Tra spirito e materia. I folletti costituiscono la sigla stilistica dell'artista e si 'organizzano' fino ad invadere la superficie, capaci di presentare avventure antinaturalistiche dallo sviluppo frammentato.
...Recupero il mio corpo fisico nelle relazioni con la vita, ma l´entità
spirituale la presento in un corpo di bambino, perché percepisce meglio il
mondo delle emozioni e dell´istinto...
Il bambino che è in Isabel Carafi, le permette di creare immagini al di là d´
ogni fonte d´ispirazione meditata preventivamente. E le opere attuali
aggiungono un nuovo dato di vitalità ad una vicenda artistica che ha le sue
origini in Argentina, dove l´artista, di origini italiane, ha vissuto
lungamente. Carafi, quindi, asseconda la tensione dello spirito e apre di fatto
il territorio della creatività alla sua capacità di riconoscersi nell´attività
inquieta di piccoli corpi dall´aspetto di folletti, allarmanti per l´insidia
dell´età, trascritti in rigoroso nitore. Questi diventano la sua sigla e si
organizzano fino ad invadere la superficie, capaci di presentare avventure
antinaturalistiche dallo sviluppo frammentato, in precario equilibrio tra sogno
e realtà, adattandosi alla fantasia e all´immaginario.
E arrivano i cantastorie inquieti con l´intento di sorprendere lo
spettatore.
Realizzati da un segno veloce, rapace nel definire la straniata
espressività, sfuggono a preventivate soluzioni e, animati dal linguaggio dell´
assurdo, s´impongono nella costruzione di mondi impraticabili.
Lo stile li rende scanzonati e protervi imprevedibili su una spazialità,
che diventa scenario di una miscela concentrata di elementi sfaccettati,
minuti, bidimensionali, quanto mai necessari per valorizzare l´esibito rilievo
dei corpi di bambini adulti iterati nello spazio. Queste figurette,
visualizzati su delle linee di forza, organizzano sinteticamente stazioni
futurologhe, plasmano luoghi artificiali dal cromatismo splendente.
Scorrono così le immagini e i corpi transitano da una corsa su una
bicicletta dalle macroscopiche ruote mentre esibiscono schematici ombrellini,
ad una fuga alata dalla realtà.
Nascono da un segno generatore, che diventa tratto ostentato, linea
durevole ed incisiva, pronta a transitare, per insistere con uguale pressione
tra piega e piega; quindi riprendere a segnare, sicura, bocche esaltate dal
rosso, la fissità accentuata di uno sguardo, fino ad evidenziare una baldanza
disincantata ed insofferente di regole ed etichette.
Carafi introduce un´altra versione, di rottura, che isola con teatralità
corpi seminudi, e possenti in un fisico dalla muscolatura ipertrofica,
arrivando ad imporli in primo piano attraverso mani e piedi macroscopici. Corpi
moderni, esibiti in un cromatismo, per contrasto, morbido e delicato.
Maria
Lucia Ferraguti
Vicenza, marzo 2010
Inaugurazione 17 aprile ore 18
Galleria d'Arte ART.U Artisti Uniti
via Soccorso soccorsetto, 17 - Vicenza
Orario: mar, mer, ven, dom 16-19, giov, sab 10,30-12,30 e 16-19
Ingresso libero