Ravello (SA)
Orario: tutti i giorni 10 - 18

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Tony Cragg
dal 26/6/2014 al 30/10/2014

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