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Jose' Munoz
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Jose' Munoz
Cristina Taverna



 
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21/2/2008

Jose' Munoz

Chiostro Voltorre, Gavirate (VA)

La Pampa New York Buenos Aires. Nelle sue tavole, l'artista condensa esotici spaccati impreziositi dal sapiente controllo di tecniche miste e dall'utilizzo di colori vibranti. A cura di Cristina Taverna.


comunicato stampa

A cura di Cristina Taverna

Il lieve e quasi impercettibile fruscio del pennello intriso d’inchiostro, la ferma mano ed il preciso tratto che solcano con sicurezza la pagina bianca, definendo ad ogni pennellata un mondo fatto di atmosfere cariche ed intense come la vita di chi le disegna.

Suggestioni lontane e contemporanee quelle intrappolate da José Muñoz nelle sue tavole, esotici spaccati impreziositi dal sapiente controllo di tecniche miste e dall’utilizzo di colori vibranti. Attraverso le sue opere le forme ed i soggetti si fondono con l’essenza stessa della carte restandone di volta in volta o imprigionate o prossime a fuggire al di fuori della cornice. Dopo gli incoraggianti successi ottenuti nella passata stagione, il Chiostro di Voltorre riapre le sue sale ospitando dal 22 Febbraio al 4 Maggio 2008 l’Argentino José Muñoz. Fumettista di razza nonché allievo di Alberto Breccia ed Hugo Pratt, Muñoz è riconosciuto internazionalmente non solo come virtuoso di chine ed acquarelli ma anche come poeta e scrittore.

Energico ed intenso come le sue opere José affascina estimatori e non, narrando il disegno, trasmettendo con filmica maestria l’attento e minuzioso studio che si cela dietro la creazione di una vignetta. 180 opere suddivise in tre temi la pampa, New York e Buenos Aires, 180 dipinti per conoscere l’artista vincitore nel 2007 del prestigioso «Grand Prix de la Ville d'Angoulême», 180 finestre sull’anima di un uomo che ha saputo trasporre in arte visiva le esperienze di una vita agrodolce e poetica… una vita che attraverso le sue tavole… potrete vivere anche voi.
La mostra verrà inaugurata, alla presenza dell’artista, giovedì 21 febbraio alle ore 18.30.

La Pampa, “vertigine orizzontale”, come ha genialmente osservato lo scrittore Drieu La Rochelle, il collaborazionista francese. Il genio soffia dove vuole… Pensate ad esempio al grande Borges che, tra lampi accecanti di profondità e bellezza, sognava antenati eternamente al galoppo, con la spada sguainata, i capelli al vento e gli occhi fuori dalle orbite! La sacralizzazione dell’attivismo viril-militare e la conseguente asfissia morale regnarono ancora a lungo su quell’immenso oceano verde…

Ma oggi le armi tacciono. E allora festeggiamo le immense distese, lo spuntare dell’alba, il risveglio della natura, il coro ipnotico degli uccelli e la pioggia sottile e fitta che, illuminata dal sole nascente, si trasforma in cristalli ardenti di freddo…Sullo sfondo del paesaggio, vicino all’orizzonte, si scorge un povero uccellino gaucho, costretto alla fuga dall’invasione della pampa ad opera del jazz, dei gringos e dei Ford, come recita un vecchio tango degli anni venti. (José Muñoz )

New York l’ho vista nel cinema e nei fumetti, l’ho letta nella letteratura. Secondo me esiste un legame profondo tra Buenos Aires e New York. Due città americane, due città-porto, due città che hanno accolto moltitudini di poveri da tutto il mondo, due ingressi allo spazio infinito, commovente, panico dell’America. Nel disegnarla, ho mescolato atmosfere londinesi (sono vissuto lì tra il ‘72 e il ‘74) con il fervore multietnico di Buenos Aires. A Londra ho visto per la prima volta un’africana con gli occhi verdi. Era alta quasi due metri, un monumento alla bellezza. Da lei sono nate Enfer e Cheryl, rispettivamemte compagna e figlia di Alack Sinner, il nostro personaggio piu conosciuto. Quando, nel 1981, Sampayo ed io siamo andati per la prima volta a New York, abbiamo constatato che quella città assomigliava incredibilmente ai nostri disegni..! (José Muñoz )

Terra strappata ai nativi dagli europei poveri, porto di sbarco di tante ansie, con le case che avanzano nella pampa sbirciando all’indietro, verso la costa. Luogo di regionalismi nazionali che lì impararono a frequentarsi, culla di tanghi e milonghe, costruzione affettuosa di tanti buoni lavoratori che sognarono insieme dignità e pace… Navigo tra i tuoi profumi, mi perdo dietro l’eco di antichi amori appesi agli alberi del barrio, mi confondo tra i tuoi muri scrostati, sento la presenza degli antenati, vedo i miei nipoti correre dietro le macchie di sole sfuggendo l’ombra postmoderna dei grattacieli nanomarroni… mi inebrio di te.
(José Muñoz )

Inaugurazione giovedì 21 febbraio 2008 alle ore 18.30

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