2008-2010. In pochi mesi l'artista ha attraversato quella Roma notturna approdando a visioni solari della stessa citta', ma muovendosi anche in altri luoghi amatissimi, lago di Vico e Sicilia, dove la sua creativita' gioca il ruolo di un racconto sintetico, suggerito e suggestivo.
a cura di Claudia Alliata
«Un Cartiglio. Ecco, – scrive Sissi Aslan nel testo in catalogo – è un cartiglio ciò che ci si presenta sotto forma di riquadro pittorico, non quadro, non opera d’arte, non lavoro artistico ma Cartiglio... Come a dire questo è il mio corpo, il corpo del mio nome, il mio cartiglio, l’ho rubato io».
L’esposizione di Solveig Cogliani al Vittoriano • Sala Giubileo • è un’ulteriore tappa e conferma del percorso artistico di questa pittrice dall’irruenza del gesto e del segno. Ancora dal testo della Aslan, «Lei sperimenta la sua cartouche attraverso il percorso dialogico col mondo che vive in costante tensione. Apre, chiude, apre e trova. È lei la scatola vuota da riempire e che riempie. Pittrice dell’irruenza del gesto, si potrebbe dire, non si mimetizza si mostra, con tutte le sue contraddizioni e i suoi vissuti di donna contemporanea alla ricerca, questo è certo, del confronto con se stessa e con il suo doppio, la differenza appunto». Negli ultimi due anni la Cogliani è andata di corsa senza mai deludere semmai lasciando intuire il percorso che oggi si delinea nelle 20 opere esposte a Roma. Un percorso che parte da quadri dove è presente il racconto con figure in paesaggi – il suo visto e il suo vissuto – che hanno a che fare con una Roma nascosta “bruna e fosca”, fotogrammi della memoria che gli occhi hanno fermato. Colori notturni attraversati da bianchi in fasce/segni che ritroviamo nei quadri La ragazza con la borsa bianca, 2008, e Vagabondo a San Lorenzo, 2009.
Oggi però, qui nella Sala Giubileo, gli acrilici esposti raccontano altro. Il passaggio è evidente! In pochi mesi la Cogliani ha attraversato quella Roma notturna approdando a visioni solari della stessa città ma muovendosi anche in altri luoghi amatissimi, lago di Vico e Sicilia, dove la sua creatività gioca il ruolo di un racconto sintetico – suggerito – suggestivo. I titoli di alcune opere sono Lago di Vico 1 e 2, Teatro di Siracusa, Ragazzi nella piazza di Ispica, La palma femmina 1 e S. Stefano di Camastra (La palma femmina 2), Sulle scale di Santa Maria Maggiore, tutte del 2009-2010, per arrivare agli ultimi quadri di grande formato (m 2 x 2), Popstar e Arsenico.
In Popstar il racconto è narrato dall’arcobaleno di colori che attraversa i fornici del Colosseo in fuga prospettica e accompagnano le spatolate verdi e viola che regolano la visione nel basso. Insieme a Arsenico, opera dalle strutture geometriche e cromatiche, verticali e linee sinuose, verde viola ceruleo dorato, disegna e travolge un’idea di bellezza che non c’è o non c’è più.
Nella recentissima pittura di Solveig Cogliani, quindi, si avverte il superamento della descrizione intesa come racconto della propria vita, per arrivare alla sintesi del racconto stesso che è meditazione e ancora vissuto. Questo è il mio corpo, il corpo del mio nome, il mio cartiglio, l’ho rubato io. Questo è il corpo della pittura.
Catalogo a cura di Sissi Aslan
Testi in catalogo di Claudia Alliata di Villafranca, Sissi Aslan, Otello Lottini
Inaugurazione 13 aprile ore 18,30
Complesso del Vittoriano Sala Zanardelli
Piazza Ara Coeli, Roma
Dal lunedì al venerdì 9.30/18.30 - sabato e domenica 9.30/19.30, l’accesso è consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura
Ingresso libero