Complesso musicale. L'artista indaga la realta', senza fare ricorso al simbolico, per ricercare un senso la' dove la luce della ragione fatica a far giungere il suo raggio.
A cura di Tiziana Todi
La ragione ideativa della mostra nasce dall’esigenza di richiamare l’attenzione sulla grave carenza dell’insegnamento della musica nelle scuole italiane. Trascurare e svilire la cultura musicale, significa negare ai giovani il completo esercizio della cultura nel suo complesso che è il requisito fondamentale per la comprensione del rapporto tra sviluppo, organizzazioni e mercati globali e per l’individuazione di nuovi modelli di società più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.
Pur nella consapevolezza che la musica non si guarda e la pittura non si ascolta, Redivo vuole evidenziare le affinità esistenti tra le sue opere e la musica contemporanea, un parallelismo da ricercare nel gesto cognitivo e nel gioco della mente umana di fronte al problema della descrizione della complessità del mondo. E a queste sue idee ha dato forma realizzando per l’occasione una specifica installazione: un trombone, sorretto da un cavalletto, reso funzionante dal fiato dell’artista contenuto in un palloncino applicato al bocchino dello strumento, da cui scaturiscono note che si materializzano come nodi.
La pittura di Redivo e la musica contemporanea hanno progressivamente accolto all’interno dei propri universi dei rumori, oggetti pittorici e sonori non codificati, e introdotto cambiamenti di ritmo, accettando l’urgenza del tempo, fino a trovare la loro linfa vitale. Con pochissime eccezioni la musica è l’arte che non ha adoperato i suoi mezzi per ritrarre la natura e il mondo visibile, analogamente l’artista indaga la realtà, senza fare ricorso al simbolico, per ricercare un senso la dove la luce della ragione fatica a far giungere il suo raggio.
Così come il movimento di forme non visibili è l’essenza stessa della musica, i nodi, gli intrecci, i tagli sono i mezzi con i quali Redivo propone itinerari espressivi che non siano solo visione e mera decorazione ma il luogo ove si compie il destino delle sue idee. L’inaugurazione della mostra sarà accompagnata da una performance del musicista Gianetti Bruno (direttore della banda “Musicanti di Brema”) che suonerà, accompagnato da altri musicisti, alcuni brani inediti di musica jazz, la cui tessitura ritmica fa pendant con le emozioni di indeterminatezza e fragilità che scaturiscono dalle opere esposte.
Inaugurazione giovedì 15 aprile 2010 ore 18 – 20
Galleria Vittoria
via Margutta, 103 - Roma
Orario di apertura -Dal lunedì al venerdì ore 15.00 - 19.00 (oppure su appuntamento)
Ingresso libero