Fantasia e ironia dell'immagine. In mostra 30 opere, per la prima personale fotografica dell'artista. I suoi scatti sono vere e proprie messe in scena di vita reale riprodotta in contesti palesemente artefatti e con oggetti destinati ad altri usi.
Federico Basso presenta oltre trenta opere nella sua prima personale come fotografo. Noto al pubblico per
la partecipazione a Zelig e Zelig Off, Federico (Torino, 1 gennaio 1975) ha frequentato la scuola civica di
cinema e televisione di Milano e "Teatribu'", scuola d'improvvisazione teatrale diretta da Mary Rinaldi. Nel
2000 debutta a teatro e nel 2003 approda ai laboratori Zelig. Dal 2004 affianca all’attività di attore comi-
co quella di autore di testi (oltre che per se stesso) per programmi famosi come "Geppy Hour" e la sit com
“Belli dentro”.
Da sempre appassionato di fotografia inizia a riprendere oggetti e persone durante i viaggi e durante le pause
a teatro. Molto spesso i suoi paesaggi presentano anche elementi umani, quasi a dare allo spettatore una scala
di valori, come se facesse sua una nota affermazione di Luigi Ghirri: “La natura non è fotografabile, ci vuole
sempre un elemento umano”.
Alle fotografie di ciò che esiste, anche se colto con particolari angolazioni e con la vena ironica che lo ha reso
famoso come autore e attore, aggiunge le fotografie “create”, vere e proprie messe in scena di vita reale ripro-
dotta in scenari palesemente artefatti e con oggetti destinati ad altri usi.
Così una spiaggia diventa un set lunare in cui alcuni astronauti di plastica si aggirano spersi e, a un certo punto, citano, con la consueta ironia, la
famosa frase dell’Apollo 13: “Houston abbiamo un problema”. Sulle rive di un torrente, sempre con giocat-
toli in plastica, fa rivivere l’epopea del Far West e un’ipotetica guerra moderna, e, sempre tra le rocce, simula terribili incidenti aerei e d’auto. A volte Federico Basso utilizza animali e pupazzi in plastica per creare
situazioni surreali, come il pesce che mangia l’uomo o il rospo che vorrebbe trasformarsi in principe.
Come spiega Elio Grazioli (Fotografia europea. Eternità, il tempo dell’immagine, Milano 2009), la fotografia
“Mostra una parte come se fosse il tutto, affinché il nostro sguardo, dedicandovi il tempo della visione ancor
prima che della contemplazione, vi colga i dettagli con l’evidenza di una presenza iperreale”.
Oltre alla fantasia e all’ironia, in Federico Basso colpisce la capacità di utilizzare l’ordine geometrico per atti-
rare lo sguardo su un particolare. Geometrica è la disposizione delle rane, rigorosamente di plastica, che, nel
fantasioso mondo di Federico, sembrano pronte all’invasione schierate come una truppa multicolore.
Grazie
alla geometria, attraverso una rete, notiamo una mantella impermeabile oppure ci colpisce una statua di Gesù
che sembra imprigionato dietro a una grata di protezione e, quando osserviamo, spazio e tempo si fermano;
come ricorda il filosofo Remo Bodei: “Guardare una fotografia significa sprofondare nel tempo e nello spa-
zio, ritrovarne lo spessore del senso dietro la superficie piatta dell’immagine”.
Inaugurazione 6 maggio 2010, ore 18.30
Click! Gallery
via privata Maria Teresa 11, Milano
La galleria nei giorni 7, 8 e 9 maggio 2010, sarà aperta dalle 11 alle 18
Dal 10 maggio al 6 giugno 2010, visite su appuntamento
Ingresso libero