Alchimie Quotidiane, i pollini di Theo Gallino. La tecnica da cui l'artista parte per elaborare il suo percorso concettuale e' la fotografia, adoperata non in una accezione naturalistica o documentaria, ma ispirandosi alle avanguardie storiche, in particolare le "rayographies" di Man Ray.
a cura di Edoardo Di Mauro
La mostra, organizzata dalla Little Nemo Art Gallery di Torino, sarà ospitata negli spazi di San Carlo dal 1973, piazza San Carlo 197, Torino. Bournie, frigoriferi alchemici, specchianti, pollini: opere e installazioni per conoscere l’istrionico artista poirinese. In occasione della personale, è stata realizzata una cartella a tiratura limitata di 99 esemplari contenente le immagini di 8 opere esposte e un’opera unica dell’artista.
Con questo nuovo progetto e relativo allestimento Theo Gallino aggiunge un altro significativo tassello alla ricerca che coerentemente conduce da anni rapportandola di volta in volta agli ambienti con cui si trova ad interagire. La tecnica da cui Gallino parte per elaborare il suo percorso concettuale è la fotografia, adoperata non in una accezione naturalistica o documentaria, semmai ispirandosi al dettato delle avanguardie storiche in particolare le “rayographies” di Man Ray. Infatti le immagini di Gallino hanno una prevalenza aniconica, si concretizzano nell’evocazione dell’ombra, paiono fantasmi maliziosi e sfuggenti, bloccati nell’attimo in cui si pongono alla nostra attenzione percettiva.
Da questa base di partenza l’artista intraprende una sperimentazione ad ampio raggio che comprende ambiti disparati eppure tra loro sintonici. Tutto verte attorno al concetto di contenitore, come ad indicare la volontà di preservare il nucleo intimo e segreto dell’interiorità dagli urti e dalle tensioni dell’esterno con cui peraltro si cerca un dialogo necessario. Questo può essere fecondo solo a patto che si stabilisca una effettiva circolarità ed una dialettica tra il soggetto ed il mondo. Quanto ne risulta è un lavoro che congiunge pre e post modernità, suggestioni antiche con la contemporaneità immanente. Le “scatole alchemiche” sono al centro dell’allestimento intitolato non a caso “Alchimie quotidiane”.
Le “scatole” sono opere dove Gallino pare voler far cortocircuitare un repertorio oggettuale assemblato con materiali perlopiù di derivazione chimica con il precedente storico della moderna disciplina scientifica, per l’appunto l’alchimia. I contenitori alchemici, ampolle di vetro con all’interno un composto di anilina con pollini, si relazioneranno per l’occasione con vari oggetti quotidiani, quali tavoli, sedie, poltrone ed un frigorifero, in sintonia con la pratica di contaminazione dell’artista, che affonda le sue radici nella tradizione per calarsi consapevole nell’attualità, mentre a parete saranno presenti superfici specchianti luminose. In più i pollini spiccheranno il volo fino ad aderire come una soffice pellicola o una seconda pelle agli oggetti, dando loro la possibilità di mutare la loro condizione inerte verso una dimensione trasudante pulsione creativa. Quella di Gallino è una variante consapevole e progettualmente forte che si inserisce all’interno di questo scenario di contemporaneità avanzata; una condizione “gassosa” dove per l’appunto l’arte, più che parificarsi alla vita come desideravano le avanguardie, è diventata un gas, un profumo che si diffonde ovunque, immergendo il mondo in un’atmosfera estetica.
Edoardo Di Mauro
Avventurarsi in una piccola fenomenologia del lavoro di Theo Gallino significa imbattersi in un discorso sull’uomo, sul suo tempo, sui suoi miti e sulla sua mente, un discorso questo, estremamente complesso, che l’artista affronta non solo tramite il fumetto, ma anche attraverso altri cicli di opere, che offrono lo spaccato di una sensibilità contemporanea fragile e articolata. Così, se nei Fumetti Protetti il mondo fantastico dei supereroi viene preservato dalla frammentazione e dall’asfissia attraverso il pruriball, negli Specchianti e nei Segni del tempo forme, immagini, atmosfere e sensazioni si uniscono in un impasto vibrante, in cui l’uomo ritrova la strada per decifrare ciò che ha vissuto e per comporre una parte dello sviluppo umano percorso.
Ma ad una forte affermazione della vita contribuiscono anche tutti gli altri lavori, da quelli sul preservativo, simbolo positivo e attivatore di valori vitali connessi ad una responsabilità serena e attiva, alle installazioni fatte di piccole boccette d’acqua, delle provette che potrebbero contenere quasi il siero della vita, oppure, ancora, gli altri cicli fotografici con tutta la loro carica di tensione cerebrale ed emotiva. Quello che emerge, allora, è la presenza di una trama, di una rete di richiami da un lavoro all’altro, in cui istinto alla sopravvivenza, forza dell’immaginazione e senso del tempo e della storia, si uniscono e si mettono a confronto per darci tutto il sapore che è nell’uomo, un sapore fatto di tante preziose componenti che così vengono preservate dall’oblio, dalla noncuranza e dalla superficialità, del resto nel lavoro di Theo Gallino ci sono la vita, la mente, la razionalità e il confronto.
Elena Forin
Theo Gallino nasce a Poirino (TO) nel 1957. Frequenta studi di grafico pubblicitario. Oltre alla pittura si dedica alla grafica e alla fotografia. La ricerca di tecniche, di mezzi e di nuovi materiali per sperimentare idee e realizzare progetti definiti è la peculiarità dell'attività artistica di Gallino. Nel corso degli anni Novanta, ha svolto la sua ricerca abbinando pittura e fotografia. II contenuto del suo lavoro non si è mai disgiunto dalla sperimentazione tecnica che lo ha condotto a soluzioni originali: ad esempio, alla resa "pittorica" di materiali quotidiani e inespressivi come il preservativo e il pluriball.
Al 1994 risale la serie dei preservativo presentata in una personale a Palazzo Lomellini. Theo Gallino, con un elemento alquanto prosaico, è riuscito a impostare una sua poetica, dove l’oggetto in questione fotografato su tela e rifinito a pastello, diventa un modulo che si ripete e si trasforma in segno per creare composizioni astratte, disegnare paesaggi o realizzare d'après in omaggio ai grandi artisti del secolo scorso, da Mondrian a Warhol. Sul piano metaforico il preservativo andava acquistando, in quegli anni d'allarme AIDS, il valore di protezione antivirale, di strumento per scongiurare la paura del contagio. Inteso come anticoncezionale, è, per ossimoro, legato alla vita. Dopo il profilattico Theo ha caratterizzato il suo lavoro con un altro elemento protettivo: il pluriball, ovvero il polietilene a bolle usato negli imballaggi per riparare oggetti fragili. Questo materiale è presente come ready-made, preso e inserito nelle sue installazioni, ma viene anche elaborato con la fotografia.
La recente produzione dell’artista è incentrata proprio sulla fotografia e sulle sue potenzialità di sperimentazione. I suoi ultimi lavori, che vanno a costituire la serie “Pittografie”, sono opere di grande formato dove i soggetti si sovrappongono creando curiose ambiguità. La tecnica adottata si avvicina a quella dei rayographs di Man Ray, mentre la tematica è legato alla natura, alla vita, al corpo e al continuo rapporto tra naturale e artificiale. Talvolta le forme sono facilmente riconoscibili (la sagoma di una donna, un petalo di un fiore); talaltra gli oggetti sono ingranditi al punto da sfiorare l'astrazione. Queste opere sono stampate su carta fotografica e montate su grandi telai realizzati con uno spessore variabile, per creare asimmetrie e giochi di ombre. Il pluriball fa costantemente da sfondo, con i suoi effetti di trasparenza: risuona come invito a proteggere la nature in tutte le sue forme.
Come ultimo interesse, Theo Gallino ha sviluppato un intenso lavoro sul fumetto, stampato su speciale carta e trasferito su floc o direttamente su tela fotografica e protetto con pluriball. Una rappresentazione questa che solo apparentemente si contamina con tendenze pop ma che, invece, è qualcosa di intimamente più profondo.
Inaugurazione Giovedi' 8 aprile dalle ore 17, sara' presente l'artista
San Carlo dal 1973
Piazza San Carlo 197, Torino
Orario: 9-12.30 15.30-19.30 chiuso festivi
Ingresso libero