La mostra e' la seconda fase di un progetto espositivo piu' ampio rivolto alla Light Art e alla New Media Art. Gansser riproduce l'affascinante regno degli organismi bioluminescenti; Zignone fa luce sull'invisibile e sul vuoto, per arrivare nelle pieghe di tutto cio' che non cogliamo o non vogliamo cogliere.
a cura di Cristina Trivellin
nell’ambito di OUTRENOIR: Light + New Media Art Project 2010_2011 di Martina Cavallarin, Alessandro Trabucco, Cristina Trivellin
FareLuce é la seconda fase di un progetto espositivo di ampio respiro, rivolto all’arte di luce e alla new media art: sperimentazione artistica con strumenti contemporanei.
Fare Luce significa comprendere, evidenziare, svelare il senso profondo di un fatto, un’idea, un concetto. Lo fa lo studioso, lo scienziato come il filosofo. Lo fa chi si percepisce nelle tenebre e cerca lo spiraglio per uscirne, per vedere, nella realtà e nella metafora. In questo caso è l’artista a fare luce sulle cose, accendendo dettagli che altrimenti passerebbero inosservati.
Il suo procedere vigile e lento, fuori dalle logiche accelerate e frenetiche della quotidianità, ci conduce nei reali più celati, sotto la pelle dell’apparenza.
Sambo Gansser è affascinato dagli abissi e da quel mondo variegato e complesso che abita gli oceani: là, dove l’occhio umano vede solo buio immenso, c’è un brulicare di vita e di forme. Creature, migliaia di creature che popolano un ambiente sommerso e invisibile. Paiono esseri viventi così diversi da noi: eppure, nelle nostre cellule conserviamo tracce del brodo primordiale e di tutti quei microrganismi che dalla preistoria a oggi si sono evoluti, adattandosi alle profondità.
Il desiderio di Gansser è proprio quello di “fare affiorare” dagli abissi la bellezza di queste vite, entrando in relazione con esse attraverso la rappresentazione artistica; visualizzare l’invisibile e accrescere esponenzialmente la nostra conoscenza del mondo e dell’altro, ri-trovando le ancestrali origini che ci accomunano. La tecnologia concorre come vettore ideale e Sambo Gansser conosce e utilizza tutte le possibilità offerte dalla microilluminazione: diodi ad emissione luminosa, pannelli fotovoltaici, sensori e tutto ciò che gli permette di riprodurre, attraverso le opere, l’affascinante regno degli organismi bioluminescenti.
Maya Zignone, per differenti strade, fa luce sull’invisibile e sul vuoto, per farci vedere quanto invece di pieno esiste nelle pieghe di tutto ciò che non cogliamo o non vogliamo cogliere. Improvvisi bagliori, scatti di luce ed energia, rompono la consuetudine visiva e percettiva catapultando lo spettatore in una visione nuova, un primigenio approccio che coinvolge tutti i sensi e sembra sfuggire al determinismo razionalista. La luce è intesa come energia, elemento indispensabile a trasformare il tracciato luminoso in un moto inarrestabile. Una linea di luce al neon, a tratti spezzata, pare un grafico tracciato sull’anonimato di una figura umana che svapora nella caotica corsa verso la solitudine esistenziale. Talvolta il neon è protagonista assoluto in una teoria di linee blu, che riconciliano spazi, tempi ed energie creando campi magnetici in cui lo spettatore può entrare e lasciarsi permeare dal silenzio e dalla purezza sommessa della radiazione luminosa.
Maya Zignone si appropria dello spazio e lo penetra della propria dimensione immaginata. Una condizione di transitorietà, in continua progressione e ridefinizione. Natura e cultura, umano e non umano: guardando alla storia, pensiamo al medioevo come susseguirsi di “secoli bui” senza renderci conto che, malgrado le illusioni illuministe, l’approccio razionale non ha fatto luce su molti aspetti, che restano dunque oscuri.
Siamo entrati in una nuova era, i vecchi schemi vanno abbattuti. FareLuce è dare un diverso andamento alle cose, una spinta catartica alle stanche abitudini e ai pensieri ridondanti che ci immergono totalmente nel già visto e già sentito. Per una visione aumentata, possibile spiraglio verso una coscienza più estesa e un’umanità più consapevole.
Durante la serata inaugurale, presentazione video: backstage dell’allestimento e interviste
musica composta da Oliviero Tavaglione
finissage: sabato 29 maggio, cocktail 11_13, porte aperte fino alle 17
Ogni giovedì sera 20_22 appuntamenti GalleryClub aperti al pubblico, pf. richiedere programma
Inaugurazione mercoledì 28 Aprile 2010, ore 17
Mya Lurgo_Gallery
Piazza Riforma 9, Lugano (CH)
Orari: Lunedì, Martedì, Mercoledì e Venerdì 10-14
Giovedì 15-22 con appuntamenti GalleryClub
Sabato 10-17
Ingresso libero