Associazione culturale Attivarte
Le geografie impossibili sono quelle realta' che, colte dalla mutevolezza della societa' contemporanea, generano spazi in continuo movimento. Bodo Gaston Bohm rappresenta, attraverso una pittura minimale, una natura lontana, arcana, mentre Dritan Hyskra dipinge paesaggi artificiali in cui dominano strutture urbane.
A cura di Daniela Ambrosio
Nella vita liquida e nella società liquido-moderna, gli spazi nei quali l’uomo si ritrova a vivere mutano continuamente: la città e la natura stessa modificano le proprie sembianze; i confini diventano sempre più instabili e incerti, mutevoli ed evanescenti. Nella dimensione contemporanea non è solo l’uomo ad assumere un carattere liquido, ma anche il “paesaggio” – naturale o artificiale – all’interno del quale egli vive, a subire incessanti alterazioni.
Le geografie impossibili sono quelle realtà che, colte dalla mutevolezza della società contemporanea, generano spazi in continuo movimento, dimensioni impossibili, se non, talvolta, irreali e addirittura fantastiche.
Bodo Gaston Bohm rappresenta, attraverso una pittura asciutta, minimale, una natura lontana, arcana: i luoghi da lui evocati non hanno mai assistito al passaggio di un uomo, né forse ci sarà mai individuo a metter piede su questi territori incontaminati. Egli crea mondi che sembrano appartenere ad un’ altra dimensione, a un universo misterioso, distante, fatto di superfici che ricordano porose e sconosciute aree lunari, frammenti che esulano dalla realtà umana e che rivelano l’enigmatica inquietudine di spazi disabitati.
Dritan Hyskra dipinge paesaggi artificiali in cui dominano, con la loro imponente immobilità, le strutture urbane: palazzi abbandonati, strade deserte, garage vuoti e avvolti da atmosfere spettrali. I luoghi rappresentati dall’artista albanese diventano sintesi inquietante di una metafisica assenza, gusci di cemento armato che raccontano, con algida immediatezza, la tragica essenza dell’uomo moderno. La città appare come uno scheletro eroso dal tempo, un geometrico e grigio contenitore adatto a ospitare una umanità distratta: i luoghi destinati al frenetico passaggio dell’uomo si svuotano completamente per far posto ad una silenziosa e svelata alienazione. Lo spazio urbano, sintesi perfetta della natura che si fa artificio, appare come organismo mobile, in imprevedibile e incalzante trasformazione.
Il progetto è realizzato con il contributo della Regione Veneto, promosso dall'Associazione Culturale Attivarte in collaborazione con Galleria A+A - Centro Espositivo Pubblico Sloveno, Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Pace del Comune di Venezia, GAI - Archivio Giovani Artisti Italiani del Comune di Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, Accademia di Belle Arti di Venezia e Galleria Contemporaneo di Mestre.
Inaugurazione giovedì 27 novembre ore 18,30
Spazio Arte dei Mori
Campo dei Mori 30121 - Cannaregio, 3384/b Zona Tintoretto Venezia
dal 27/11 al 30/11 e dal 5/12 al 7/12/2008
venerdì 15.00-18.00, sabato e domenica 10.00-13.00 e 15.00-18.00
ingresso libero