Fondazione Ferrero
Alba (CN)
strada di Mezzo, 44
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Infinity Festival
dal 4/4/2003 al 12/4/2003
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Infinity Festival




 
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4/4/2003

Infinity Festival

Fondazione Ferrero, Alba (CN)

Films and Spiritual Research. Una manifestazione dedicata a quelle forme cinematografiche che si oppongono alla rapida consumazione promossa da 'blockbuster' e da multisale, cui spesso anche i festival si adeguano.


comunicato stampa

Films and Spiritual Research
ALBA, 5-12 APRILE 2003

VEDERE, GUSTARE, PENSARE: LO "SLOW CINEMA" AD INFINITY FESTIVAL

Nella terra che ha visto nascere Slow Food, vale a dire un modo nuovo di concepire il cibo e il rapporto con la cultura gastronomica, nasce Infinity Festival, una manifestazione dedicata a quelle forme cinematografiche che si oppongono alla rapida consumazione promossa da "blockbuster" e da multisale, cui spesso anche i festival si adeguano. In un quadro che privilegia la quantità (il maggior numero di film possibili, il maggior numero di eventi, di star, di prime visioni) a scapito della qualità, crediamo che anche il pensiero sul cinema abbia bisogno di una pausa di riflessione. Forse è in un andamento lento, in un procedere più ponderato, in un passo più cadenzato che diverrà possibile riscoprire l'"umanità" di un'arte ormai preda della sua parte meccanica.
Vedere un film come si gusta un buon bicchiere di vino, senza lasciarsi abbagliare dall'etichetta. Contemplarne il colore, assaporarne il gusto e poi lasciarlo crescere nel palato. Le tre regole di un buon degustatore si applicano perfettamente anche allo spettatore. Pensare ad uno "slow cinema" significa cercare di restituire ai film e alle persone che li concepiscono un respiro più tranquillo, in cui l'incontro e la discussione siano momenti altrettanto importanti della singola visione.
In una dimensione raccolta, come quella che la città di Alba può offrire, abbiamo pensato ad un festival in cui la parola trovi il suo spazio accanto al potere dello sguardo, dove le immagini suggeriscano i modi per rendere migliore l'esistenza, dove gli uomini che hanno fatto i film si mostrino nella loro umanità e diventino testimoni di un tragitto. Per fare ciò abbiamo stabilito che ogni mattina sia dedicata ad attività d'incontro e di discussione. Il tutto si concluderà verso mezzogiorno con una chiacchierata con gli ospiti del giorno dove scambiare, attorno ad un bicchiere di vino, ricordi, curiosità, progetti futuri e commenti.

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IL PROGRAMMA

Anche quest'anno il comitato di selezione, insieme al direttore Luciano Barisone e al suo vice Carlo Chatrian, ha percorso instancabilmente i festival del vecchio continente - fra le tappe significative Infinity Festival era a Nyon, Cannes, Marsiglia, Karlovy Vary, Locarno, Venezia, San Sebastian, Torino, Amiens, Salonicco, Amsterdam, Rotterdam in occasione delle rispettive manifestazioni internazionali di cinema - visionando oltre 800 film, cui vanno aggiunti i 300 giunti in cassetta alla sede del Festival. Ne sono risultate scelte che privilegiano non solo la qualità delle opere in quanto tali, la loro fruibilità da un vasto pubblico, ma anche degli itinerari di conoscenza all'interno delle più diverse aree del globo: itinerari cinematografici, che toccano la vita materiale e spirituale di altre genti, i loro problemi, i loro ricordi, le loro speranze. Si tratta di aree calde, sempre al centro dell'opinione pubblica mondiale - come lo snodo israeliano-palestinese o il cerchio di fuoco del Caucaso - oppure di terre - come l'Africa, l'India, il Brasile, la Russia - dove il peso della tradizione, della memoria, si sposa con la modernità tecnologica, con il futuro, dando luogo a forme di straordinario sincretismo culturale.

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SELEZIONE UFFICIALE

Presenta dodici film in concorso, inediti in Italia, tra cui ci piace ricordare Japon di Carlos Reygadas, film di solitudini e d'esilio, sullo sfondo di paesaggi infiniti, perduti fra i deserti africani e gli altopiani del Messico, Tishé, girato con humour e poesia dal russo Victor Kossakovski durante le celebrazioni del trecentesimo anniversario di San Pietroburgo senza mai staccarsi dalla finestra di casa, e l'italiano Un mondo d'amore di Aurelio Grimaldi, ritratto di Pasolini da giovane, sospeso fra il Friuli dell'adolescenza e la Roma della maturità. Oltre a questi la sezione comprende una decina di opere fuori concorso, destinate al grande pubblico.

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RETROSPETTIVA ANDREJ KONCHALOVSKIJ

Testimone dello scorrere delle stagioni cinematografiche degli ultimi quarant'anni, Andrej Konchalovskij è una delle figure più eccentriche e significative che hanno attraversato il cinema dagli anni Sessanta a oggi. Capace di un sobrio lirismo e tenace nel confrontarsi con la materia degli scenari in cui si muove, Konchalovskij, nel corso della sua lunga e fortunata carriera, ha incarnato l'ideale dell'artista che cerca la propria dimensione umana e spirituale, artigianale e poetica, nell'elaborazione di una personale visione della vita. Partito dal cuore dell'Unione Sovietica negli anni '60, per poi emigrare, nel 1984, negli Stati Uniti d'America e infine fare ritorno allo smarrimento della Russia post-sovietica, l'inesausto viaggiatore Andrej Koncalovskij ha saputo elaborare con intelligenza storica e decisa sensibilità drammatica i paesaggi, culturali e geografici, incontrati nel corso della sua carriera. Nato da un'illustre famiglia moscovita, Konchalovskij ha contribuito alla nascita della "nouvelle vague" russa recitando in Ho vent'anni di Marlen Chuciev, cosceneggiando Andrej Rubliov, uno dei capolavori di Andrej Tarkovskij e dirigendo, lui stesso, Il primo maestro. In seguito è stato l'autore di numerosi film, presentati e premiati nei principali festival internazionali: da Venezia a Cannes, da Berlino a San Sebastian, a Karlovy Vary. Sia che percorra la primavera e l'autunno dell'ideale comunista in URSS nel dittico di Asja Kljacina, a cavallo tra anni '60 e '90; sia che affronti la vastità dell'affresco storico di Siberiade (premiato a Cannes nel 1979); sia che persegua la verità drammaturgica dei suoi personaggi nel rigore formale degli "hollywoodiani" Maria's Lovers, A trenta secondi dalla fine, I diffidenti e Homer & Eddie; sia che ritrovi infine gli scenari est-europei nel successo artistico di produzioni "comunitarie" come Il proiezionista e il recente Dom Durakov - La casa dei pazzi (premiato alla 59.ma Mostra del Cinema di Venezia col Gran Premio della Giuria), Andrej Konchalovskij resta un autore in grado di raccontarci come pochi altri il rigore della libertà e la leggerezza delle regole che fondano il nostro vivere comune.

L'omaggio a Andrej Konchalovskij, realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, sarà accompagnato da un incontro pubblico con il regista e da una monografia a lui dedicata (a cura di Massimo Causo e Eugenia Gaglianone).

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RETROSPETTIVA NICOLAS PHILIBERT

Cineasta capace di esplorare i settori più disparati della società francese conservando uno sguardo a misura d'uomo, Nicolas Philibert è una delle figure più interessanti della nuova scena del documentario europeo. Approdato al cinema negli anni Settanta, dopo un apprendistato con René Allio, con La voix de son maître (ritratto dedicato ai capi d'industria, tra satira e intervento politico, co-diretto insieme con Gérard Mordillat, nel 1978) Philibert non ha mai smesso di attraversare il suo paese alla ricerca di soggetti che ne esaltassero le sue qualità di esploratore del presente. Dalla ricostruzione del nuovo Louvre (La ville Louvre) al mondo dei sordi (Le pays des sourds), da una scuola di teatro (Qui sait?) ad un museo di scienze naturali (Un animal, des animaux), da una clinica per alienati (La moindre des choses) alle imprese di un alpinista dell'estremo (trilogia su Christophe Profit), nonostante la varietà di temi, l'atteggiamento con cui Philibert affronta la realtà filmata non cambia: nel suo sguardo si legge tanto la volontà di comprendere quanto il desiderio di partecipare emotivamente a ciò che accade di fronte a lui. Questo doppio approccio è il soggetto del più recente Etre et avoir. Qui, i bambini e l'insegnante di una classe unica nel centro della Francia sono seguiti per un anno intero, cogliendo nelle fatiche dell'apprendimento tutta una commedia umana, con le sue gioie e i suoi dolori. Più che alle strutture sociali, politiche, economiche, Philibert è infatti interessato agli uomini. Alle strategie che essi dispiegano per relazionarsi con l'ambiente e con gli altri, ai modi con cui comunicano le loro emozioni, allo sforzo che compiono per andare incontro all'uomo con la macchina da presa. Che si focalizzi sul museo più grande del mondo o che si appassioni alla varietà del mondo animale, che segua il linguaggio dei sordomuti o i primi passi del leggere e del contare, il cinema di Philibert mostra come la pratica documentaria, quella più genuina, quella che ci informa su realtà poco note e tuttavia non così diverse dal nostro mondo, non sia esente dal pathos che anima le migliori storie di finzione.

L'omaggio a Nicolas Philibert, realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, sarà corredato da una lezione di cinema e da una monografia sul regista (a cura di Luciano Barisone e Carlo Chatrian).

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LE INIZIATIVE DI INFINITY FESTIVAL

Due tappe di avvicinamento si sono svolte nelle scorse settimane ad Alba, in attesa della seconda edizione di Infinity Festival.

La prima è stata la presentazione, martedì 11 febbraio, della manifestazione al Rotary Club di Alba. Nella sala dell'Istituto Ferrero, Paolo Pellegrini e Pier Mario Mignone hanno esposto le linee guida della nuova edizione, rispondendo alle domande del presidente del Rotary albese, Piero Cirio, e del pubblico. A conclusione della serata è stato proiettato il documentario "Viaggio intorno alla mia casa" di Gianfranco Pannone (Italia, 2001), presente lo scorso anno ad Alba nella retrospettiva "Io un altro".

Il secondo appuntamento è stato realizzato in collaborazione con il circolo del cinema Il Nucleo. A conclusione della rassegna, mercoledì 26 febbraio è stato ospite ad Alba il regista Matteo Garrone, in occasione della proiezione del suo ultimo film, "L'imbalsamatore" (Italia. 2002), presentato al festival di Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs, che lo ha rivelato come uno degli autori più interessanti e coraggiosi del nuovo cinema italiano.
Invitato a confrontarsi con la platea del Nucleo e di Infinity, Garrone ha risposto alle domande del pubblico sulla sua storia noir ambientata fra la Campania e la valle padana. Il giovane regista ha dato anche qualche anticipazione sul suo nuovo lavoro: una pellicola ambientata a Vicenza, scritta con Massimo Gaudioso e con il narratore Vitaliano Trevisan, che sarà anche protagonista del film.

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CHI PROMUOVE INFINITY FESTIVAL

Infinity Festival è promosso dall'Associazione per il Festival del Cinema Spirituale con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Ferrero, Ministero dei Beni Culturali, Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di Alba, Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Roero, Unione produttori Vini Albesi, Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero, Consorzio Turistico Langhe Roero Monferrato, Nova-T Produzioni Televisive, Euphon Spa, La Gazzetta d'Alba, Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, Associazione cattolica esercenti cinema, Diocesi di Alba, Frati cappuccini del Piemonte.

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NOTE TECNICHE

La Fondazione Ferrero, a pochi minuti dal centro di Alba, collegata con la città con un servizio di navette, costituirà l'asse portante del festival. Al suo interno verranno allestite una sala cinematografica (350 posti), una sala incontri (80 posti), una videolibrary, una sala stampa. Il palazzo della Fondazione ospiterà anche un servizio mensa dove accreditati, giornalisti, ospiti del festival e appassionati potranno riunirsi in un'atmosfera quanto mai tranquilla e conviviale. Caffetteria e appositi spazi-incontro completano il progetto di un festival che privilegia il dialogo tra persone diverse. Gli alberghi e i ristoranti della città di Alba, le aziende agrituristiche e i "bed and breakfast" delle Langhe (che nel corso di Infinity Festival proporranno prezzi convenzionati) completano il panorama dei luoghi del festival. Le offerte riguardanti ospitalità e vitto sono disponibili sul sito del Festival.

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COMITATO DI SELEZIONE

Pier Maria Bocchi, Massimo Causo, Roberto Manassero,Giona A. Nazzaro, Massimo Rota.

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L'Associazione per il Festival del Cinema Spirituale

Il gruppo promotore, attivo dal 1999, si è costituito in associazione nel marzo del 2001.

Dell'Associazione fanno parte: Paolo Pellegrini (Presidente), Pier Mario Mignone (Vice-Presidente), Riccardo Caldara, Gianfranco Alessandria, Gianni Volpi, Roberto Morano, Ottavio Fasano, Mario Durando, Corrado Avagnina.

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Informazioni:
Infinity Festival
V. F. Bocca 15 - 10132 TORINO - Italia
Tel. 011 8987185
info@infinityfestival.org

Fondazione Ferrero
Strada di Mezzo, 44
Alba (CN)

IN ARCHIVIO [13]
Felice Casorati
dal 23/10/2014 al 14/2/2015

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