La privatizzazione dell'Arca di Noe'. L'artista per le sue creazioni utilizza principalmente i rifiuti, bottiglie di plastica, taniche e lattine: sotto le sue mani scarti di ogni tipo si trasformano in una schiera di animali fantastici, scatenati e coloratissimi.
In un periodo in cui assistiamo alla scomparsa dell’effettivo limite tra i comportamenti della fascia giovanile e quelli invece caratteristici di una fase più adulta, da una parte con una dilatata scolarizzazione e quindi di un progressivo differimento dei rituali della vita sociale come matrimonio e figli, dall’altra con la paura dell’invecchiamento e la schizofrenica predominanza dell’apparire sull’essere, rimane solo agli artisti, e alla loro dolente sensibilità, il compito di riappropriarsi dello sguardo acuto del bambino. Sappiamo infatti come nel gioco, attività quanto mai seria, il bambino trovi il modo di dominare l’angoscia delle forze istintuali, proiettandole nel mondo esterno e attivando le risposte di adattamento che gli consentiranno di affrontare le insidiose tappe della crescita.
Alfredo Pecile, argentino figlio di immigrati di origine friulana, ha implementato la sua parte ludica, fondendola con la penetrante denuncia sociale e con la cultura dell’America Latina, caratterizzata da quel gusto pirotecnico per la forma e il colore che deriva da tradizioni venate da una sacralità Pop. La mitologia e la religione, dopo la serie “Divinità di un secolo da dimenticare”, sono nuovamente le fonti a cui l’artista attinge, per presentarci una fauna scampata non solo al Diluvio, ma a tutti i processi di privatizzazione che negli ultimi decenni hanno reso paurosamente più vicini e reali gli scenari di fantapolitica così cari a molti scrittori e illustratori.
Pecile per le sue creazioni utilizza principalmente i rifiuti, bottiglie di plastica, taniche e lattine: sotto le sue abili mani scarti di ogni tipo si trasformano in una schiera di animali fantastici, scatenati e coloratissimi. Un vecchio baule è la tana e il laboratorio con cui interagiscono le specie dell’Arca: coppie di stralunate giraffe, ippopotami esplosi, uccelli ibridati con i pesci, tutti Organismi Genialmente Modificati da una creatività irrefrenabile ed esplosiva. Sono una gioia per gli occhi, ma anche uno strale per la mente: se le loro forme solleticano la fantasia, i loro caratteri sembrano percorrere tutta la gamma dell’umano sentire. Mentre i corpi si librano sospesi, vizi e virtù, fragilità e arroganza paiono ammiccare in attesa di un nostro stupito moto di riconoscimento. Lorella Klun
ALFREDO PECILE
Nasce nel 1954 a Buenos Aires da una famiglia di emigranti friulani. Studia presso la Scuola Nazionale di Belle Arti della capitale Argentina e successivamente presso la Scuola di Arte e Mestieri G.. da Udine. Vive e lavora in Italia, a S.Giorgio della Richinvelda (PN). Pitture e scultore, negli ultimi anni si dedica principalmente alla scultura, lavorando materiali diversi. In particolare sperimenta i vari tipi di pietra, tecniche diverse su legno e cemento, assemblaggi e riciclaggi di materiali contemporanei quali la plastica.Con quest’ultima materia svolge attività laboratoriali rivolte particolarmente ai bambini e realizza installazioni in diversi contesti ambientali.Collabora con musicisti ed attori alla realizzazione di performances multidisciplinari tramite azioni pittoriche e scultoree collegate a tematiche musicali e letterarie.Ha realizzato opere scultoriche in diversi simposi di scultura su pietra, legno e ceramica,dal 1986 ha esposto in numerose collettive e personali in Italia Francia e Germania.
Inaugurazione venerdì 9 aprile alle 19,30
presso Conestabo Art Gallery
Sedi espositive:
Conestabo Artgallery
via della Fonderia, 5 (primo piano) - Trieste
Vetrina via Udine, 2/1 - Trieste
orari: dal martedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30
per appuntamento tel. 040 370274 mob. 3358273449
ingresso libero