2/2/99

LUSAMA TEATRO

POETICA
Nell’associazione confluiscono personalità eterogenee accomunate dall’interesse per il teatro come luogo di ricerca sulla parola, il corpo, lo spazio. Il percorso di lavoro nasce dall’esigenza di sviluppare qualcosa che all’inizio si scorge soltanto in nuce: un’azione o l’individuazione di un nucleo problematico, un’immagine o un libro, da cui si parte per l’elaborazione di un progetto drammaturgico e per la "costruzione" di un testo. Successivamente si arriva all’attualizzazione concreta del testo attraverso il lavoro concreto sui singoli interpreti, il gruppo, lo spazio. Le nostre modalità di lavoro ci hanno portato spesso ad un confronto con il mito, proprio perché in esso si trova allo stesso tempo una base su cui operare, ma anche una struttura così labile da poter essere rielaborata, alla luce di ciò che il nostro tempo riflette su esso (de) formandolo. Un lavoro dunque di contaminazione o sconfinamento reciproco tra testo e corpi, attraverso cui si fa-spazio alla dimensione concreta della messa in scena. Crediamo che tale sconfinamento, o contaminazione, sia la parola chiave per intendere la comunicazione teatrale, riteniamo quindi che sia necessario sviluppare il proprio lavoro non limitandosi ad operare in un unico spazio privilegiato, il teatro appunto. Da ciò la nostra ricerca di spazi eterodossi per la messa in scena dei nostri spettacoli; l’azione teatrale può valere da traino per una riqualificazione simbolica degli spazi. Pensiamo che il teatro sia essenzialmente azione nomade, costituzionalmente di-passaggio: Oreste inseguito dalle Erinni, Rosencrantz e Guildestern spaesati in una terra ignota. Il teatro è per noi "uno" degli spazi in cui agire, ma al pari degli aeroporti o delle piazze, delle strade o delle fabbriche, esso non è sicuramente "il" nostro spazio. Proponiamo una esplorazione teatrale della città che di essa superi l’insignificanza, inserendosi nella frammentarietà dei luoghi per farne esplodere le potenzialità simboliche ed espressive, un’esplorazione spaziale del teatro che faccia germinare uno spazio doppio, suscitare l’eco, giocare con il molteplice.