Mostra fotografica, risultato del workshop fotografico tenutosi nel mese di marzo 2010 a Valona, nell'ambito della campagna 'Italia e Albania 2010. Due popoli, un mare, un'amicizia' che ha visto la partecipazione degli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Tirana e degli studenti NABA-Forma.
a cura di Francesco Zanot
in collaborazione con Luca Andreoni e Walter Guadagnini
VALONA è un progetto realizzato dagli studenti del Master in Photography and Visual Design e del
Biennio in Design della Comunicazione, curato da Francesco Zanot, critico e storico della fotografia, in
collaborazione con Luca Andreoni, fotografo e artista e Walter Guadagnini, critico, docente e Presidente
della Commissione Scientifica UniCredit & l’Arte, in qualità di guest-supervisor.
Il workshop fotografico in loco, tenutosi nel mese di marzo 2010, è stato possibile grazie alla
collaborazione del Consolato Generale d'Albania a Milano e del Consolato Generale d'Italia a Valona,
nell’ambito della campagna “Italia e Albania 2010. Due popoli, un mare, un’amicizia” promosso
dall’Ambasciata d’Italia a Tirana, e ha visto la partecipazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti
di Tirana, che hanno collaborato con gli studenti NABA-FORMA alla realizzazione dei progetti fotografici.
“Valona dista dall’Italia poche decine di chilometri. Esattamente, sono 90 chilometri da Punta Palascia,
sulla costa del Salento, la località italiana più vicina secondo le stime di Google Maps, immancabile
strumento di pianificazione di ogni viaggio (ogni tanto ci chiediamo che cosa ne avrebbe fatto Luigi Ghirri,
con la sua ossessione per le cartine e qualsiasi rappresentazione schematica del territorio).
Nonostante questo, Valona rimane ancora un luogo da scoprire, proprio come se fosse infinitamente più
distante rispetto a quei 90 chilometri - che poi da Milano, perché siamo partiti da qui, sono 1006
chilometri, sempre secondo Google Maps, prendendo arbitrariamente come punti di riferimento Piazza del
Duomo da una parte e l’ingresso del porto di Valona dall’altra.
Per compiere la sua esplorazione è stata utilizzata la macchina fotografica, strumento privilegiato di
questa pratica nel contemporaneo, vale a dire a cominciare dalla sua invenzione. Lo sguardo è calato sul
territorio, gli abitanti, l’architettura, la politica, la tradizione, la religione, il tasqebap, il lavoro,
l’emigrazione, il calcio, la scaramanzia, la Transballkanike, le acconciature, la leggenda, il mare, la
danza, le strade, i bunker, le stazioni di benzina, il mercato, l’industria petrolifera.
Tutto questo è stato registrato dalle fotografie e riportato al punto di partenza, qui a Milano. Perché la
macchina fotografica è un apparecchio che azzera le distanze, o meglio le riduce enormemente, fino a
valori che Google Maps non sa calcolare. Così facendo, consente di vedere.” F.Z. + L.A.
NABA Press Office: Francesca Zocchi ufficiostampa@naba.it
Golab Press Office: Odeya Bendau press@dopolavorogolab.com
Inaugurazione 5 maggio dalle ore 19
D/L Dopolavoro Golab
Via Morimondo 2/7 - Milano
Ingresso libero, su appuntamento