Villa Filiani
Pineto (TE)
Via Gabriele d'Annunzio

Chiara Crisologo
dal 24/1/2008 al 1/2/2008
16-20

Segnalato da

Mauro Spinozzi




 
calendario eventi  :: 




24/1/2008

Chiara Crisologo

Villa Filiani, Pineto (TE)

Implacabili Evanescenze. Personale di pittura ed incisione. Nelle tele dell'artista l'erotismo diventa la piu' forte chiave di comunicazione tra gli esseri umani ed e' per questo che i soggetti sono spesso nudi femminili.


comunicato stampa

Presentazione a cura di Chiara Strozzieri

Quando di un artista si può dire che sia tecnicamente impeccabile, allora diventa necessario prendere il dovuto tempo per assaporare uno stile che non ha timore di spaziare dalla pittura classica alle arti incisorie, fino a disegni di puro minimalismo. È quanto dimostra di saper fare magistralmente Chiara Crisologo, artista acerba perché ancora immune dagli occhi critici dello spettatore, ma dotata del temperamento tormentato tipico dei nomi più grandi della storia dell'arte.

Lo sguardo drammatico che Crisologo rivolge verso il mondo in cui si sente costretta a vivere assume dei toni di unica intensità laddove lei, artista donna, sceglie di fare suo il soggetto femminile, in quanto appartenente all'immaginario della figurazione di tutti i tempi. Chi altrimenti potrebbe costituire la massima amplificazione del dramma umano del nostro secolo? E allora in particolar modo nei disegni che l'autrice si serve di carboncini, pastelli e addirittura di make-up, arma di seduzione nonché strumento di identificazione, per denunciare le disastrose sfumature di una società omologante, che ha ormai tolto l'unico vero potere umano della comunicazione per raffreddare i rapporti e aumentare le distanze fisiche e soprattutto mentali fra le persone. In questa chiave le figure femminili, che prendono vita da una gestualità irruente la cui forza è data dal segno, non quello puntuale bensì un segno sbafato, impreciso, del tutto materico, sono esseri isolati, immersi in nessun luogo definito, ma in realtà altre.

Questa condizione interiore sofferta, già esplicitata in titoli che parlano di abisso, solitudine e animo sospeso, si ritrova poi negli atteggiamenti dei volti a occhi chiusi, nei corpi abbandonati a se stessi, negli sguardi assorti. E c'è un disegno che, a mio avviso, racchiude tutti i significati del pensiero dell'artista, quel mezzobusto che prende il titolo Salto dall'incapacità della donna rappresentata di buttarsi in qualcosa che desidera incredibilmente. Se dalla carta sembra partire un reale fremito e pare plausibile un movimento in avanti della figura, lo spettatore stesso si rende conto dell'impossibilità che ciò accada veramente, perché troppo malinconica l'espressione del viso, e soprattutto totalmente assenti le gambe che glielo permetterebbero. Tanto questa omissione è graduale, dato che il profilo degli arti mancanti sono accennati da flebili segni di make-up, quanto è tuttavia crudele e decisiva.

Eppure secondo la ricerca pittorica di Chiara Crisologo la condizione della donna ha ancora un'opportunità di riuscita, ed è quello che si evince dalla serie Essere donna, tavole su cui si stendono colori più corposi che con grande precisione stavolta tratteggiano i corpi e danno loro perfino delle libertà di movimento. L'unica maniera possibile in definitiva per le donne da lei ritratte di riappropriarsi dell'identità è attraverso il potere sensuale, lo stesso che permette il proseguimento della vita. L'erotismo diventa la più forte chiave di comunicazione tra gli esseri umani ed è per questa potenza che tornano in scena le gambe e prendono particolare attenzione i nudi.

Crisologo cerca dunque una soluzione a quella perdita della libertà d'espressione che caratterizzava i suoi soggetti, eppure sarà il pennello stesso a non darle ragione e a riportarla al cruccio originario. Infatti, come se le pennellate fossero dotate di volontà propria, ecco comparire quella serie di Identità in cui i profili si fanno drammaticamente labili, non già riprendendo le sfumature riscontrate nei disegni, quanto piuttosto strattonando le carni e confondendole in un tutto atmosferico angosciante. Addirittura le figure si moltiplicano per più e più volte, come se fosse la vista dello spettatore ad essere annebbiata, a non riuscire a distinguere i lineamenti dei corpi.

Da qui l'autrice prende spunto per affrontare il mito delle sirene, che rappresenteranno l'ultima evoluzione della sua ricerca, in quel doppio significato di attrazione e morte che la simbologia di tutti i tempi attribuisce loro: la metà superiore è strumento di adescamento per gli uomini, mentre la metà pesce è simbolo di morte nell'impossibilità di generare la vita. Eppure anche la sirena è per l'artista una vittima da rappresentare costretta o avviluppata dai flussi marini, e anche quando in alcune acqueforti tenta di riacquistare le gambe, miseramente fallisce, a tal punto da diventare una Sirena mistica in crocifissione.

Una tanto drammatica percezione del mito sfrutta in maniera perfetta le più pregiate tecniche incisorie, di cui Chiara Crisologo risulta essere raffinata maestra. Il connubio inscindibile fra bianco e nero, esistenti l'uno per l'altro, tanto che non esisterebbe figura senza il nero e non ci sarebbe forma senza il bianco, è la base su cui l'artista crea delle trame fittissime e di difficoltosa esecuzione. È davvero potente la capacità di Crisologo di giostrare a favore dei propri significati le così dette incisioni a incavo (acquaforte, acquatinta, bulino, puntasecca), decidendo perfino di aggregare più tecniche, riprendendo un modus operandi che fu Rembrandt a introdurre per primo. L'estrema rarefazione che in questo modo lei riesce ad apportare all'opera dimostra più di ogni altra cosa le intrinseche possibilità analitico-descritte delle tecniche incisorie.

L'universo operativo dell'incisione, il cui fascino già risiede nel linguaggio che lo caratterizza, fatto di parole quali ''biffare'' (sfregiare la matrice dell'opera per limitarne la tiratura) o granitura (rugosità data dai granuli di bitume utilizzato per l'acquatinta), scatena particolarmente la vena artistica di Crisologo. Lo dimostra una serie di Autoritratti in cui l'autrice sceglie proprio l'incisione per rappresentarsi, consapevole che non esista soggetto più difficile ma anche più stimolante da trattare che se stessa. Tuttavia non sembra presente alcuna nota narcisistica, piuttosto lei appare una donna come le altre, immersa nella stessa realtà alienante di tutte le protagoniste delle sue opere. L'unica differenza è la concentrazione sul volto, intesa a cercare l'essenza più profonda del suo animo di donna e di artista, laddove spesso parte dello sguardo è celato da un cappello o dalla posizione assunta.

Per Chiara Crisologo è il modo supremo di mettersi in gioco e misurarsi con se stessa, non solo dando in pasto agli altri la propria fisicità, ma anche utilizzando una tecnica su cui sente di non avere alcun controllo, essendo le morsure imprevedibili e necessitando di prove d'autore. Luci e ombre che ne vengono fuori sono segni estetici della volubilità interiore di chi ha sviluppato naturalmente le proprie doti creative, senza mai volerle analizzare esattamente. A questo penserà il suo pubblico, avvalendosi della magnifica raccolta di opere in mostra e probabilmente lasciando le sale espositíve con il mio stesso sentimento di trepidante attesa per le stagioni evolutive di una giovane e mirabile artista.

Villa Filiani
Pineto (TE)
Orario: 16-20

IN ARCHIVIO [5]
Roberto Sala
dal 5/9/2015 al 11/9/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede