L'esposizione e' incentrata sulla figura di Badalocchi (Parma 1851/85- post, 1621), e di altri allievi e collaboratori di Annibale Carracci a Roma. Catalogo a cura di Daniele Benati.
Alla Galleria Fondantico di Tiziana Sassoli come accade di consueto a
³primavera², dal 17 maggio al 17 giugno 2008 si terrà un¹altra importante
mostra, incentrata sulla figura di Sisto Badalocchi (Parma 1851/85- post,
1621), e di altri allievi e collaboratori di Annibale Carracci a Roma.
Del pittore parmense si presenta un rarissimo olio su tavola di forma ovale
(cm 114x152), raffigurante ³Alessandro e Taxiles², un¹opera di fondamentale
importanza per lo sviluppo dell¹attività dell¹artista.
Il dipinto, recente ritrovamento, è riconducibile a una prestigiosa serie di
Storie di Alessandro, ciclo pittorico di undici ovati su tavola
commissionati intorno al 1615, per volontà del cardinale Alessandro Peretti
Montaldo (nipote di Papa Sisto V e vice cancelliere di Santa Romana Chiesa)
per il proprio palazzo romano di Termini sull¹Esquilino.
Si tratta di
un¹impresa di assoluto prestigio alla quale presero parte alcuni fra i
maggiori artisti del momento. Morto Annibale Carracci (1609), la maggior
parte delle commissioni andò ai suoi allievi, a conferma del prestigio ormai
indiscusso acquisito dai bolognesi nel campo della pittura di storia:
insieme a S. Badalocchi, furono all'opera Giovanni Lanfranco, che si
assicurò due ovali, il Domenichino, Francesco Albani e Antonio Carracci.
Altri dipinti furono poi commissionati a Giovanni Baglione, Antiveduto
Gramatica e Antonio Tempesta. La prima menzione del ciclo si reperisce in un
manoscritto di Fioravante Martinelli, conservato presso la Biblioteca
Casanatense di Roma e risalente al 1660-1663, nel quale l¹autore, pur con
qualche errore attributivo, descrive gli undici ovati.
Il ciclo, che
rappresentava, in linea con il nome di battesimo del committente, alcune
Storie di Alessandro Magno, fu portato anteriormente al 1780 dagli allora
proprietari, i marchesi Negrone, a Genova: in quell'anno Carlo Giuseppe
Ratti menziona le opere (senza indicarne il numero nel Palazzo del fu Sig.
Agostino Imperiale, nell'abitazione di Isabella Doria, presso la quale
dovete cercare di vedere (..) preziosi quadri, e specialmente quelli
dimostranti vari tratti della vita del grande Alessandro, alcuni dei quali
sono dello Schedone, del Lanfranco, del Domenichino, e d¹altri. Attualmente
della serie, si conservano in originale solo il dipinto di Domenichino (la
Timoclea conservata al Louvre), uno del Baglione e uno dell¹Albani.
Anche dei dipinti perduti conosciamo però i soggetti e le composizioni,
riportati per esteso da F. Martinelli intorno al 1660 e poi da Giovan Pietro
Bellori (1672); le cui immagini e storia verranno riportate nel catalogo
scientifico a cura del Prof. Daniele Benati.
Da qui nasce il filo conduttore e lo spirito di tutta la mostra di cui
faranno parte, oltre al suddetto dipinto, circa 15 opere di: F. Albani, S.
Badalocchi, G.B. Viola, Domenichino, G. Lanfranco, I. Tacconi ed altri.
La mostra si inserisce nella serie delle antologiche di Fondantico,
consuetudine che si è affermata con il tempo incontrando il favore del
pubblico, mostre focalizzate su un singolo aspetto o su un unico artista.
Conferenza stampa Sabato 17 maggio, ore 11
Inaugurazione Sabato 17 maggio dalle ore 16.30 alle 20
Galleria Fondantico
via Castiglione 12/b - Bologna
Orari: 10.00 12.30/16.00 - 19.30; chiuso domenica
Ingresso libero