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a cura di Dario Bonetta



14/01/2005

 
Quarter. Centro Produzione Arte 
 
 
Collaborazione non concordata

 
   
Una lettera di Paolo Parisi, artista in mostra 
 
   





Paolo Parisi & John Duncan, "Conservatory (San Sebastiano)", 2004. Quarter/Firenze. Ph. copyright,



 
''…Mi giunge la notizia di un gesto ''collaborativo'', non concordato, all'interno dell'installazione ''Conservatory (San Sebastiano)'', viceversa condivisa e realizzata in collaborazione dal sottoscritto e da John Duncan.
L'esperienza dei giorni scorsi, per me che abito a Firenze da vent'anni, è stata entusiasmante ed eccezionale. Ha aperto i battenti un luogo nuovo, Quarter, atteso fino allo spasimo da un'intera comunità cittadina che ormai aveva riposto ogni speranza.
E invece, contro ogni più ottimistica previsione: miracolo! Inaugura Quarter che si propone innanzitutto come luogo di condivisione dell'attualità, relativamente all'Arte ed alla cultura contemporanea.
E, proprio rispetto all'apertura ed alla condivisione, oltre che, naturalmente all'Arte, e da parte di coloro, nei quali ho/abbiamo da sempre confidato per l'energia vitale e la volontà di ''cambiare il mondo'', le cosiddette ''forze antagoniste'', giunge, ahimè, il segnale più equivoco..!
Equivoco perché rema nella stessa direzione di ciò che ha finora prodotto l'inazione.
Che assurdità!
Mi hanno parlato di ''lancio di uova alle pareti e alle sculture''...
Ora, m'immagino che l'impatto di un liquido su una parete provochi una bella esplosione. Ma, artisticamente, e già dagli anni '50, è un gesto che non manifesta alcuna trasformazione. La forza di gravità tradisce infatti l'azione che l'ha generata, provocando, immediatamente dopo, una colatura del colore. Jackson Pollock, per intenderci, lavorava in orizzontale.
Ecco, il problema è la forza di gravità. E, escludendo la forza, perché artisticamente temo si tratti di debolezza, rimane soltanto... la gravità!
E' necessario essere contro la guerra e la violenza, così come è necessario essere contro tanto altro.. ma proseguendo esclusivamente per questa strada, si può arrivare ad affermare di essere contro l'Arte... per proseguire, ad esempio, con l'essere contro l'infanzia (ieri, fino a mezz'ora prima c'erano decine di bambini...), per finire affermando di essere contro tutto, e quindi di non volere niente, cioè di essere ...morti (e incappucciati).
Gli acquerelli che adesso sono in compagnia di questi tentativi di lavoro, io li faccio in orizzontale e, improvvisamente ci appaiono in verticale. L'orizzontalità trascinata nella verticalità/frontalità della Pittura. Trasformazione che l'Arte ha da sempre praticato. La rappresentazione del nostro agire orizzontale all'interno di una superficie frontale.
Delle pile di cartone ondulato che diventano delle architetture abitabili manifestano una trasformazione. Dei tubi idraulici che diventano colore e flusso sonoro e vitale manifestano una trasformazione. Delle parole che diventano suono manifestano una trasformazione. Degli acquerelli che mostrano la loro noncuranza rispetto alla forza di gravità manifestano una trasformazione.
Delle uova (magari acquistate nelle vicine coop o esselunga..., tanto per parlare di acquisti e di vendite..) lanciate sul muro... rimangono delle uova lanciate sul muro!
Personalmente, e insieme ai venti ragazzi che hanno dato tutto se stessi in venti giorni per realizzare tutto questo, sostenuti esclusivamente dall'energia e dalla voglia di costruire, non avremmo mai immaginato che altri come noi (ma forse, questi non lo sono) lavorassero, al contrario per distruggere.
Contrariamente ad una disponibilità iniziale ad accogliere nel mio lavoro questo gesto, mi dispiace, ma alla luce di queste riflessioni sono costretto ad intimarne la cancellazione.
Senza colature, infatti, la macchia non ha peso e ...vola via, in alto, irraggiungibile, come l'Arte.
Lasciando sulla Terra le contr-addizioni e le frustr-azioni di squadre di performer nostalgici (taluni anche attempati...), che, come tanto altro oramai che si somiglia, dalle veline ai prodotti in vendita negli scaffali dei supermarket, rema nella stessa direzione di ciò che oggi dovrebbe rappresentare la vera minaccia: immobilismo e chiusura.
L'Arte non somiglia a tutto questo. ''

Paolo Parisi
Firenze, 17 dicembre 2004

     
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