Accademia di Belle Arti di Brera
Milano
via Brera, 28
02 86955233 FAX 02 86955234
WEB
Il Cenacolo a Brera
dal 27/3/2010 al 6/4/2010
10-13 e 15-18, chiuso 5 aprile

Segnalato da

Elisabetta Kluzer




 
calendario eventi  :: 




27/3/2010

Il Cenacolo a Brera

Accademia di Belle Arti di Brera, Milano

La mostra tenta di ricostruire il lavoro ottocentesco di studio del Cenacolo di Leonardo condotto attraverso la riproduzione in incisione e la fotografia. La mostra presenta percio' 5 stati dell'incisione realizzata da Raffaello Morghen a fine '700, la documentazione sulla copia di Bossi, le foto dell'affresco di Castellazzo di Andrea Solario, le foto Braun di fine '800.


comunicato stampa

C’è un legame tra la copia del Cenacolo di Leonardo realizzata da Giuseppe Bossi nel 1807 – 1810 e le Ultime cene di Warhol del 1986?

Perché una pubblicità per una griffe di moda dell’artista Brigitte Niedermair ispirata all’Ultima Cena di Leonardo riesce ancora a fare scandalo e provoca censure e iniziative giudiziarie?

Per realizzare la celebre serie di tele esposta nel gennaio 1987 alle Stelline Andy Warhol non ha usato una foto del dipinto originale di Leonardo, ma una riproduzione incisa ottocentesca. Per gli studiosi di Warhol l’identificazione della matrice utilizzata dal pittore è ancora un piccolo mistero, di volta in volta sciolto con diverse soluzioni. Per una parte della sua serie, l’artista pop si è servito di una copia precisa del Cenacolo, eseguita dal pittore tedesco Rudolf Stang nella seconda metà dell’Ottocento.

L’incisione era stata realizzata attraverso uno studio minuzioso dell’originale di Leonardo ma, siccome questo si presentava in molte parti danneggiato e difficilmente leggibile, la lettura è stata continuamente integrata da altre fonti. Era infatti difficile ricavare informazioni dettagliate sulle teste di Cristo e degli apostoli, sulle barbe e sui capelli, sulle mani e sui piedi, sulle vesti, sulla tavola imbandita e sulla sala del Cenacolo direttamente dall’originale (lo è ancora oggi, dopo molti restauri e interventi sul dipinto originale). Per questo Stang si è appoggiato ad alcune derivazioni e ne ha trovate due di fondamentale importanza nel Palazzo di Brera.

Per quasi un secolo, infatti, l’Accademia di Brera ha vigilato sull’Ultima cena di Leonardo. Ha promosso la sua tutela e i primi restauri e soprattutto si è preoccupata di ricostruire la forma originaria del dipinto, danneggiato dalla sua fragilità costitutiva e dalle vicende storiche.

Per questo motivo è stata progettata la realizzazione di una copia, che doveva fornire una lettura del dipinto che l’originale non permetteva più. L’impresa ha comportato il lavoro di tre anni di Giuseppe Bossi e quello di otto anni del mosaicista Giacomo Raffaelli per realizzare la traduzione in mosaico. Giuseppe Bossi, rifondatore dell’Accademia sotto il governo napoleonico, iniziatore della Pinacoteca e dei primi musei dell’Accademia e promotore dei premi e delle esposizioni annuali, dal 1807 si è impegnato nell’impresa di ricostruire la forma originaria del Cenacolo di Leonardo.

Attraverso lo studio dell’originale e la recensione delle tre copie più autorevoli, quella di Ponte a Capriasca, quella di Andrea Solario a Castellazzo e quella di Vespino in Ambrosiana, ha prodotto prima in una copia parziale su carta (ora conservata dal Museo dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo e presentata nella mostra attuale in riproduzione fotografica per la prima volta fuori dalla Russia), poi in un dipinto a olio su tela della stessa dimensione dell’originale.

Parallelamente al lavoro di artista ha prodotto un libro sul dipinto intitolato Del Cenacolo di Leonardo da Vinci libri quattro di Giuseppe Bossi pittore, pubblicato nel 1811 e recensito qualche anno dopo, nel 1818, da Goethe. Dalla copia dipinta Raffaelli ha ricavato il mosaico monumentale che nel 1818 è stato voluto a Vienna dall’Imperatore d’Austria e allestito, a partire dal 1848, nella chiesa degli Italiani di Vienna, dove ancora oggi si può ammirare.

Il confronto tra la copia di Bossi e l’incisione di Rudolf Stang permette di capire come il copista tedesco si sia appoggiato per molti aspetti sulla ricostruzione dell’artista milanese, ad esempio nel volto di Cristo, nell’apparecchiatura della tavola e nel disegno degli arazzi appesi alla parete del Cenacolo. Così alcuni aspetti del lavoro dei copisti ottocenteschi si sono trasferiti nell’omaggio a Leonardo del celebre artista pop americano Andy Warhol, una delle icone dell’arte degli ultimi decenni. E’ una delle tante riprove possibile della vitalità del dipinto realizzato da Leonardo a fine Quattrocento.

E le repliche contemporanee sono numerosissime, dalla citazione diretta alla trasposizione su contenti nuovi e inattuali. E’ quello che hanno fatto molti artisti negli ultimi anni, da Sam Taylor Wood a Vanessa Beecroft da Brighitte Niedermair a Peter Greenaway. In mostra viene esposta l’immagine realizzata dalla Niedermair per la campagna pubblicitaria di Marithè et Francois Girbaud, un’Ultima cena fatta di sole donne. Lo schema della composizione, la posa e il ruolo di ciascun personaggio sono ripensati in funzione delle “nuove attrici” per dare nuovi significati alle posture dei corpi, alle acconciature dei capelli, al trucco, agli abiti. In questo modo si profila una nuova zona di significati e una realtà che non ha ancora una definizione precisa, attraverso la sacralità della matrice utilizzata, prende forma e chiarezza.

La mostra organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Brera con la collaborazione degli Amici dell’Accademia, può dare anche risposte alla comprensione dell’arte attuale. L’intento principale del Professor Dario Trento è ricostruire il lavoro ottocentesco di studio del Cenacolo di Leonardo condotto attraverso la riproduzione in incisione e la fotografia. La mostra presenta perciò cinque stati dell’incisione realizzata da Raffaello Morghen a fine Settecento, la documentazione sulla copia di Bossi, le foto dell’affresco di Castellazzo di Andrea Solario, le foto Braun di fine ottocento che riproducono i disegni a pastello di dieci teste degli apostoli dell’Ultima cena, una serie misteriosa che non si sa ancora se attribuire a un pittore lombardo di inizio Cinquecento o a un copista settecentesco. Il lavoro di copia, immediatamente a ridosso della produzione dell’originale e nei secoli successivi, non si è mai interrotto, mentre la capacità del dipinto di Leonardo di suscitare repliche e reinvenzioni è più che mai viva. Un motivo in più per guardare al dipinto di Santa Maria delle Grazie con occhi nuovi

Inaugurazione domenica 28 marzo 2010, ore 18
Alle ore 17, nell’Aula n. 10, prima dell’inaugurazione: concerto di musica polifonica organo e coro “Pueri Cantores” di Rho (musiche di Giovanni P Da Palestrina, Girolamo Frescobaldi, Cesar Franck, Johannes Brahms, Felix Mendelssohn-Bartholdy).

Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Salone Napoleonico
via Brera, 28 Milano
Orario: 10–13 e 15-18
ingresso libero

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