Ufficio Teatro Villa dei Leoni
Patricia Zanco porta in scena Antigone, ispirato al testo di Maria Zambrano "La tomba di Antigone". Alle ore 21.00 con la regia di Daniela Mattiuzzi.
Università degli Studi di Verona
Dipartimento di Romanistica, Dipartimento di Filosofia
18 aprile 2002 - ore 15.30
Verona
Facoltà di Lettere e Lingue
(Via san Francesco, 22)
LE VOCI DI ANTIGONE
Conversazioni con
Carlo Ferrucci (Università di Roma)
Erminia Macola (Università di Padova)
18 aprile 2002 - ore 21.00
Verona
Teatro Camploy
Via Cantarane, 32 - Zona P.ta Vescovo
ANTIGONE
da "La tomba di Antigone" di Maria Zambrano
di e con Patricia Zanco
regia e drammaturgia di Daniela Mattiuzzi
percussioni e live mixing di Gabriele Grotto
su materiali sonori di Andrea Cera
scene Mauro Zocchetta
visioni elettroniche Carlo Presotto
luci Graziano Pretto
costumi Luciana Riva
Al teatro Camploy di Verona, Patricia Zanco porta in scena Antigone,
ispirato al testo di Maria Zambrano "La tomba di Antigone". Giovedì 18
aprile ore 21.00 con la regia di Daniela Mattiuzzi.
Antigone, la ragazza che morì per aver reso al fratello gli onori
dovuti ai morti, fu condannata, com'è noto, ad essere sepolta viva.
Entrò nella morte viva e intatta. Fin da bambina, secondo quanto
Sofocle ci racconta in Edipo a Colono, accompagnò il padre cieco;
visse poi con i fratelli nel palazzo reale di Tebe per un tempo assai
breve, finchè non scoppiò la lite mortale tra Eteocle e Polinice.
Promessa sposa al cugino Emone, figlio del tiranno che doveva
condannarla ad una fine tanto crudele, ebbe appena il tempo di sapere di
esistere, di vedersi e di essere vista. Innocente travolta in una storia
di guerre e potere.
La nostra Antigone non è l'eroina canonizzata dalla tradizione,
fissata nella luce del suo gesto di ribellione che fronteggia Creonte,
bensì la ragazza senza terra, sola "nel silenzio e nell'essenza degli
dei". Nella tomba in cui Antigone è sepolta viva, si fa strada
l'evento impercettibile attraverso cui va germinando il significato
fondamentale della sua figura mediatrice fra amore e conoscenza. E tutti
gli altri personaggi tornano qui come alla propria fonte, per trovarsi
una riscatto dalla storia sanguinosa in cui sono rimasti irretiti.
Nell'intrecciarsi dei monologhi e dei dialoghi (intenso e vibrante
quello con il padre, tenerissimo quello con la nutrice, teso il
confronto con l'Arpia, estremo recondito a se stessa della propria
azione, e ironico quello con Creonte) la storia viene così sviscerata.
E le sue parole tornano concrete, reali e necessarie per aiutarci a
perseguire un sogno di comprensione tra mondi e culture diverse cercando
le "verità della vita", una vita modesta, una verità morale di cui
possiamo rispondere, in un atto di necessaria libertà .
La sua voce abissale, mediatrice con gli inferi, "parlerà senza sosta
sul confine tra la vita e la morte", in quelle zone di luce mai
separabili dalla penombra.
Per informazioni: tel 0444 323725
Teatro Camploy
Via Cantarane, 32 - Zona P.ta Vescovo, Verona