2/2/99

LUSAMA TEATRO

LUSAMA TEATRO
L’Associazione Culturale Lusama Teatro nasce a Palermo nel 1996, fondata dal suo attuale presidente Rosario Tedesco. Nell’associazione confluiscono personalità differenti accomunate dall’interesse per il teatro come luogo di ricerca sulla parola, il corpo, lo spazio... Luogo dove mettersi in discussione, interrogando se stessi e gli altri, sul perché e il come delle cose. Il percorso di lavoro si sviluppa dall’individuazione di una problematica, all’elaborazione di un progetto drammaturgico nella "costruzione" di un testo e, successivamente, nell’attualizzazione del testo attraverso il lavoro concreto sui singoli interpreti, il gruppo e lo spazio. Un lavoro dunque di contaminazione o sconfinamento reciproco tra testo e corpi, attraverso cui si fa-spazio alla dimensione concreta della messa in scena. SPETTACOLI REALIZZATI La Casa di Asterione su testi di: H. de Montherlant, J. Cortazar. M.L. Palumbo interpreti: Vito Di Bella, Melania Giglio, Elena Narducci, Rosario Tedesco costumi: Barbara Tomada immagini: Luca Bernardelli regia: Rosario Tedesco, Marialuisa Palumbo, Luca Bernardelli Torino, Teatro Juvarra, 1995 Palermo, Palermo di scena ’96 Il Labirinto: dentro la prigionia e la morte, fuori la libertà e la vita. E’ operando un ribaltamento di questi termini che, testo e costruzione scenica de La Casa di Asterione, propongono una lettura nuova del mito antico. Quattro personaggi chiave del mito, Pasife, Minosse, Arianna e Teseo, sono dunque ciò che si è chiuso fuori dalla chiocciola-Minotauro/Labirinto- misterioso e assente centro di gravitazione, attorno a cui tutti si muovono, tracciando uno spazio obbligato e ripetitivo, costretto in una crescente prigionia. Libertà e prigionia, diversità e normalità, autonomia ed eteronomia, potenza e potere come forza di prevaricazione o come momento attuativo della libertà... sono queste le problematiche aperte dalla costruzione del muro, scissione violenta, rifiuto, condanna e segregazione della diversità... La scena è data dall’incontro di un piano orizzontale nero, su cui si muovono i personaggi, ed un piano verticale bianco, per la proiezione di immagini. Mamlet Maschine di M.L.Palumbo interpreti: Rosario Tedesco, Irene Zagrebelsky, Marialuisa Palumbo scene e costumi: Barbara Tomada musiche: Marco Crescimanno ingegnere del suono: Giovanni Damiani video: Rosario Tedesco e Mario Silvestri regia: Rosario Tedesco, Marialuisa Palumbo Palermo, Aeroporto Falcone-Borsellino, 1997 Palermo, Palermo di scena ’97 San Benedetto del Tronto, 3° Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili ‘97 La Mamlet Maschine è un oggetto di scena: una macchina composta da un piedistallo e da una sezione di busto di donna. Una mammella artificiale per un allattamento "virtuale", in quanto simulazione dell’effetto seno. In parte corpo, in parte macchina, questo oggetto sintetizza la tendenza di questo fine millennio a cambiare le dimensioni del corpo. Da una parte, attraverso la "tecnologia incanata", la protesi, visibile o invisibile, concreta o virtuale... Dall’altra, demandando alla macchina attributi e funzioni del corpo oggi tecnologicamente rimpiazzabili. Problematica centrale del testo è infatti quella del corpo, nel tentativo di indagarne, oggi, lo stato, la consistenza, le dimensioni... Tre "personaggi", un uomo e due donne, in successivi passaggi, si raccontano ogni volta in modo diverso. 1. PROLOGO -A letto; 2. MAPPE DEL MONDO; 3. EPILOGO -Via cavo; 4. DA LEDA AD OFELIA -Ovvero, dell’essere e della metamorfosi; 5. IN ANALISI -Per tenere insieme i pezzi; 6. QUESTO E’ VERAMENTE TUTTO. Il testo è quest’insieme di frammenti. Attore e parola, come estensione fisica e metafisica del corpo, sono quest’unità frantumata... di cui si cerca di tenere insieme i pezzi. La scena è un insieme di oggetti sparsi in un luogo dove risalti lo scarto natura/artificio, la compresenza e la distanza tra elemento naturale e tecnologico; un luogo dove il corpo possa sentirsi in disequilibrio tra i due elementi, ad un passo dall’uno e dall’altro, sospeso...