Associazione Culturale Quattrocentometriquadri
Una collettiva per indagare l'identita' comune tra la costa italiana e l'altra parte - fuori dall'Europa. Opere di Mitko Gogov, Drazen Grujic, Blerta Kambo, Milica Milosevic, Laurentiu Stoica. In programma 'crossreading' balcanico e una performance del gruppo teatrale Un ponte tra culture.
Arrivano da 5 paesi balcanici gli artisti ospiti di Balkans in Ankon, una settimana creativa all’insegna del dialogo adriatico. Dal 17 al 26 aprile.
Vengono da Albania, Bosnia Herzegovina, Macedonia, Romania e Serbia i 5 artisti ospiti di Balkans in Ankon, happening neobalcanico dedicato al tema ‘atopia’. Dal 17 al 26 aprile la città di Ancona, geograficamente più vicina alla Croazia che a Roma, si apre alla cultura adriatica, grazie alle interazioni artistiche di Blerta Kambo (fotografa, Albania), Drazen Grujic (fotografo, Bosnia Herzegovina), Mitko Gogov (performer, Macedonia), Laurentiu Stoica (pittore assembler, Romania) e Milica Milosevic (foto e video, Serbia), tutti artisti under 29.
L’happening ANKON IN THE BALKANS è un progetto ideato e curato dall’Associazione Atopos, in collaborazione con l’ Associazione Culturale Quattrocentometriquadri, Paper Experience, Istituto d’Arte Mannucci, Assessorato alla Cultura, il collettivo teatrale Un Ponte tra Culture, Librare e il centro di design Poliarte e la comunità artistica del capoluogo marchigiano. 5 artisti a confronto tra italiano, serbo, croato, bosniaco, macedone, rumeno, ospitati simultaneamente all’interno della Quattrocentometriquadri gallery. E inglese ovviamente.
Questa l’idea dell’associazione Atopos di Ancona, all’indomani di Atopos in the Balkans, una serie di interviste legate ai Balcani, con la domanda: ‘Ti senti più balcanico o europeo?’ Una posizione geografica e culturale doppia per paesi come Croazia o Bosnia, che però si avvicina all’idea di Adriatico promossa dall’associazione Atopos, impegnata sin dal 2007 a collegare istanze creative informali e ‘dal basso’. Un Adriatico di incontro sì, ma non solo, piuttosto un’identità comune tra la costa italiana e l’altra parte – fuori dall’Europa. Ancona è più vicina a un luogo extracomunitario come la Croazia che a Roma. Una realtà geografica tanto evidente quanto dimenticata. ‘Non che gli ostacoli debbano diventare privilegi’ – spiega Francesco Conte, ideatore del collettivo Atopos – ‘Ma intendiamo mostrare che l’Italia non è solo nord e sud, ma anche est e ovest, con gli Appennini che fanno da schiena dorsale di questo stivale rivolto il Mediterraneo’. Un’associazione di appassionati della geografia?
Non proprio, anche se il nome dell’associazione questo fa pensare: atopos, in greco ‘non luogo’.
Maggiormente conosciuta nei Balcani che in Italia, Ancona rappresenta per l’Adriatico un punto ‘magico’, a forma di gomito come appunto significa la parola ‘ankon’, di nuovo in greco, ma stavolta per motivi più stringenti. Furono i dori di Siracusa infatti a fondare la città, che oggi sembra riscoprire il proprio centro storico dopo anni di cementificazione e sporadicità culturale. ‘È giunto il momento che Ancona porti a regime delle strategie emerse nelle ultime esperienze artistiche e culturali cittadine e non solo’ – ha spiegato l’assessore comunale alla cultura, Andrea Nobili, ‘penso di poter affermare con certezza che Ancona saprà essere una vetrina per quanto di buono viene prodotto nelle Marche, una regione che punta molto sulla crescita di un turismo’. Un impegno non da poco per il capoluogo marchigiano, tanto più che l’iniziativa si promette di rivalutare il ‘non luogo’, l’atopos appunto, mostrando anche scorci della città tanto suggestivi quanto desolanti, come il colle Guasco, cuore della città, bombardata duramente nel 1943 dalle forze alleate. ‘What is Atopos?’ è la domanda che riecheggerà ad Ancona e dintorni tra il 17 e il 26 aprile con la rassegna ‘Balkans in Ankon’, 5 artisti balcanici per vedere l’Italia con gli occhi dei vicini di casa.
Si inizia con la mostra, il 17 aprile, presso la galleria QUATTROCENTOMETRIQUADRI e si rimane in zona centro con il crossreading balcanico presso Librare il 18 aprile e con la performance collettiva che vedrà anche la partecipazione di Un ponte tra culture, il collettivo teatrale diretto dal regista Gianluca Barbadori. Artisti e attori saranno impegnati in un’azione artistica il 23 aprile con la collaborazione degli studenti dell’Istituto d’Arte Mannucci, guidati dal prof. Moreschi lungo Corso Garibaldi. Tutto sarà documentato, in una gara di mimi pronti a restare fermi nelle posizioni e nei travestimenti più inconsueti.
Il 21 aprile è la volta del workshop presso il Centro Poliarte, istituto di design con un occhio rivolto oltre l’Adriatico. Vengono infatti da Albania, Bosnia Herzegovina, Macedonia, Romania e Serbia gli artisti ospiti della rassegna, tutti under 29 conosciuti dall’associazione Atopos nel corso della serie ‘Atopos in the Balkans’, video ospiti del Festival Adriatico Mediterraneo 2009. Ed è all’interno della prossima edizione del Festival, dal 28 agosto al 6 settembre 2010, che sarà mostrato il documentario di Balkans in Ankon.
Arte in luoghi abbandonati o di passaggio, foto e reportage, video work in progress e documentazione varia saranno disponibili online cercando notizie di ‘atopos’, il non luogo dell’essere altrove, dove gli stranieri siamo noi.
Inaugurazione Sabato 17 aprile 2010, ore 18
Quattrocentometriquadri gallery
via Magenta, 15 - Ancona
Orari d'apertura: dal giovedì alla domenica, 18,30/20,00 e in altri orari su appuntamento
Ingresso libero