Feticci. Ai 'personaggini storici' l'artista affianca in questa mostra nuove creature, difficilmente definibili, soprattutto ambivalenti e spesso mutanti. Evoca il feticismo per definire l'oggetto di culto, di venerazione, di stima ossessiva, in relazione al suo potenziale magico ed erotico.
Andrea Guerzoni coltiva l’arte dell’aforisma per consegnare in pochi istanti un frammento dell’esistenza. In una situazione al tempo stesso tragica e comica, il pianto e il riso, l’alto e il basso, il sublime e il triviale si intrecciano in un unico “ri-tratto”.
Guerzoni predilige artisti crepuscolari o notturni, dalle abitudini solitarie e scontrose, capaci di trasformarsi come i ricci in una sfera spinosa difficilmente attaccabile, ma dall’animo gentile e fragile.
Gli autori feticcio dell’artista sono gli stessi da diversi anni: le citazioni e gli omaggi ad Alda Merini, Fernando Pessoa e Carol Rama si ripetono in maniera fedele e quasi maniacale. Col tempo la compagine si è arricchita di altre infatuazioni, come ad esempio quella per Louise Bourgeois e Semiha Berksoy, e di rimandi alle dolenti note, musicali ed esistenziali, di Luigi Tenco, Mia Martini, Gabriella Ferri, Nick Drake (tra gli altri) e al Fado.
I suoi miti “sono trasformati in “figurine”, all’apparenza divertenti, inoffensive e rassicuranti, simili ai disegni per fumetti o a quelli infantili. In realtà portatrici di tematiche e messaggi disorientanti, irritanti, niente affatto frivoli come la sofferenza e la difficoltà esistenziale e psicologica. Scegliendo questi maestri di “vita difficile”, l’artista torinese ha voluto sottolinearne il legame di affinità spirituale e fare loro un sincero elogio, attraverso l’uso di un linguaggio grafico carico di leggerezza ed ironia” (Claudia Giraud, Storica e critica d’Arte).
Ai “personaggini” storici (umani od animali, sempre riconducibili al mondo poetico che frequenta), l’artista affianca in questa mostra nuove creature, difficilmente definibili, soprattutto ambivalenti e spesso mutanti.
Talvolta sembrano innocui animaletti pelosi o spinosi ma anche semplici forme naturali od organiche: scure spore brulicanti che si avvolgono e si riproducono condensandosi e raggrumandosi in matasse cerebrali.
Altre volte si materializzano in un simbolo/feticcio più specifico, assumendo le sembianze di chioma (vegetale od umana), di stagno (pozzo/buco nero), di oggetto od indumento (scarpe femminili, abito, copricapo, etc.), o di particolare anatomico, ma natura e stato non appaiono mai definitivi.
Se qui si evoca il feticismo, è per definire l’oggetto (animale, persona o cosa) di culto, di venerazione, di stima ossessiva, in relazione al suo potenziale magico ed erotico (che per vissuto emotivo e sentimento amoroso ben si distingue da quello pornografico).
Un oggetto investito di significato simbolico, cui viene associato un potere ed una forza speciale. Il feticcio come supporto di uno spostamento semantico che trasfigura la cosa dal suo senso e valore comuni per attribuirle un significato personale. Un oggetto di culto e di rituale privato, intimo, ma condivisibile.
L’immaginario feticistico che prende corpo in questa raccolta di frammenti (disegni, dipinti, librini, installazioni-mobili in legno e tessuto, bambole feticcio) può essere eletto a metafora del particolare rapporto che l’artista intrattiene con il complesso scenario di figure e voci a lui care. Il feticcio, prima che essere contenuto o tema, è infatti un’attitudine che profondamente guida Guerzoni nel panorama di immagini e stimoli visivi/letterari/poetici e musicali che si moltiplicano, si sovrappongono e si apparentano nel suo privato quotidiano.
Inaugurazione Giovedi' 8 Aprile 2010
Winters
Via Olona 12, Milano
orari: martedì, venerdì, sabato 9-18, mercoledì e giovedì 10-20.30
Ingresso libero