Blu oltre. Per ognuna delle quattro opere esposte in mostra emergono chiaramente e all'unisono la linearita' e l'efficacia dei pensieri dell'artista, con messaggi di importanza sociale.
Nel corso degli ultimi anni l’artista ha intrapreso una serie di sperimentazioni tra Body Art e Land Art. Nella Body Art Vito Bongiorno considera il corpo come fondamentale mezzo di espressione artistica, mentre nella Land Art usa l’ambiente come teatro dell’attività creativa. Crea così una fusione tra questi due movimenti artistici nati negli anni Sessanta negli Stati Uniti e diffusisi in Europa e in molti altri paesi. Nella mostra “BLU OLTRE” l’artista presenta quattro dei suoi ultimi lavori.
Per ognuna di queste quattro opere emergono chiaramente e all’unisono la linearità e l’efficacia dei suoi pensieri. Le sue opere prendono forma, tralasciando l’importanza del manufatto, e rivelano con messaggi essenziali temi di profonda importanza sociale.
Caratterizzata da forme estremamente chiare, “SENZA PROTEZIONE”, è l’opera in cui l’artista libera lo spettatore dall’impatto crudo del tema delle morti bianche e allo stesso tempo lo conduce, come prendendolo per mano, davanti ad una verità inequivocabile.
Essenziale è invece la libertà che viene messa in un angolo, in uno spazio ridotto, vincolata e trattenuta da un filo al quale è appesa “UN’ORA D’ARIA”. Lo spettatore può sorprendersi poi a riflettere e respirare davanti a molteplici provette di vetro che formano una “RISERVA D’ARIA PER UN FUTURO MIGLIORE”.
L’artista poi supera, oltre il blu, la sua zona d’ombra prendendo come immagine una “ZONA NON MILITARE, LIMITE VALICABILE” per troncare quello che spesso viene rigidamente imposto. “BLU” è il colore che lo riporta alla sua terra, è quel “luogo” dove l’artista Vito Bongiorno vede fruire i suoi pensieri e le sue idee prendono forma; “BLU OLTRE” è il risultato del suo sentire. Nato ad Alcamo (TP) nel 1963 ha avuto tre maestri.
Mino delle Site, l’aeropittore futurista dal quale ha appreso che la pittura è soprattutto leggerezza, quella leggerezza che Nietzsche considerava un dono divino. Il secondo maestro di Vito Bongiorno è stato Toti Scialoja, il poeta, il pittore e scenografo per il quale l’impronta era una lama sottile, un punto instabile di equilibrio, impossibile da tener fermo nel tempo. Il terzo maestro di Vito Bongiorno è stato Yves Klein, il pittore francese noto per le sue antropometrie, consistenti nel dipingere donne nude di blu e imprimerne i corpi sulla tela. A differenza di Yves Klein che eseguiva queste operazioni nel chiuso dello studio, Vito Bongiorno realizza i suoi esperimenti in Plein Air, sotto lo sguardo attento del pubblico, che partecipa così, attivamente, alle performance.
Recentemente il Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina ha acquisito all’interno dei suoi spazi l’opera “Oltremare a Gibellina” accolta con entusiasmo e stima da parte del Presidente Ludovico Corrao.
Immagine: Un'ora d'aria, 70x50,2009
Inaugurazione: giovedì 1 Aprile 2010 ore 18.30
Galleria Minima Arte Contemporanea
via del Pellegrino, 18 - Roma
Orari: Tutti i giorni dalle ore 16.00-alle ore 20.00 domenica chiuso
Ingresso libero