True but not Real. Fedele all'esplorazione dei nessi fra verbale e visivo, con una particolare affezione per l'enigmaticita' della scrittura fonetica, 'Monad', la nuova installazione del giovane artista romano, e' imperniata su immagini e animazioni digitali ai limiti dell'illusionismo.
a cura di Francesca Gallo
Il terzo appuntamento della rassegna 41°54’N-12°28’E (a cura di Francesca Gallo) coincide con la seconda personale romana di Alessandro Rosa che, accanto alla ricerca artistica, si occupa delle scenografie in 3D di compagnie teatrali come Muta Imago e Santasangre, tra gli altri. Fedele all’esplorazione dei nessi fra verbale e visivo, con una particolare affezione per l’enigmaticità della scrittura fonetica, Monad (2010) la nuova installazione del giovane artista romano, è imperniata su immagini e animazioni digitali, ai limiti dell’illusionismo.
Non solo le immagini di sintesi, ma anche il linguaggio verbale formula il virtuale, inteso come possibile; rende familiare l’ipotesi così come il futuro. Se da un lato nutre l’astrazione, esso al contempo è lo strumento privilegiato, potente e raffinatissimo per la comprensione del mondo. E’ ciò che risuona nell’affermazione con cui Maurice Merleau-Ponty apre Senso e non senso: «nasciamo nella ragione come nel linguaggio», con riferimento alla nascita della coscienza. Sollecitato da questa asserzione, Monad riconduce la singolarità umana ad alcuni condizionamenti non eludibili: siano quelli fisici, come luce e gravità, siano quelli culturali, come ragione e linguaggio.
Inaugurazione 10 maggio ore 18.30
AOCF58
via Flaminia 58, Roma
lun-ven 17.30-20; sabato su appuntamento
ingresso libero