Artsenal 63
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Myoko
dal 18/2/2009 al 24/2/2009
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Artsenal63




 
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18/2/2009

Myoko

Artsenal 63, Firenze

Morena Petrillo, in arte Myoko, per questa sua personale fiorentina dal titolo "Er" indaga il tema dell'erotismo in tutte le sue sfaccettature. A cura di Alessandro Pitre'.


comunicato stampa

Note sull’opera di MYOKO (MORENA PETRILLO)
A cura di Alessandro Pitre'

Morfogenesi pittorico erotiche.

La poesia apre la notte all’eccesso del desiderio.
La notte lasciata dalle devastazioni della poesia è in me la misura
di un rifiuto – della mia folle volontà di eccedere il mondo.
– Anche la poesia eccedeva quel mondo, ma non poteva cambiarmi.
(G. Bataille, L’Impossible ‘62, trad.it. L’Impossibile, ES ‘99)

I corpi, la pittura, affermano, thomianamente (R.Thom, La Teoria delle Catastrofi, o anche intervista ''Teoria delle catastrofi'' - Parigi, Istituto di Matematica, studio, venerdì 16 dicembre 1988 e "I Contorni in pittura", Milano, Alfabeta), la propria identità (la metamorfosi del suo ambito) per prevalere di progressiva omogeneità materica. Come germoglio che esplode corolla, che si apre al proprio esserci.
In tutto ciò possiamo riconoscere le originarie motivazioni (rispetto al cosciente fare arte, oggi) del generarsi dell’installazione rispetto alla precedente scultura di blocco.

Stratificati filamenti che abbracciano lo spazio, rendendolo se stessi.
L’artista che, in questo modo, dichiara lo spazio non più esterno a se (altro) ma proprio interno [e qui vediamo confermarsi, rizomaticamente (G.Deleuze – F.Guattari, Rizoma, t.i. Lucca ‘77), la pratica installativa o di pittura che resiste al concetto della separazione, dell’Altro –cfr, anche, O.Calabrese, L’età Neo-Barocca-]; il generarsi morfologico per riscontro di biologica appartenenza o, appunto, ‘Filosofia dell’esserci’.

Come la stessa pratica compositiva, qui per emanazione del proprio evolvere, procedere spazialmente. "…ogni concetto sulla soglia della crisi e dello squilibrio, sprigionando paradossi e contraddizzioni, attraversando vertigini e fantasmi. …nutrirsi delle astinenze di vuoti e nulla, delle loro sobrietà, come luoghi nuovamente, pienamente percepibili. …" (R.Thom). In definitiva, i limiti (e siamo al concetto di Erotismo, in Myoko come in Bataille), voluti specificatamente dal termine cose, sono, in questi lavori, un percorso (chiaroscurale o acquarellato) che si avvia da un ipotetico centro [o, sempre in chiave di rimando linguistico-concettuale, dall'ambito linguistico di Luce Irigaray (L'oblio dell'aria'', t.i. Bollati Boringhieri, ‘96), che avvia la propria analisi dalla ''Cosmogonia'' di Eraclito (v.op.cit.)].

Potrebbe offrirsi, in sede teorica, ad essere sviluppata, fino alle ragioni critiche di E.Crispolti, ne "L’erotismo in arte astratta" (Celebes, Trapani, '76), che affronta i temi legati a motivazioni di pittura contemporanea (puntinismo, impressionismo, post-impressionismo, per citare alcune aree) e dell’evoluzione della scultura in installazione. Verificando i modi e le ragioni, le esigenze, espresse da settori dell’arte contemporanea, notiamo che questa tende ad affievolire i propri limiti (margini), correntemente intesi come "separazione", variando le caratteristiche degli spazi intesi come interni o esterni].
Questi lavori di Myoko, erotici anche quando presentano un soggetto unico.

Non solo, dunque, nudi (sostanzialmente femminili). Attestandosi sull’operare -si direbbe ‘semiologicamente’ metalinguistica ed in altro ambito d’indagine, M.Mc Luhan, probabilmente, si troverebbe a voler ribadire il suo "Il medium è il messaggio"-, il moltiplicarsi di linee, dei segni del corpo, riesce a non essere, qui, sottolineatura dei confini, ma apertura del soggetto, suo allargamento di Presenza / Soggetto / identità. Allora il chiaro-scuro del carboncino (e torniamo, come disciplina pittorica, al R.Thom de "I Contorni in Pittura"); la scelta, lo vogliamo notare ancora con Mc Luhan, di arricchire di colore i piani pittorici, attraverso l’acquarello che ci aiuta a pensare alla fondamentale materia-base del mezzo. L’acqua, alchemicamente, si ritiene mezzo dell’unione dei Contrari (qui l’Io e l’Altro). Noi, Occidente empirico, riscontriamo come un corso d’acqua preleva, al suo passaggio, parti della materia attraversata (per, lo chiamerei, dissolvimento), per poi depositarle su quanto incontrato (ri-solidificazione? Unione - Moltiplicazione?). Discipline "Pittorico-Erotiche" – superamento del Limite da noi, culturalmente ‘analitici’, cercato in nome della Definizione e, ancora più profondamente in senso antropologico, dello stesso Dire (per necessità di autoconnotazione).

Altro
Ho conosciuto Myoko in un momento di concentrato studio di autori impegnati sulla ‘capacità’ della Parola di congelare il detto nel suo esclusivo (e riduttivo) significare linguistico.
Si leggeva, con entusiasmo, "L’oblio dell’aria" di Luce Irigaray che, con un percorso attraverso la "Cosmogonia" di Empedocle, arriva a sostenere che, per il nostro pensiero, la nostra Cultura-Identità, l’"Essere per la morte" di Heidegger è Conseguenza. Peculiarità, dell’essere alfabetizzato, che oblia l’Aria-Atmosfera di cui tratta Empedocle. Ecco, allora, il senso Erotico, che individuo, nel nudo femminile che smembra il suo Essere Isolato-solo Io-Alfabetizzato(?), del nudo che procede verso i margini della tela, verso quel territorio, consuetamente ritenuto dello spettatore.

Nuovamente l’"Età Neo-Barocca" di Calabrese?
L’io che guarda non è, non può più ritenersi, in uno spazio Altro. C’è l’Incontro, Erotismo per uno Scambio-Compenetrazione.
Ha poi voluto indicarmi, lei (Myoko), di una conferenza a Napoli di Taiten Guareschi. Il maestro narrava di un racconto zen [editorialmente raccolto in "LA RIVELAZIONE DEL BUDDHA. Volume primo. I testi antichi. Milindapanha. Le domande di Milindha (2-3 -a cura di Francesco Serra) LIBRO II. LE CARATTERISTICHE. Sezione I – Inesistenza dell’individuo."]:

Inesistenza dell’individuo
Il re Milinda si avvicinò al venerabile
Nàgasena. Avvicinandosi scambiò con lui parole gentili; dopo aver
scambiato con lui parole cortesi e gentili, si sedette da un lato. Il
venerabile Nàgasena contraccambiò le sue cortesie e il Re Milinda si
rallegrò in cuor suo. Quindi disse al venerabile Nàgasena:
come vi chiamate? Qual è il vostro nome?"
come Nàgasena. I confratelli (brahmacàrim) si rivolgono a me
chiamandomi Nàgasena. Qualsiasi nome i genitori conferiscano ai loro
figli –Nàgasena, Sùrasena, Vìrasena o Sìhasena-, si tratta solo di un
appellativo, di una nozione comune, di una designazione, di un uso
corrente. Nàgasena è soltanto un nome perché nessun individuo (puggala) è qui presente". Quindi il re Milinda disse:
[…]
Se dite "I miei confratelli, sire, si rivolgono a me chiamandomi Nàgasena" che cosa significa qui Nàgasena"? O venerabile, sono forse i capelli Nàgasena?"
"Nàgasena sono forse i piedi?".

[…] sembra che la potenza che l’arte realizza
sia legata al suo rappresentare il trionfo
dell’organizzazione unitaria sulle spinte
centrifughe, sulla molteplicità, mobilità, disordine
degli impulsi. […] quanto più Nietzche si
sforza di analizzare che cosa significhi questo
trionfo della forza dell’arte, tanto più si accorge che
l’idea di organicità,
semplicità geometrica, rigore strutturale,
gli si sbriciola tra le mani. […]
(G.Vattimo, Le avventure della Differenza, Garzanti ‘88)

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Paolo Bandinu
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