1.1_Zenonecontemporanea
Reggio Emilia
via San Zenone, 11
335 8034053 FAX
WEB
Rolando Schinasi
dal 6/5/2010 al 15/5/2010
8, 9, 14, 15, 16 maggio ore 17-20

Segnalato da

Sebastiano Simonini



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Rolando Schinasi



 
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6/5/2010

Rolando Schinasi

1.1_Zenonecontemporanea, Reggio Emilia

What sense? Quello di Schinasi e' un Afghanistan oggi solo immaginario, ma negli anni '60, ancora chiuso alla penetrazione occidentale e lontano dagli orrori della guerra che ne hanno segnato i decenni a seguire, era straordinariamente reale.


comunicato stampa

Di fronte a queste immagini è normale, forse ovvio, interrogarsi sul senso della storia raccontata. Schinasi non è un fotografo, è anche fotografo. Questa sola constatazione potrebbe accompagnarci lontano ad indagare motivi, finalità e senso della fotografia.

In realtà le immagini di Schinasi sono “la” fotografia, inclusive di ogni suo elemento. Roland Barthes ne “La camera chiara” affermava di essere stato colto da un desiderio ontologico nell’indagare la fotografia, volendo sapere e capire ad ogni costo “che cosa è in sé, attraverso quale caratte- ristica essenziale essa si distingue dalla comunità delle immagini”. Barthes parla di studium, di puntum, categorizza e descrive la straordinaria capacità della fotografia di sorprendere, informare, dipingere, stupire, invogliare, di significare. Questo e molto altro. E nelle foto di Schinasi c’è questo e molto altro. Fascino puro, storia e realtà, l’incanto di un passato fatto di sensazioni ed emozioni che da personali riescono ad affermarsi come collettive e condivise.

Quello di Rolando Schinasi è un Afghanistan oggi solo immaginario, ma negli anni sessanta, ancora chiuso alla penetrazione occidentale e lontano dagli orrori della guerra che ne hanno segnato i decenni a seguire, era straordinariamente reale. Schinasi, allora console onorario per la Danimarca e la Svezia, è stato per ventidue anni testimone privilegiato di un mondo oggi inimmaginabile. Dalla fine degli anni ’50 fino all’invasione sovietica.

E’ interessante rileggere il racconto fatto dallo stesso Schinasi in un ampio servizio dedicatogli dalla rivista Photo, e ascoltarlo raccontare cosa fosse l’Afghanistan di allora: “Le condizioni di povertà e arretratezza erano evidenti, se ad esempio di pensa che la prima strada asfaltata venne costruita nel ’55 in occasione della visita ufficiale di Khrushchov a Kabul, ma la straordinaria bellezza dell’Afghanistan con i suoi paesaggi, i suoi monumenti e soprattutto la sua gente mi imprigionava. Mi affascinava soprattutto osservare quella gente, la cui varietà di tratti somatici era un elemento peculiare, era quello un vero crogiolo di etnie, erano turchi, tajiki, mongoli, pashtun, ognuno con le proprie tradizioni ed i propri costumi”.
Non è facile oggi immaginare cosa fosse, cinquant’anni fa, quella terra, e queste foto probabilmente lo possono solo vagamente suggerire. Ma rimane il mistero del senso di una storia che ci insegna come il burqa degli anni sessanta in Afhanistan non è lo stesso che conosciamo oggi, e in mezzo si impongono, pressanti, i decenni di un racconto indecifrabile.

“Ogni apparire è imperfetto: esso nasconde l’essere; a partire da lui di costruiscono un voler-essere e un dover-essere, che sono già una deviazione del senso. Soltanto l’apparire, in quanto potersi dare – o può darsi – è appena vivibile” (A.J. Greimas).

Le fotografie esposte sono state realizzate con Minolta 6x6, Zenza Bronica e Linhof Techinca 9x12.

La mostra rimarrà aperta al pubblico nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 maggio dalle 17,00 alle 20,00 ed i successivi venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 con il medesimo orario. Altre giornate su appuntamento (tel. +39 335 8034053).

Inaugurazione 7 maggio

1.1_Zenonecontemporanea
via San Zenone, 11 - Reggio Emilia
Orario: 8, 9, 14, 15, 16 maggio ore 17-20

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