Tra Qua e La'. "La Terra e' una superficie che non ha bordi ne' confini pur essendo finita. Cosi' sono le visioni di Kaori, che mi rimandano al telescopio: superfici espanse da un globo e dunque globali" (Tomaso Trini).
Presentazione di Tomaso Trini
Può darsi che il titolo “tra Qua e Là” preceda il nostro incontro con la mostra di Kaori. Che indica, cosa abbraccia? Un vallo, un intervallo, una distanza? Certamente, una direttrice. Qua e Là (con la maiuscola) sono entità, non confini né bordi. Là è ciò che sta. Qua è ciò che sta.
I nuovi artefatti riuniti da Kaori Myayama in questa mostra sono straordinari – se ci fate caso. Nella dimensione spaziale e temporale di una mostra concepita come environment vediamo panoramiche fotografiche che stanno per pitture e costrutti cartacei più o meno intagliati che stanno per sculture. E’ una sinfonia di visioni delicate, dai colori tenui e dalla massa quasi trasparente. In tale ambiente, necessariamente ristretto come ogni intervallo, possono succedersi perlomeno tre incontri possibili.
L’uno è il “tra Qua e Là” interpersonale, ossia la pausa, quando non il silenzio, fra soggetti diversi –è il tipo di silenzio che in Giappone chiamano MA. E’ su questo complesso argomento che Kaori si è laureata con me a Brera; anzi, sulla “percezione del silenzio tra Giappone e Occidente”. Chi vorrà, potrà saperne di più leggendo la pubblicazione della sua tesi davvero stimolante. MA “definisce una entità fra”, ha scritto l’artista, “un tempo fra due eventi, uno spazio fra le cose, una pausa tra suoni, la relazione fra due persone o anche fra due momenti diversi nell’attitudine di uno stesso soggetto.”
Ciò implica un altro intervallo che è proprio di un artista: quello tra vita e arte. Invece di dividerle o mescolarle, Robert Rauschenberg disse una volta che lui lavorava “in the gap between art and life”. Penso che Kaori condivida questa posizione. Dal MA si passa al divario (gap) e da questo si scorre lungo l’inclusione del tutto tondo, sulla sfera delle manifestazioni che girano e tornano di continuo. Le panoramiche espanse presentate da Kaori sono curve per un principio sferico, e tale percezione le rende tanto vere quanto belle. La Terra è una superficie che non ha bordi né confini pur essendo finita. Così sono le visioni di Kaori, che mi rimandano al telescopio: superfici espanse da un globo e dunque globali. Per contro, gli oggetti cartacei producono coriandoli intagliati sotto un microscopio.
Inaugurazione martedì 27 aprile ore 18
Derbylius libreria galleria
archivio internazionale d’arte di Carla Roncato
via Pietro Custodi (Vicolo) 16 – 20136 Milano
Orari: da martedì a sabato 14.00 - 19.00 orario continuato
o su appuntamento
Ingresso libero