Veduta. L'artista si reca sistematicamente nei sobborghi immortalando, con un cellulare, i monumentali e mostruosi complessi abitativi che caratterizzano il panorama urbano delle periferie europee.
La velocità è diventata una nozione fondamentale e necessaria della società contemporanea, oltre alle nozioni d’istantaneità, d’infinitesimale con le tecnologie che hanno portato alla rivoluzione dei trasporti e della telecomunicazione ultrarapida. In un’epoca caratterizzata da una forma di accelerazione iperbolica e da terabytes d’informazioni che circolano attraverso superstrade informatiche, la nostra percezione dello spazio e del tempo ha subito un’implosione quasi entropica in costante trasformazione. Il modello di questa percezione del reale, sono dunque le archeologie del presente così come per Virilio gli incidenti sono la prova dell’esistenza di un’area d’incidenza tra la realtà e l’esperienza del reale attraverso l’accelerazione tecnologica. In questo contesto la nozione di archeologia contemporanea acquista una forte valenza simbolica nel momento in cui la novità, concetto tanto acclamato dall’ideologia modernista, sembra esplicitare perfettamente l’idea nostalgica dell’era postmoderna di rovina potenziale.
Dal 2004 Adrien Missika viaggia attraverso l’Europa visitando i principali centri urbani da Milano a Parigi, da Porto a Mosca passando per Gdansk e Praga. Paradossalmente, lungi dal fotografare le attrazioni turistiche o i monumenti storici menzionati nelle guide turistiche, l’artista si reca sistematicamente nei sobborghi immortalando, con un Nokia 6230, i monumentali e mostruosi complessi abitativi che caratterizzano il panorama urbano delle periferie europee. Einfühlung (2004-2010) comprende numerose centinaia di clichés fotografici a bassa risoluzione che costituiscono una sconcertante documentazione di vedute urbane post-industriali. Con Daily Archaeology (2010), Adrien Missika al contempo inverte e accelera il processo d’invecchiamento di un improbabile reperto archeologico.
Delle comuni saponette vengono sottoposte ad un periodo d’inattività relativamente lungo, durante il quale queste si trasformano progressivamente in singolari oggetti archeologici. Custoditi preziosamente in vetrine che ricordano le bacheche dei musei di storia naturale o di antropologia, questi ready-made acquistano un inedito e alquanto inaspettato valore. Da conservare, proteggere e difendere dall’usura del tempo come fossero dei veri e propri reperti storici, questi banali oggetti del quotidiano vengono paradossalmente museificati. Attraverso l’idea di Bunker , vestigia in cemento armato di un passato prossimo, l’idea di museo viene così interrogata in un’epoca in cui parlare in termini di conservazione e archiviazione sembra contraddire lo spirito dromologico dell’era contemporanea.
Inaugurazione 27 marzo ore 18
La Rada
P.zza Remo Rossi (Ex scuole comunali) - Locarno
Ingresso libero