In ogni dove. Sculture - disegni - installazioni. Il titolo della mostra riflette lo sguardo che l'artista posa sul reale e, al contempo, vuole essere un invito ad inoltrarsi tra le tappe del suo percorso artistico.
Anatomia dello spazio. Questo è quanto Claudia Canavesi propone con le sue opere: incisioni, disegni,
sculture o installazioni. Dato un luogo qualsiasi Claudia ne offre un’analisi non solo descrittiva ma
anche e soprattutto ontologica: ne indaga dunque l’essenza, ne carpisce l’anima, coglie i segreti che
sottendono alla sua forma. Claudia è scultrice per formazione, ma quello che mette in atto non è
semplicemente un istinto creativo, quanto un innato senso della ricerca, che la spinge ad interrogarsi
su quanto la circonda, sugli spazi che essa stessa si trova ad attraversare, ad occupare, nella
quotidianità, come nell’esperienza stra-ordinaria di un viaggio in India o in Giappone. Che siano antichi
templi o moderne architetture, Claudia conduce una riflessione di carattere universale sulle loro
componenti, mettendo in luce le costanti funzionali, il ripetersi di forme geometriche, di rapporti
matematici e proporzionali che governano le opere dell’uomo e la natura stessa. Claudia giunge così a
scavare nelle viscere più profonde della realtà: uno dei riferimenti principali con cui l’artista si approccia
al reale è, infatti, la sezione aurea, alla ricerca dei termini ultimi che plasmano la nostra intera
esistenza, dagli elementi vegetali a quelli architettonici.
Il titolo della mostra, “In ogni dove” , riflette, dunque, questo sguardo a tutto campo che l’artista posa sul
reale e, al contempo, vuole essere anche una sorta di invito ad inoltrarsi tra le tappe del suo percorso
artistico, che è soprattutto un percorso tra i luoghi visitati dall’artista. Il viaggio diventa per Claudia
dimensione necessaria entro cui alimentare continuamente la sua riflessione sulle forme e i simboli
delle architetture e dei luoghi. Molte delle sue opere nascono, infatti, come appunti e ricordi di viaggio,
che vanno così a costituire nuovi tasselli della sua ricerca spaziale, approfondendola. Esemplari in tal
senso sono la scultura “Esperienza di luoghi vissuti”, frutto di una meditazione sulla doppia cupola del
Reichstag di Berlino, e la serie dei trittici su fogli di acetato, concepiti come annotazioni visive del
viaggio in India, che combinano disegno e scrittura.
La mostra, tuttavia, non si limita ad una semplice esposizione di opere dell’artista, ma, si pone come
“installazione totale”, in quanto generatrice di un nuovo spazio, uno spazio virtuale determinato dal
legame tra le due sedi espositive coinvolte e dallo spettatore che percorre questo tragitto. Ecco che
allora Claudia offre al pubblico la possibilità di addentrarsi nel vivo della sua ricerca, modellando lei
stessa un nuovo spazio di cui fare esperienza, proponendo un viaggio tra due luoghi, alla scoperta del
rapporto che intercorre tra le opere e l’ambiente che le ospita.
La mostra non è altro, dunque, che l’esplicitazione del metodo di lavoro dell’artista, messo direttamente
sotto i nostri occhi: il luogo espositivo stesso diventa oggetto dell’animo scrutatore di Claudia ed è
sottoposto ad una lettura approfondita che permette all’artista di entrare in contatto con esso. Il grande
dono di Claudia risiede, infatti, nella sua incredibile capacità di entrare in sintonia con i luoghi, di
interagire con l’identità dello spazio, inserendo le proprie opere nel rispetto ed in armonia con
l’ambiente circostante. Le sculture in pietra, ferro o carta partecipano a questo muto linguaggio di forme
e simboli, di pieni e di vuoti, di superfici e di materia, rendendo percepibile il fluire e il diffondersi di
un’intensa energia.
In questa fitta rete di connessioni, al tempo fisiche e concettuali, che si stabiliscono tra contenuto e
contenitore, il grado più alto di simbiosi è raggiunto nelle opere “site-specific” appositamente create
dall’artista come omaggio allo spazio espositivo, per celebrarne la peculiarità del luogo (la cupola della
Chiesa di San Rocco e la perlinatura dello Spazio Danseei).
Come in uno dei simboli più studiati dall’artista, la mostra si sviluppa, dunque, come una grande spirale
che nel susseguirsi ed infittirsi dei suoi cerchi concentrici ci conduce gradualmente al nucleo pulsante di
questa ricerca, ad una semplice quanto inevitabile considerazione metafisica: attingendo agli archetipi
del linguaggio architettonico, ai fondamenti della nostra esperienza spaziale, non possiamo che
fermarci per un istante e riflettere sul nostro essere, qui ed ora.
Manuela Ciriacono
Cenni biografici
Claudia Canavesi (Busto Arsizio, 1976) si diploma in Scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera nel
2000 (cattedra Paolo Gallerani); frequenta corsi e simposi di scultura in pietra e metalli (tra cui il TAM,
Trattamento Artistico dei Metalli con Eliseo Mattiacci come direttore artistico); frequenta dal 2004 corsi di
incisione calcografia, xilografica e sperimentale (con gli artisti Andrzej Bartczak e Kestutis Vasiliunas presso
Kaus-Urbino). Partecipa dal 1998 a mostre collettive e personali, in Italia e all’estero (tra cui: Biennale di
Scultura Sezione Proposte, Viggiù 1999 – Volo a Vista, Rocca di Orino 2002 – Frammenti di Spazi, Circolo
Culturale Bertolt Brecht, Milano 2003 – Da Lontano era un’Isola, Fabbrica del Vapore, Milano 2004 – Floatig
Site, Real Presence, Giardini della Biennale, IUAV, Istituto di Cultura, Venezia e Belgrado 2005 – Città e non
Città, Ex Area a Shed, Ticosa, Como 2006 – Estesione dell’architettura tra spazio e materia, Nowhere
Gallery, Milano 2007 – Arte grafica all’italiana, Kulturhaus Karlshorst, Berlino 2007 – Vuoto e materia.
Scultura Totale, 500art garage, Torino 2008 – Magenta e il suo Rosso, Magenta 2009)
Inaugurazione sabato 17 aprile h. 17
Spazio Danseei Echi Darte
via oriani, 62 Olgiate Olona, (Va)
orari: venerdì e sabato, 16 - 19 e su appuntamento
ingresso libero