Il teatro della memoria. In mostra 70 opere scultoree, selezionate da Giovanna Barbero, tappe di un percorso artistico sviluppato negli ultimi vent'anni. La donna velata, una creatura forte che si scherma dietro il mantello e si prepara ad affrontare in solitudine le avversita' dell'esistenza, e' il tema ricorrente delle opere.
a cura di Giovanna Barbero
Nell’ambito della XII Edizione della Settimana della cultura , saranno esposte nella “Galleria” dell’Archivio di Stato di Firenze settanta opere scultoree selezionate, a cura del critico e storico dell’arte Giovanna Barbero, tappe di un percorso artistico sviluppato negli ultimi vent’anni dall’Artista Rachele Bianchi nata nel 1925 a Milano, dove attualmente vive e lavora.
La scoperta della schiva e sensibile artista Rachele Bianchi, si deve a un nume tutelare della scultura in Italia, la Gallerista Ada Zunino, che ha spinto fuori dal guscio la creatrice e le sue creazioni, nobili donne plasmate nel bronzo dorato e nel gesso bianco, muse e dee. L’assolutezza delle forme arcaiche della Bianchi è parte della tradizione italiana di cui è figlia e continuatrice, con Arturo Martini, Marino Marini, Umberto Mastroianni, europea come lo furono i grandi epigoni del canone classico, come Ossip Zadkine e Constantin Brancusi.
L’attività svolta fin dagli anni quaranta da Rachele Bianchi è impostata sul disegno classico e sulla progettazione attenta e fedele al vero, come testimoniato dalla vasta collezione di studi (disegno in grafite su carta), esposti a marzo 2008 in occasione di “ Perlustrazioni”, evento ideato per il Circolo della Stampa di Milano a palazzo Sbardelloni.
A partire da piccoli bassorilievi di scene naturali su alberi e bosco, intagliati in gesso bianco e poi in fusi bronzo, l’artista procede con la realizzazione di scene di “natività”, “annunciazione, “risurrezione, “paradiso terrestre”,( anni cinquanta) ,ma anche scene di dimensione più intima come “giochi “, e “donna con bambina”, del 1963 . Ma è con gli studi di piccole figure a tutto tondo in marmo che gli anni 70 saranno la fase di partenza per sviluppare il discorso analitico sulla scultura monumentale per cui oggi l’artista è nota e la sua opera riconoscibile.
La donna velata di Rachele Bianchi , una creatura forte che si scherma dietro il mantello e si prepara ad affrontare in solitudine le avversità dell’esistenza, è il tema ricorrente della’ opera, di volta in volta analizzata secondo schemi interpretativi differenti delle varie voci della storia dell’arte critica, come per esempio “mater dolorosa” secondo Flavio Caroli, avvolta in mantelli gotici “ermeticamente sigillata in una chiusura significante”, per Luciano Caramel,”…opere candide che propiziano un qualcosa( il candicatus, anticamente vestiva di bianco, come le spose ” dice Enzo Fabiani. Indubbia l’influenza nordica nel senso più lato del termine, nordica e lombarda, di passaggio tra la purezza della scarni altorilievi che ornano le abbazie romaniche, vicina alla scultura medievale, priva degli orpelli decorativi, per Raffaele De Grada “la scultura della ragione : come gli scultori medievali la Bianchi non descrive le forme, ma le lascia intuire dietro la massa del pezzo unico “
Le grandi fusioni in bronzo recenti della Bianchi, opere collocate di recente in importanti spazi pubblici istituzionali e privati , come “L'Abbraccio del mondo” alla FIERA di MILANO-RHO a febbraio 2010 , alla Porta della città di Loreto, colpiscono per la purezza compositiva, che risulta comprensibile e universale nel suo messaggio; per questo l’abbraccio di Bianchi è stato ritenuto ideale per incarnare il bisogno di dialogo e partecipazione umana e sociale tanto da diventare simbolo, icona dell’incontro, in tali contesti. La vasta selezione di sculture monumentali messa a punto dalla curatrice Giovanna Barbero per questa personale, verrà ospitata a Firenze nella galleria verticale dell’ Archivio di Stato sede di Firenze, progettata dall’architetto Gamberini negli anni 70 .
L’allestimento, pensato per conferire il giusto respiro a opere di grandi dimensioni ( 1,80 mt circa) solenni e maestose , si completa con la razionalità dello spazio, scandita da colonne di luce della ardita struttura di vetro e cemento.
Un tesoro composto da figure femminili enigmatiche e delicate scoperto dopo anni di attività dall’ intuito di Ada Zunino, che dice della Bianchi ” una vera scoperta che sarà il nuovo Manzù. Ora le sculture di Rachele Bianchi cominciano ad essere ''copiate''! O per meglio dire c’è un’affinità di mimesi……. e questo è un grande successo!”
Inaugurazione ad ingresso libero: sabato 17 aprile 2010 ore 17, seguirà drink
Archivio di Stato
viale Giovine Italia, 6 - Firenze
Orario: dal lunedì al venerdì ore 10.00 - 13.00 e 15.00 - 18.00, il sabato ore 10,00 - 13,00, festivi chiuso
Ingresso gratuito