Vitrea. Un'esposizione monotematica che riunisce per la prima volta i disegni piu' recenti dell'artista tedesca, realizzati tra il 2009 e 2010, ispirati dall'osservazione del vetro.
VITREA è un’esposizione monotematica che riunisce per la prima volta i disegni più recenti dell’artista tedesca, realizzati tra il 2009 e 2010, ispirati dall’osservazione del vetro quale sostanza materiale e metaforica della realtà. In mostra saranno presenti opere di medio formato (59 x 49 cm) e un lavoro di dimensioni maggiori (134 x 94 cm).
Nel suo percorso creativo Elisabeth Scherffig ha analizzato l’architettura, gli spazi urbani, i cantieri e i frammenti delle città e della natura come organismi in perpetua metamorfosi, come esseri viventi in continua costruzione e decomposizione; l’uomo, la storia e il tempo sono i protagonisti dell’incessante trasformazione della realtà. I suoi disegni sono realizzati con un tratto energico, quasi come piccole incisioni di pastello su carta di Arches, e rendono percepibile la frammentazione e la tridimensionalità dei soggetti.
VITREA è una metafora del “vedere”. L’artista ha concentrato la sua vista su un unico elemento costitutivo della realtà, il vetro, materiale creato e lavorato dall’uomo, utilizzato in vari contesti con forme e finalità diverse. Il termine vetro, già nel suo significato etimologico e nella radice linguistica, è legato al verbo vedere (lat., vitrum; videre). La riflessione di Elisabeth Scherffig, oltre all’analisi delle qualità materiche dei soggetti, cerca di cogliere anche l’elemento essenziale e immateriale che caratterizza il vetro, ossia la luce. Per vedere abbiamo bisogno della luce, linfa dei nostri occhi.
Infatti l’aspetto primario di questi lavori, oltre alla straordinaria composizione formale, è nell’elemento luminoso che vivifica l’immagine tramite il segno grafico. La luce si manifesta intrinseca all’opera, rendendo la superficie vibrante e impalpabile. L’idea di trasparenza percepibile dai disegni fa emergere la profondità della materia. La varietà delle soluzioni compositive permette quasi di pensare ai vari passaggi di lavorazione del vetro che da massa fusa e magmatica diviene solido nel raffreddarsi. Pur restando opere estremamente “realistiche”, l’effetto ottenuto supera la semplice mimesi del reale, le strutture disegnate potrebbero apparire anche come microrganismi biologici o superfici astrali, donando alla composizione monocromatica un valore “assoluto”. Il vetro viene anche usato come diaframma, un confine, barriera tra l’interno e l’esterno, tra spazio chiuso e spazio aperto, e concettualmente come limite tra mondo conosciuto e mondo ignoto. Tentare di vedere l’intima struttura della materia, trasporta il senso della vista dall’occhio alla mente. Il “vedere” diviene un “vedere-oltre”. Elisabeth Scherffig nata a Düsseldorf nel 1949, vive e lavora a Milano dal 1970. Ha esposto in prestigiose sedi istituzionali e gallerie private a Milano, Venezia, New York, Londra, Düsseldorf. Nel 2009 l’editore Baldini Castoldi Dalai le ha dedicato una monografia, Urbs et Civitas, a cura di A. Madesani, con testi di G. Dorfles, A. Madesani, A. Negri.
Vernissage con la presenza dell’artista sabato 20 marzo 2010 dalle ore 19 alle 22.
Lakeside
via Tacchini, 26 - Verbania
Orario galleria: da martedi a sabato 10.30-12.30 e 16.00-19.30 Domenica su appuntamento Lunedì chiuso
Ingresso libero