Palazzo Roverella
Rovigo
via Laurenti, 8/10
0425 460093 FAX 0425 27993
WEB
Due mostre
dal 29/1/2010 al 12/6/2010
mart-dom, 9-13, 15.30-19, chiuso i lunedi non festivi
WEB
Segnalato da

Studio Esseci




 
calendario eventi  :: 




29/1/2010

Due mostre

Palazzo Roverella, Rovigo

La mostra 'Mattia Bortoloni il '700 Veneto tra Piazzetta e Tiepolo' propone una selezione di capolavori del Bortoloni a confronto con una trentina di opere del Tiepolo, del Piazzetta, del Ricci, i 'titani' del '700 Veneto. Tra i capolavori esposti opere giovanili del Tiepolo come la 'Gloria di San Domenico' e le 'Tentazioni di Sant'Antonio', accanto a prove di soggetto mitologico quali 'Diana e Atteone' e 'Il Giudizio di Mida' concesse dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Parallelamente all'esposizione la soprintendenza presenta il restauro di due dipinti di Pietro Ricchi: 'La cena in Emmaus' e 'Il Signore libera le anime del Limbo' provenienti dalla chiesa di Baricetta.


comunicato stampa

Mattia Bortoloni il '700 Veneto tra Piazzetta e Tiepolo
a cura di Alessia Vedova

Finalmente una grande mostra “svela” Mattia Bortoloni ponendolo a confronto con Piazzetta, Tiepolo, Balestra, Ricci e gli altri grandi del Settecento Veneto.

Alcuni lo conoscono solamente per un’opera da Guiness: il più esteso affresco unitario di tutti i tempi e luoghi: 5500 metri quadri di finissima pittura per l’enorme cupola ellittica (anch’essa da primato, essendo la più grande al mondo) del Santuario di Vicoforte, in Piemonte. Un’opera colossale, più o meno delle dimensioni di un intero campo da calcio, considerata il capolavoro del barocco piemontese, affrescata per celebrare la Beata Vergine e, insieme, la gloria di Casa Savoia.

Mattia Bortoloni (Canda di Rovigo, 1696 – Bergamo, 1750), famoso, e molto richiesto in vita, è passato poi nel dimenticatoio, considerato “solo” come uno dei migliori aiuti di Giovan Battista Tiepolo, al punto che in non pochi capolavori del grande maestro è ancora oggi difficile distinguere ciò che si deve al pennello dell’uno o dell’altro.

Negli ultimi 20 anni, studi più approfonditi hanno gradualmente portato a riscoprire la grandezza del tutto autonoma di Bortoloni. Oggi è possibile dire, senza remore, che egli fu artista straordinario, originalissimo, “soffocato” in vita e nella fama dall’aver operato con i titani dell’arte veneta del Settecento, dal veronese Balestra (di cui fu allievo) ai Tiepolo.

La mostra, curata da Alessia Vedova, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dall’Accademia dei Concordi, e dal Comune di Rovigo, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza, con il patrocinio e la collaborazione della Regione del Veneto e della Provincia di Rovigo.

La grande esposizione propone una selezione di capolavori del Bortoloni vis à vis con una trentina e più di opere straordinarie dei Tiepolo, del Piazzetta, del Ricci, i “titani” del Settecento Veneto.

Tra i capolavori esposti, vanno segnalate fondamentali opere giovanili del Tiepolo come la “Gloria di San Domenico” e le “Tentazioni di Sant’Antonio”, accanto a prove di soggetto mitologico quali “Diana e Atteone” e “Il Giudizio di Mida” concesse dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Del Piazzetta sarà in mostra una struggente pala raffigurante l’ “Estasi di San Francesco” proveniente dal Museo Civico di Vicenza, accanto ad una prova giovanile di Sebastiano Ricci raffigurante “Ercole al Bivio”, proveniente dalla storico Palazzo Fulcis di Belluno. Di Giambattista Pittoni saranno messe a confronto due tele, la prima ispirata ai temi di Torquato Tasso che raffigura “Olindo e Sofronia”, ancora di impaginazione seicentesca, la seconda, “Diana e le ninfe” che è già di gusto rocailles.
Del maestro del Bortoloni, Antonio Balestra, saranno presenti in mostra una inedita “Natività” e due straordinarie tele, provenienti dal monastero benedettino di San Paolo d’Argon, recuperate dopo un lungo intervento di restauro.
La mostra sarà arricchita da una preziosa sezione di bozzetti dei più grandi frescanti del Settecento: oltre ai Tiepolo (Giambattista e Giandomenico), Piazzetta ed allo stesso Bortoloni, anche Diziani, Crosato, Fontebasso, Guarana che di quest’arte furono gli ultimi grandi epigoni.

A completare, per la prima volta, una fotografia di gruppo della quale, per troppo tempo, era stato dimenticato uno dei protagonisti: quel Mattia Bortoloni che di questa grande mostra è il fulcro. Bortoloni fu artista tanto apprezzato da ottenere, a soli 20 anni, un incarico ambitissimo come quello di affrescare gli interni di Villa Cornaro a Piombino Dese, capolavoro del Palladio. Un’impresa in cui egli, giovanissimo, seppe anticipare il rococò che il suo futuro compagno di strada e di lavoro, Gianbattista Tiepolo, seppe poi declinare in modo magnifico.

Luci e ombre accompagnano la sua lunga carriera che, insieme ad altri ma molto spesso da solo, lo ha visto impegnato in una attività ciclopica anche per quei tempi, in grandi lavori a Venezia, nel Veneto, Lombardia, Piemonte.
Tra i suoi capolavori i cicli affrescati per il Duomo di Monza, per il Santuario della Consolata e per Palazzo Barolo a Torino, per Palazzo Clerici e Palazzo Dugnani a Milano, Villa Vendramin Calergi a Fiesso Umbertiano, Villa Albrizzi a Preganziol, Villa Raimondi a Birago di Lentate e Visconti-Citterio a Brignano d’Adda, le Chiese veneziane dei Santi Giovanni e Paolo e di San Nicolò ai Tolentini, Ca’ Sceriman e Ca’ Rezzonico, sempre a Venezia, sino al suo capolavoro assoluto, l’imponente ciclo per il Santuario di Vicoforte, più di 5 mila metri quadri di finissimo affresco per la cupola ellittica più grande del mondo. l’affresco più grande mai dipinto, per dare immortalità al pantheon di Casa Savoia.

All’attività di frescante Bortoloni affiancò quella di grande autore di teleri, opere dove la necessità del racconto va di pari passo con una del tutto originale capacità interpretativa.

Per ovvi motivi è soprattutto questa importante produzione ad essere indagata dall’attesa mostra di Palazzo Roverella. Sono opere spesso studiate per la prima volta, attribuzioni inedite, tele mai svelate al pubblico e altre difficilmente visibili, opere che restituiscono a Bortoloni la fama, meritatissima, di cui godette al suo tempo, prima di trovarsi offuscato dalla magnificenza dell’arte tiepolesca.

In queste pale, Bortoloni si dimostra pittore dotato di estro e originalità. Sono composizioni impaginate in modo antiaccademico, ironico, talvolta irriverente, certamente in controtendenza rispetto alla pittura religiosa dell’epoca. La tela con San Tommaso di Villanova dell’Accademia dei Concordi rappresenta in questo senso uno degli esiti più alti: Bortoloni segna infatti il superamento della tradizione tardo seicentesca sorprendentemente in anticipo rispetto anche al grande Tiepolo e, come dimostrano i due teleri con l’Adorazione dei Magi e dei Pastori di Fratta Polesine (RO), in piena consonanza con le innovazioni del Pittoni e del Ricci.

Ciò che in mostra fisicamente non può esserci, ovvero i grandi cicli affrescati, vi compare in versione multimediale. La mostra si avvale infatti di un sistema integrato di tecnologie e apparati multimediali che esaltano la piacevolezza e l’interattività della fruizione: il visitatore avrà infatti modo di esplorare gli spazi e i contenuti espositivi in modo estremamente accattivante grazie all’utilizzo di tour e ricostruzioni virtuali, proiezioni 360°, installazioni multimediali con postazioni touch screen, integrandosi e arricchendo non solo le esistenti ambientazioni scenografiche e gli apparati museali ma anche dando la possibilità di collegamenti visuali e tematici a contenuti che non sono fisicamente esposti, nonché a illustrare con completezza il valore del progetto di valorizzazione culturale del territorio.

La mostra pone particolare attenzione anche ai visitatori sordi e non vedenti: sono stati infatti predisposti servizi ad hoc, con visite guidate con il linguaggio dei segni e una presentazione in braille per non vedenti con contenuti tratti dal catalogo.

................................

Pietro Ricchi a Rovigo

Nel contesto della mostra Bortoloni, Piazzetta, Tiepolo. Il ‘700 veneto, che sarà allestita nella prestigiosa sede di Palazzo Roverella, la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza interverrà parallelamente con l’esposizione e la presentazione del restauro di due dipinti di Pietro Ricchi raffiguranti rispettivamente La cena in Emmaus e Il Signore libera le anime del Limbo provenienti dalla chiesa parrocchiale di Baricetta .

I due teleri di Pietro Ricchi risultano, dalle antiche guide sette e ottocentesche di Padova, posti sulle pareti del presbiterio della chiesa di San Giovanni di Verdara presso il Monastero dei Canonici Regolari Lateranensi, uno dei complessi più ricchi di storia di Padova. Il monastero venne soppresso con decreto della Serenissima nel 1783 e le prestigiose collezioni finirono nelle raccolte civiche di Padova. Analoga sorte subì la chiesa soppressa nel 1866 con il Regno d’Italia ed i suoi dipinti andarono anch’essi ad incrementare il patrimonio artistico del Museo Civico di Padova inaugurato nel 1857.

E’ certo che nel 1817 i due dipinti del Ricchi erano ancora in loco nella chiesa di San Giovanni di Verdara poi, a causa del loro stato di degrado, vennero esclusi dal patrimonio da preservare e posti in vendita all’asta con altri beni della chiesa perché considerati di scarso valore. Da quel momento furono ritenuti perduti per poi riemergere nella parrocchiale di Baricetta, frazione nelle immediate vicinanze di Adria, inaugurata nel 1868 con il titolo di San Giuseppe.
Il loro ritrovamento ha consentito di allargare le poche conoscenze possedute sulla produzione artistica dell’autore toscano attivo in Veneto, figura singolare nel panorama della pittura del Seicento che, in occasione della mostra di Riva del Garda del 1997, è stato oggetto di un’importante rivalutazione, di riflessione critica e di conoscenza delle sue opere che restarono misconosciute per lungo tempo.
La Soprintendenza, nell’ambito della propria vocazione istituzionale di valorizzare la storia, l’arte e la cultura del territorio, ha già iniziato il recupero conservativo dei dipinti, ritenendoli pregevole testimonianza artistica sia per la qualità, sia perché il loro ritrovamento ha consentito la ricomposizione del nucleo originario delle opere commissionate al pittore dai Canonici Regolari Lateranensi di Padova, assieme al dipinto raffigurante la Resurrezione, oggi al Museo Civico di Padova, occasione che consentirà il confronto ravvicinato con l'esemplare conservato presso la chiesa della Vergine del Soccorso, la cosiddetta “Rotonda” di Rovigo, assieme agli altri capolavori del Seicento.

Catalogo: Silvana Editoriale

Comitato Scientifico: Marisa Elisa Avagnina; Caterina Bon Valsassina; Marina Dell’Omo; Fabrizio Magani; Paola Marini; Giuseppe Pavanello; Giandomenico Romanelli; Leobaldo Traniello

Segreteria organizzativa: Anonima Talenti

Comunicazione Soprintendenza
Anna Maria Di Bari
Tel. 045/8678315
Fax 045/8678333
e- mail: annamaria.dibari@beniculturali.it

Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499
http://www.studioesseci.net
info@studioesseci.net

Inaugurazione sabato 30 gennaio 2010, dalle 10 alle 15

Pinacoteca di Palazzo Roverella
via Laurenti 8/10, Rovigo
ORARI: mart-dom, 9-13, 15.30-19, chiuso i lunedi non festivi
BIGLIETTI Intero € 9, Ridotto € 7 (dai 6 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, insegnanti con documento, categorie convenzionate)
Gratuito (fino ai 6 anni, portatori di handicap con 1 accompagnatore, giornalisti con tesserino, militari in divisa)
Promozione € 5 martedì e mercoledì 9.00 - 13.00
Gruppi (min 20 persone) € 7 e gratuito per 1 accompagnatore
Gruppi scolastici € 3 e gratuito per 2 accompagnatori
Visite guidate per gruppi (max 25 persone) adulti € 60, scuole € 25.
Biglietto integrato € 12
Mostra Bortoloni, Piazzetta, Tiepolo: il ‘700 veneto (Palazzo Roverella); Tesori dalle dimore storiche del Veneto: capolavori dal ‘300 al ‘700 (Museo dei Grandi Fiumi, piazzale San Bartolomeo 18, Rovigo); Il ‘700 da tavola in casa Palladio (Villa Badoer, Fratta Polesine)

IN ARCHIVIO [17]
Il demone della modernita'
dal 12/2/2015 al 13/6/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede