La collettiva riunisce 4 grandi artisti europei del secondo dopoguerra, Rolf Julius, Jiri Kovanda, Roman Signer e Franz Erhard Walther, sulla base del loro rapporto con la scultura. La scultura costituisce per tutti e 4 gli artisti un riferimento imprescindibile; al tempo stesso, nelle loro opere essa viene messa radicalmente in discussione attraverso fattori come il tempo, il movimento e l'azione. A cura di Simone Menegoi.
a cura di Simone Menegoi
Raffaella Cortese è lieta di presentare la mostra collettiva It rests by changing. Curata da Simone
Menegoi, riunisce quattro grandi artisti europei del secondo dopoguerra, Rolf Julius, Jiři Kovanda,
Roman Signer e Franz Erhard Walther, sulla base del loro rapporto con la scultura. La scultura
costituisce per tutti e quattro gli artisti un riferimento imprescindibile; al tempo stesso, nelle loro opere
essa viene messa radicalmente in discussione attraverso fattori come il tempo, il movimento e l’azione.
In
materiali impiegati dagli artisti sono effimeri o privi di forma stabile; sono il punto di partenza o di arrivo di
performance e azioni fisiche; si convertono in vettori e in forze. Da questo punto di vista, si può dire che
questi quattro sentieri verso la scultura sono anche (e nella stessa misura) vie di fuga da essa.
Rolf Julius (1939, vive a Berlino) ha impiegato il suono prima in associazione con la fotografia e poi, nel
corso del tempo, con materiali naturali e artificiali di ogni genere, riprendendo in modo personale la
secolare ricerca di sintonie e affinità fra vista e udito. Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali
in istituzioni europee e americane, fra cui il Fridericianum di Kassel, il PS1 di New York, l’Hamburger
Banhof di Berlino.
Jiří Kovanda (1953, vive a Praga) è stato oggetto negli ultimi anni di una riscoperta che ne ha messo in
luce l’originalità e l’attualità come artista. La sua opera – performance, installazioni, piccoli quadri – nasce
negli anni Settanta, nel contesto sociale e culturale del regime comunista cecoslovacco, e privilegia il
gesto intimo, spesso al limite della visibilità, a volte poeticamente umoristico. Nel 2007 l’artista ha
partecipato a Documenta XII.
Roman Signer (1938, vive a St. Gallen - CH) ha sviluppato una forma originale di scultura che incorpora
il tempo e la trasformazione come componenti essenziali. Le performance con le quali dà forma alla
materia sono spettacolari e perfino pericolose (celebre il suo uso dell’esplosivo), ma spesso dotate di un
aspetto ludico. Il suo lavoro, esposto in tutto il mondo, ha rappresentato la Svizzera alla Biennale di
Venezia del 1999.
Franz Erhard Walther (1939, vive a Fulda - D) ha partecipato alla leggendaria mostra di Harald
Szeemann “When Attitudes Become form” (1969) e ha esposto il suo lavoro in quattro edizioni di
Documenta. Innovatore straordinario, fin dai primi anni Sessanta ha sviluppato un’opera che lega i
materiali al gesto umano nello spazio. Molte delle sue creazioni scultoree - celebri quelle di stoffa –
prendono vita all’interno di calcolate coreografie di azioni, eseguite dall’artista o da altri.
Eraclito (VI-V sec. a.C.), frammento DK 84a: μεταβάλλον ἀναπαύεται, “mutando riposa” (It rests by
changing). Il soggetto della frase non è noto: alcuni ritengono sia “il mondo”, altri “l’anima”.
inaugurazione venerdì 18 settembre 2009 ore 18-22
Galleria Raffaella Cortese
Via Stradella 7, Milano
orario: da martedì a sabato ore 15-19.30 o su appuntamento
in occasione di START apertura staordinaria sabato e domenica