Carte da decifrare di Giorgio Chiesi. Tempo e luce che si personificano, quasi personaggi di un contrasto barocco, nell'occhio retinico, lente magica, di Chiesi; per essere restituiti sulla superficie pittorica, con segno e gesto inconfondibili e magistrali, in forme sempre variate di un'unica ossessione: il desiderio.
Carte da decifrare di Giorgio Chiesi
Si tratta della quarta manifestazione (dopo le personali di Lido Contemori, Tonino Guerra, Gabrio Ciampalini) della rassegna "i goduriosi sensi del buongusto" realizzata in
collaborazione con lo Studio l'Indiano di Firenze diretto da Paolo Marini.
Protagonista stavolta un artista padano che presenta una particolarissima e
raffinata selezione di opere su carta.
Il luogo è storico: dell'Osteria a' Pagliai si parla infatti già in un editto
granducale del 1584, che consentiva di svolgere il proprio esercizio solo a
questa stazione di posta sulla via Francigena e a una locanda situata nel centro
di Serravezza, chiudendo tutte le altre. Vi si respira dunque aria di storia,
raccontata anche dalle fronde di olivi, che vanno dai 400 ai 700 anni di età .
Nino Salvatori, l'attuale patron che cerca anche in cucina la pura poesia, tra
tradizione e modernità (qualche piatto? "pappardelle alle 20 erbe aromatiche di
oliveto con pomodorino fresco, pinoli tostati e formaggio pecorino della
Garfagnana", oppure "il petto d'anatra all'arancia con verdure grigliate" o
"risotto con piccioncino di cassetta"). Ovviamente ortaggi e pollame crescono
nella proprietà dei Pagliai, come il più locale possibile è la materia prima
impiegata per la creazione delle specialità . Lo stesso perfezionismo Salvatori
lo cerca in altre forme di espressione; ad esempio quella artistica. Per questo
ha voluto abbinare le gioie del palato a quelle della vista, chiamando l'amico
Paolo Marini, fondatore e animatore della storica Galleria L'Indiano di Firenze
(e Milano e Forte dei Marmi) a dirigere un ciclo di mostre raffinate e sfiziose,
che trovano l'ambiente più adeguato nel vasto "orto degli ulivi", tra effluvi di
aromi e di fiori e lo svolazzare dei colombi. Insomma un luogo per dare sfogo a
"I goduriosi sensi del buongusto", una non banale maniera per "I dì protrar
torpidi", palindromicamente come le vacanze di questo 2002 bifronte.
Un salotto
anomalo all'aperto, dove potersi ritrovare tra amici, aperto a tutti, dove ad
ogni inaugurazione assaggiare qualche piatto tipico, ma poter tutti i giorni
degustare vino pane e olio, al ritmo lento della fruizione artistica, lontano
dalla pazza folla, in un angolo che potrebbe essere edenico.
Dopo le mostre di
Contemori, Guerra, Ciampalini, tocca a Giorgio Chiesi. Un artista geniale, con
una lunga storia che a più riprese si è incrociata con la galleria di Paolo
Marini e che in questa ricercata antologica, nella quale presenta opere su carta
(non solo disegni, ma anche oli e tecniche miste) mostra le più scoperte
costanti del suo lavoro. Che necessita di durata e di illuminazioni (naturali)
diverse e che quindi trova l'allestimento ideale tra gli olivi dei Pagliai.
Tempo e luce sono infatti gli elementi sui quali la sua sintassi figurale si è
da sempre misurata e che ne ha informato la poetica, nelle varie e
apparentemente diverse fasi di un'opera in costante mutazione, ma sempre fedele
a se stessa. Due principi antitetici e complementari, amici e nemici, tiranni
nella fisica ottica, nella visione, nonché nella sua più meccanica riproduzione,
la fotografia.
Tempo e luce che si personificano, quasi personaggi di un contrasto barocco,
nell'occhio retinico, lente magica, di Chiesi; per essere restituiti sulla
superficie pittorica, con segno e gesto inconfondibili e magistrali, in forme
sempre variate di un'unica ossessione: il desiderio.
Inaugurazione sabato 13 luglio ore 18.30
La mostra sarà accompagnata da una degustazione di pane vino e pecorino.
Informazioni: A' Pagliai Tel. 0584 742111
Uff. Stampa: Onirico & Banfi 335 5268505 E-mail: fabiorcin@libero.it fax
0552638042
Osteria a' pagliai
via S. Giuseppe 84, Querceta