Circolo Pink
Verona
via Scrimiari, 7a
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Elena de Ghantuz Cubbe
dal 5/2/2009 al 7/2/2009

Segnalato da

Alice Castellani



approfondimenti

Elena de Ghantuz Cubbe



 
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5/2/2009

Elena de Ghantuz Cubbe

Circolo Pink, Verona

Mondo gatto. Il terzo appuntamento con l'arte presso il Circolo. Un universo delicato e fiabesco che da' spazio alla parte bambina di quest'artista romana, residente a Verona da oltre quaranta anni.


comunicato stampa

Il terzo appuntamento con l’arte presso il Circolo Pink di Verona e la terza edizione della rassegna WekEnd in mostra, che propone ogni mese un artista diverso nello spazio-tempo limitato a un fine settimana, porta al Pink, da venerdì 6 (inaugurazione alle 18.30) a domenica 8 febbraio, Elena de Ghantuz Cubbe con il suo Mondo gatto. Un universo delicato e fiabesco che dà spazio alla parte bambina di quest’artista romana, residente a Verona da oltre quaranta anni, che ha nel sangue un mix abbastanza insolito, con un nonno siriano e una nonna tedesca nel ramo paterno e un’intera generazione di romani doc in quella materna.

Quando crea Elena libera quella parte bambina svincolata da pregiudizi ed aperta a recepire senza filtri le cose del mondo, mettendo da parte le mille sovrastrutture con cui la complessa civiltà occidentale costringe a fare i conti. Dopo Piccolo Bang, frammenti, mostra del 2007, Elena de Ghantuz Cubbe torna con nuovi lavori a confrontarsi con l’esigenza profonda di uscire, almeno tramite l’arte, dal nostro mondo e dalle sue storture, colorandolo e dandogli nuova forma, ma anche giocando con le proprie paure, questa volta legate innanzitutto alla drammatica situazione in cui versa l’ecosistema del pianeta terra, gravemente compromesso dalle azioni degli uomini degli ultimi 200 anni. Quello di un Mondogatto, spiega l’artista, è un po’ “un’illusione di un mondo futuro dove gli equilibri tra natura e umanità possono essere ricomposti”. Un’illusione che nasce però dalla presa di coscienza dello stato di grave pericolo in cui versa la Terra oggi, e dalla sensazione che “la natura, maltrattata troppo a lungo, possa riprendersi tutto lo spazio che l'uomo ha malamente occupato”.

Se tempo addietro l'artista ha lavorato molto sui ''grattacieli'', visti con ironia e tenerezza -ad esempio nell’opera Esplosione demografica un grattacielo che presentava delle aperture dall’interno, come se fosse scoppiato per l’incapacità di trattenere il suo contenuto, rappresentava con umorismo il problema della sovrappopolazione mondiale- oggi Elena de Ghantuz Cubbe gioca con questi vecchi grattacieli immaginandoli nel suo utopistico mondo, “dove natura e animali hanno ripreso il loro posto”. Le sue composizioni sono un misto di tecniche e materiali diversi, un amalgama di tempere, ceramiche, parole e foto animato soprattutto da animali e forme naturali. Quando, raramente, l'essere umano fa capolino in questo universo fantastico, viene rappresentato come un bambino, forse “gli unici ancora in grado di vivere in armonia con quanto li circonda”. Un universo, quello della Cubbe, colorato e sensibile, che invita a riflettere attraverso il gioco delle forme e delle storie che queste possono raccontare, dando espressione e vita a un mondo nuovo. Un mondo dove i colori e le forme, gli animali e la natura, possono creare nuovi equilibri e nuove prospettive.

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