L'artista risolve il conflitto fra figurazione e astrazione dando luogo a campiture di colori puri e a composizioni che rispecchiano la volonta' di raggiungere un equilibrio armonico fra uomo e ambiente.
Dal 20 marzo all’8 aprile la Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, in via Ippolito Nievo 10, ospita la mostra personale di Matteo Boato intitolata “Le case danzanti in Mantova”.
L’inaugurazione si svolgerà Sabato 20 marzo dalle ore 18.00 con intervento musicale a cura dell’artista. L’evento, che si concluderà l’8 aprile 2010, resterà aperta al pubblico dal Lunedì al Sabato, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30.
Matteo Boato nato a Trento nel 1971 e laureato nel 1997 in ingegneria civile, il quale nel 1998 ha conseguito il “diploma di architettura bioecologica” alla HSA di Torino per poi decidere di seguire la via della pittura nel 2001.
Di lui hanno scritto:
“Queste architetture sono segni emblematici della nostra storia per la localizzazione, lo stile, la funzionalità, la specificità dell’uso; sono idonee a rappresentare sul piano estetico categorie sociali diverse e nel contempo si qualificano come espressioni emotive della quotidianità dell’uomo. I colori sono stupendi, a volte usati con l’intento di rendere l’effetto del trascorrere delle stagioni sui paesaggi urbani, a volte con intenti espressionistici nella volontà di trasmettere l’energia fisica, le passioni, le emozioni di cui questi luoghi sono rappresentazione. Parimenti le linee costruttive, veri doisonnés, più che struttura portante si impongono come linee di forza, in un gioco continuo di implosione ed esplosione. (Sergia Jessi)
“Con la sua visione scomposta e ricomposta, scombinata e ri-combinata Boato arricchisce ulteriormente la capacità introspettiva di certe più o meno ardite rappresentazioni visive canoniche e arriva a offrirci una visione del mondo addirittura vicina ai “capricci” settecenteschi. Formidabili le sovrapposizioni di due, tre case l’una sopra al tetto della sottostante, per raccontare tre file di case fitte fitte l’una dietro all’altra.” (Pietro Marsilli)
“Boato, formidabile disegnatore, persegue una sua singolare poetica della matericità, calcolando attentamente l’equilibrio compositivo del quadro, cercando di valorizzare al massimo le caratteristiche sensoriali delle superfici e della materia-colore, esaltandone le potenzialità psicoenergetiche ed evocative.(...) Egli affida l’hic et nunc della sua intimità, la testimonianza della sua relazione dialettica col mondo a un sorprendente equilibrio degli opposti: una sintesi di ebrezza dionisiaca e di pensosità, di libido materica e di controllo razionale, di vitalismo e di studio.” (Domenico Montalto)
“Accade raramente di incontrare un giovane artista che mostra, già ai primi lavori, una compiutezza di linguaggio ed una poetica matura. Il risultato è una pittura decisamente originale: lontana dalle mode (è un pregio raro), nel solco di una tradizione che continua, ma fresca e nuova. File di tetti, toni del marrone ed ocra, facciate di gialli impastati, a riverberare il calore del sole, bianche abbaglianti, segni e incisioni che scavano il volume della materia. Quasi una sinfonia.” (Gigi Zoppello)
“Matteo Boato risolve il conflitto fra figurazione e astrazione dando luogo a campiture di colori puri e a composizioni rigorose, geometriche che rispecchiano la volontà di raggiungere un equilibrio armonico fra individuo e le altre persone, fra uomo e ambiente. La sua stilizzazione portata all’estremo dell’astrazione condensa in sé, come le tessere di un mosaico, le varie componenti del tessuto urbano proposto come città ideale’.” (Gabriele Turola)
“Nel tempo il suo lavoro, mai banale, sempre autentico, spesso solo apparentemente istintivo, è planato come un uccello su campi e tetti e li ha descritti cogliendone particolari e forme inusitate, offrendoci i luoghi cari al suo vissuto e alla memoria, accanto a paesi reali o rivisitati nella fantasia, trasformati in un percorso di geografia interiore.” (Brunilde Neroni)
“La città nella pittura di Matteo Boato è colma certo di relazioni,di memorie, di affetti, di nostalgie, ma inevitabilmente finisce per assomigliare sempre più, ed è bene che sia così, ad un altrove, fuori da coordinate spazio temporali consuete. In questo altrove legato al sogno dell’armonia leggera, volatile, ironica, il pittore ci invita a camminare con l’animo sgombro da impenitenti volontà rappresentative e identitarie, complicando il gioco della visione con la nostra complice immaginazione” (Mario Cossali)
Inaugurazione sabato 20 marzo 2010, ore 18
con intervento musicale a cura dell’artista
Arianna Sartori Arte and Object Design
Via Ippolito Nievo, 10, Mantova
orari da lunedì a venerdì 10-12.30 / 16-19.30.
Ingresso libero