L'Atelier
Napoli
via Tito Angelini, 41
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Crossroads
dal 10/4/2008 al 29/4/2008
lunedi' - sabato 17.30-20, chiuso festivi

Segnalato da

L'Atelier




 
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10/4/2008

Crossroads

L'Atelier, Napoli

Sette artisti presentano la loro ultime produzioni spaziando dalla pittura alla fotografia, dal design al videoart. Alessandro Canfora, Felice Garofano, Gabriella Gorini, Carlo Porrini, Flavia Sarracino, Sandra Statunato, Caterina Visco; a cura di Paola Ricciardi.


comunicato stampa

Sette artisti presentano la loro ultima produzione e opere inedite spaziando dalla pittura alla fotografia, dal design al videoart.

A cura di Paola Ricciardi

Alessandro Canfora

Le opere "Senza Titolo" di A.C. sono eleganti, di estetico grafismo, e fanno pensare più ad incisioni che a olii, sensuali e sensibili.
In questo tempo brillante e un pò sciocco che è la nostra post modernità, A.C. si inclina al dionisiaco partendo da una stimabile autenticità, che potrebbe sfociare in due evoluzioni: una deriva figurativa a la Jean Arp, con una maggiore libertà e ampliazione dei suoi temi. O una deriva pubblicitaria resa possibile dalla qualità vistosa e precisa del disegno e dall'evidenza cromatica dei suoi quadri.
Pitture, quelle di A.C., inclini al dionisiaco, con una qualità sensuale che si dibatte, scivola, non si separa dalle immagini.
A.C., come ogni pittore vero, è disegnatore di vita, e raffigura in forma remota e intatta luoghi ed esseri vicini estranianti, in un percorso fluido, attraente, pieno di possibilità, il cui destino maggiore, o massimo, è l'arte.

Felice Garofano

Un esercizio di manipolazioni a 4 mani su recenti impressioni di Rio de Janeiro.
“…Al disegno abbiamo sostituito la foto, alla tela lo schermo, ai colori e pennelli Photo Shop e le sue incredibili ferramenta...”
Garofano e Solimeno hanno iniziato per gioco a manipolare alcune loro foto, sono partiti dalla fotografia, loro comune passione.
La sorpresa di affascinanti combinazioni cromatiche e della dislocazione delle raffigurazioni sono il loro forte. Un'espressione artistica attenta a cogliere e a proporre dimensioni oniriche, aperture di scorci, di spazi possibili, che risolvono le tensioni dell'io e del sociale, principali campi d’azione.
Le opere sono il risultato di uno sguardo fotografico attento a cogliere elementi distintivi dei soggetti ritratti, dove per distintivo si intende il carattere naturale e/o antropologico, a seconda dei casi, privilegiando un particolare punto di vista. Uno sguardo fotografico che diventa nelle loro mani, ed in questo caso nel loro mouse, traccia, materiale su cui operare con la tavolozza digitale.

Gabriella Gorini

"Il tempo vola, il tempo passa veloce come un battito d'ali, guardiamo indietro e già non c'è più, tempo speso male, il tempo del silenzio, il tempo della semina e quello del raccolto, tempo sognato, per costruire un ponte tra fusi orari diversi. I foglietti di un calendario cinese scandiscono il ritmo delle stagioni uguali e diverse, attraversate da piccole cose che insieme diventano memoria.”

Carlo Porrini

Obiettivo dei lavori di Carlo Porrini è la ricerca, mediante la decontestualizzazione dalla realtà di singoli elementi visivi, di una nuova verginità dello sguardo. Attraverso la fotografia, in un susseguirsi di fuori fuoco e macro, il segno si astrae, risignificandosi nella percezione dell'osservatore. Le sue fotografie, quasi delle texture, sono evocative di una realtà mutevole e sembrano tracciare un sentiero, come via d’uscita alla mercificazione dell’immagine, che vuole ridefinire la percezione del presente in un insieme senza tempo e senza spazio.
Le fotografie di Carlo Porrini ritornano in video, montati con dissolvenze lunghissime che portano lo spettatore all’interno di un quadro in trasformazione, nella deriva dei significati, con un costante mutamento che ne accompagna la riproduzione. L’immagine veicola un ritmo lento che contribuisce a creare l’ambiente perfetto per l’esecuzione della musica di Emanuele Errante, coinvolgendo lo spettatore in un’intensa esperienza sinestetica.
“…Un buon fotografo deve saper sottrarre i segni inutili per mettere in evidenza quelli importanti. L'abitudine a farlo mi porta a togliere quasi tutto nelle mie foto, specialmente il senso più immediato, lasciando a piccoli dettagli il compito di rappresentarne il significato profondo. Come delle briciole in un piatto in cui c’era una torta. Buonissima, però!..”

Flavia Sarracino

Come per ogni sperimentazione artistica in campo pittorico, la ricerca del nuovo suscita il tentativo di restituire alla pittura, identità e dignità. La fotografia nasce dall’esigenza di duplicare la realtà sempre più fedelmente a dispetto della pittura su tela. La pittura così si libera dalla funzione puramente rappresentativa della realtà concentrandosi e riappropriandosi del suo carattere espressivo e comunicativo. Con il digitale poi, “tutto si avvale di tutto” , disegno, pittura, fotografia, grafica si uniscono e si mescolano fino a creare nuovi linguaggi. Le “pittofotografie” sono il risultato di una sperimentazione che non nega nessuno di questi mezzi espressivi, c’è l’uso della pittura e della tecnica dell’incisione su negativo o su carta fotografica. La fotografia usata per riprendere elementi reali è qui decontestualizzata dai segni incisi che la invadono. La rielaborazione digitale in alcuni casi, lega e trasforma tutto. Il segno inciso, è usato per sottrarre l’emulsione fotografica sia del negativo che dalla stampa, ricavando le diverse stratificazioni cromatiche, proprio come per la tecnica del graffito. In altri casi si aggiunge il carattere rappresentativo di figure antropomorfe in movimento che spesso debordano volutamente dal supporto come per “uscire fuori” dallo spazio rappresentativo. Immaginando un mondo senza barriere spazio- temporali è possibile utilizzare tecniche preistoriche, come quella del graffito con mezzi e tecniche che non appartengono a quel particolare contesto. “La multimedialità è la differenza che passa tra gli uomini del nostro secolo e quelli del secolo scorso ”(Hauser).

Sandra Statunato
Ricontattare le emozioni e le sensazioni provate in un luogo speciale, l’India. Attraverso forme e colori...
Abbandonarsi agli sguardi, ai sorrisi, immergersi nella bellezza, della semplicità e della natura. Nella ricerca e nel contatto con la nostra parte spirituale.

Caterina Visco
Le tecniche usate dalla Visco sono sperimentali e frutto dell'esperienza di venti anni di amore per la ceramica.
I particolari effetti che si rivelano sugli oggetti sono ottenuti con colori ceramici, smalti, cristalline, sabbia, vetro sovrapposti in modo non canonico. Nella fase finale, l’artista utilizza oro, platino e lustri colorati, fissandoli al terzo fuoco. “ Questo tipo di lavoro mi da la possibilità di ottenere risultati originali e spesso unici e irripetibili perchè frutto anche della casualità”.

Inaugurazione Venerdì 11 aprile ore 18

L'Atelier
via Tito Angelini, 41 Napoli
dal lunedì al sabato ore 17.30 – 20. Escluso festivi

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Michele Fiore
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